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Unicredit scivola con le altre banche

di FTA Online News pubblicato:
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Torna in focus la filiale russa. Rilevante sul grafico l'ostacolo dei 36 euro

Unicredit scivola con le altre banche

Unicredit è apparso debole ieri e ha chiuso la seduta con una flessione dell'1,1% circa in linea con il calo di tutto il comparto bancario. Il titolo si mantiene sulla parità durante i primi scambi di oggi. Ieri il calo dei rendimenti di mercato è stato il principale indiziato per la cattiva seduta europea del settore del credito, ma si era segnalata anche la brutta performance di Deutsche Bank per fattori specifici della banca tedesca. Anche su Unicredit sono emersi però spunti particolari.

Unicredit, all'attenzione anche la filiale russa

Venerdì a mercato chiuso la Banca d'Italia ha comunicato di aver imposto a tutte le banche autorizzate in Italia una riserva di capitale a fronte del rischio sistemico (systemic risk buffer, SyRB) "pari all’1,0 per cento delle esposizioni ponderate per il rischio di credito e di controparte verso i residenti in Italia".

Da non sottovalutare inoltre il fatto che Unicredit possano agire le pressioni scaturite dalla decisione della Russia di far passare la divisione Ariston Thermo Rus LLC sotto la gestione temporanea di JSC Gazprom Household Systems, società del gruppo Gazprom, il tutto senza informare in anticipo Ariston del provvedimento.

Unicredit ha una sussidiaria in via di dismissione: il rischio di nazionalizzazione sarebbe basso ma non nullo.

Ieri inoltre il Financial Times ha pubblicato una ricerca secondo la quale nel 2023 le maggiori banche europee ancora attive in Russia avrebbero pagato tasse per oltre 800 milioni di euro, pari a quattro volte i valori precedenti la guerra in Ucraina, a fronte di profitti combinati per oltre 3 miliardi di euro. A questi numeri andrebbero poi aggiunti i profitti di banche statunitensi attive in Russia come Citigroup e JP Morgan.

Unicredit, il quadro grafico

Il titolo è reduce da un perentorio rialzo che soltanto da inizio anno ha prodotto una performance superiore al 40%. Nelle ultime settimane i prezzi si sono fermati a ridosso dei 36,00 euro, dopo essersi lasciate alle spalle i massimi del 2014 in area 34,50.

Il superamento di quota 36,00 rappresenterebbe una ulteriore conferma del trend rialzista di lungo periodo e potrebbe preludere ad una nuova importante fase di crescita del titolo, che si vedrebbe proiettato verso target ambiziosi fin sopra 60,00 euro, dal momento che verrebbe abbandonata quella ampia e prolungata fascia di oscillazione che si protrae da 12 anni circa, fascia compresa tra 7,00 e 35,00 euro circa.

Solo il mancato superamento di area 36,00 e la successiva flessione sotto 33,45 alimenterebbero le possibilità di una correzione più marcata verso i sostegni presenti tra 30,00 e 31,00 euro.

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