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Borsa Usa: indici in netto calo, male Meta

di FTA Online News pubblicato:
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La Borsa di New York ha aperto la seduta in netto calo. Il Dow Jones cede l'1,3%, l'S&P 500 l'1,3% ed il Nasdaq Composite il 2,1%.
Principali fattori ribassisti il crollo di Meta, il netto rallentamento del Pil nel primo trimestre e l'aumento dei rendimenti obbligazionari.
Tra i titoli in evidenza Meta Platforms -12% nonostante risultati per il primo trimestre superiori alle attese del mercato. A deprimere i corsi del titolo della holding di Facebook (Instagram e WhatsApp) sono i dubbi sull'outlook dell'intelligenza artificiale, visto che i carichi di lavoro richiedono infrastrutture costose e ingegneri ben pagati. Fattori che cozzano con la ristrutturazione condotta nei mesi scorsi dalla società.
IBM -8%. Big Blue ha comunicato risultati per il primo trimestre segnati da un rialzo dei profitti netti da 927 milioni, pari a 1,01 dollari per azione, a 1,61 miliardi, e 1,72 dollari. Su base rettificata l'eps si è attestato a 1,68 dollari contro gli 1,60 dollari del consensus di FactSet. I ricavi sono aumentati da 14,25 a 14,46 miliardi, sotto però ai 14,53 miliardi stimati dagli analisti. Ibm ha annunciato anche l'accordo per l'acquisizione di HashiCorp, per un enterprise value di 6,4 miliardi di dollari.
Sul fronte macroeconomico il Pil, secondo quanto comunicato dal Bureau of Economic Analysis (Bea), nel primo trimestre 2024 è salito dell'1,6% su base sequenziale annualizzata, in ulteriore rallentamento rispetto al 3,4% precedente (e al 4,9% del terzo trimestre 2023) e sotto al 2,2% del consensus. Si tratta comunque della settima espansione consecutiva, dopo la contrazione dello 0,6% registrata nel secondo trimestre 2022.
Le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, secondo quanto comunicato dallo U.S. Deparment of Labor (il ministero del Lavoro di Washington), sono calate nella settimana chiusa il 19 aprile a 207.000 unità dalle 212.000 precedenti e contro le 215.000 del consensus.
Le scorte all'ingrosso (dato che misura la variazione del valore totale dei beni detenuti in inventario), secondo quanto comunicato su base preliminare dallo U.S. Census Bureau, in marzo sono calate dello 0,4% mensile, contro il rialzo dello 0,4% della lettura finale di febbraio (0,3% il declino di gennaio) e l'incremento dello 0,2% del consensus.
Il deficit commerciale di beni, secondo quanto comunicato su base preliminare dallo U.S. Census Bureau, in marzo è salito a 91,8 miliardi di dollari dai 90,5 miliardi della lettura finale di febbraio (90,2 miliardi in gennaio), contro i 91,1 miliardi del consensus. Nel mese le esportazioni sono state pari a 169,2 miliardi (contro i 175,3 miliardi precedenti), a fronte di 261,0 miliardi di importazioni (265,6 miliardi in febbraio).

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