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Finanza e Mercati: Fed-BCE, ultimo miglio discesa inflazione più difficile del previsto

di Simone Ferradini pubblicato:
4 min

Il presidente della Fed Jerome Powell ha però confermato che sul fronte dei prezzi al consumo le cose non stanno andando come previsto: le attese di calo dell'inflazione nel 2024 restano in piedi ma con meno convinzione

Finanza e Mercati: Fed-BCE, ultimo miglio discesa inflazione più difficile del previsto

Finanza e Mercati: rendimenti in leggero recupero

Il rendimento del BTP decennale segna ora 3,8710% dopo il minimo di lunedì a 3,8020% di martedì scorso e il massimo dal 13 dicembre toccato giovedì a 4,0280% (ricordiamo il minimo da agosto 2022 a 3,4620% toccato il 27/12 e il massimo dal 2012 a 5,04% raggiunto il 19 ottobre). Il rendimento del Bund a 10 anni si attesta a 2,5560% dal minimo di lunedì a 2,5055%, toccato giovedì scorso a 2,6455% il massimo dal 27 novembre (ricordiamo il minimo da dicembre 2022 del 27/12 a 1,8850% e il massimo dal 2011 il 4 ottobre a 3,02%).

Il rendimento del T-Note USA a 10 anni segna 4,6140%, ieri a 4,5790% il minimo dal 23/4, giovedì scorso a 4,7450% il massimo dal 2 novembre (ricordiamo il minimo da luglio toccato il 27/12 a 3,7820% e il massimo dal 2007 a 5,02% il 23 ottobre). Il rendimento del T-Bond a 30 anni si attesta a 4,7410%, ieri a 4,7070% ilminimo dal 23/4, giovedì scorso a 4,8410% il massimo dal 2 novembre (ricordiamo il minimo da fine luglio toccato il 27/12 a 3,9430% e il top dal 2007 a 5,18% il 23/10).

Finanza e Mercati: Fed e BCE più prudenti su discesa inflazione

Rendimenti eurozona sopra i minimi di lunedì mentre quelli USA oscillano sopra quelli toccati ieri. La Federal Reserve ha lasciato invariati i tassi ufficiali e tranquillizzato coloro che temevano il rischio dell'ipotesi di apertura alla prospettiva di rialzo dopo i dati sull'inflazione nei primi mesi dell'anno. Il presidente Powell ha però confermato che sul fronte dei prezzi al consumo le cose non stanno andando come previsto: le attese di calo dell'inflazione nel 2024 restano in piedi ma con meno convinzione.

Se il mercato del lavoro si confermasse forte e l'inflazione restasse sui livelli attuali sarebbe opportuno lasciare i tassi su questi livelli, almeno fino a quando i dati non faranno aumentare la fiducia sul calo dei prezzi. Le previsioni sulle prossime mosse della Fed restano invariate in attesa del dato di domani sui posti di lavoro.

Prosegue invece il trend di discesa delle stime sui tagli della BCE: al momento la prima mossa a giugno è a rischio e per fine anno sono attesi solo due tagli. Ieri il governatore della Banca di Spagna Pablo Hernandez de Cos ha dichiarato che l'ultima parte del cammino verso l'obiettivo dell'inflazione al 2% (dovrebbe essere centrato a metà 2025, con fluttuazioni nel 2024) si sta dimostrando più difficile del previsto e che la manovra accomodante potrebbe essere dilazionata.

L'Eurotower finora aveva lasciato passare il messaggio secondo cui per il primo taglio saranno determinanti i dati sui rinnovi dei contratti di lavoro nel primo trimestre dell'anno, numeri che saranno disponibili a inizio giugno. Le dichiarazioni di de Cos rimettono invece in primo piano i numeri sull'inflazione.

Finanza e Mercati: le attese sulle mosse di Fed e BCE

Il CME FedWatch Tool assegna ora il 91% alla probabilità di tassi invariati nella riunione del FOMC del 12 giugno, in crescita dall'88-89% di martedì mattina (77-78% venerdì 19/4). Poco mosse al 27-28% (30% venerdì scorso, 40% venerdì 19/4, 42-43% lunedì 15/4) le chance di -25 bp nella riunione del 31 luglio, così come al 70% quelle di tassi confermati sui livelli attuali (51% venerdì 19/4, 45% lunedì 15/4). Lieve calo al 43% dal 44% di martedì (46-47% giovedì scorso) delle probabilità di primo taglio il 18 settembre, salgono al 45% dal 43% di martedì quelle di tassi sui livelli attuali).

A fine 2024 le possibilità di -25 bp rispetto ai livelli attuali sono stabili al 39% (36-37% lunedì 22/4, 33% venerdì 19/4, 13% mercoledì 10/4). Risalgono al 29% dal 30% di martedì (31-32% lunedì 22/4, 33-34% venerdì 19/4) quelle di -50 bp. Lieve recupero all'11% dal 10% (13% lunedì 22/4, 16-17% venerdì 19/4, 33% il 10/4) per le probabilità di -75 bp. Leggera flessione 18-19% dal 19-20% di martedì (16% lunedì 22/4, 12-13% venerdì 19/4, 2% il 10/4) per quelle di tassi invariati. Poco mosse all'1-2% le chance di -100 bp (17-18% il 10/4, 23% il 5/4), stabili a 0% quelle di -125 bp (4% il 10/4). Lo strumento prevede quindi 1-2 tagli da 25 bp entro fine anno tendenti a 1, giovedì scorso erano lievemente tendenti a 2 (lievemente tendenti a 1 lunedì 22/4, bilanciati venerdì 19/4, leggermente tendenti a 2 giovedì 18/4). Erano 2-3 tendenti a 3 mercoledì 10/4.

I future sull'Euribor a 3 mesi (riferimento per stimare le mosse della BCE) segnalano probabilità di riduzioni dei tassi ufficiali in ulteriore diminuzione a giugno e soprattutto entro fine 2024: i derivati quotano ora -11/13 bp a giugno da -13/14 martedì (-14/16 lunedì, -17/18 lunedì 22/4, -21 venerdì 19/4, -23/24 mercoledì 10/4, -25/26 venerdì 5/4), quindi possibilità di taglio nella riunione del 6 giugno in ulteriore calo. Per fine anno a -51/53 bp da -58/59 martedì (-64/65 lunedì 22/4, -72/73 venerdì 19/4, -81 circa lunedì 15/4, -78/79 mercoledì 10/4, -86/87 venerdì 5/4), quindi probabilità di 2 tagli da 2-3 tagli tendenti a 2 martedì, erano tendenti a 3 fino a mercoledì 24/4 (3-4 fino a venerdì 5 aprile).

L'agenda macroeconomica della settimana prevede domani l'occupazione USA.