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Asia-Pacific contrastata. Il Nikkei 225 perde solo lo 0,03%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo un avvio d'ottava in ulteriore decisa frenata per Wall Street (peggiore dei tre principali indici newyorkesi ancora il Nasdaq Composite, deprezzatosi dell'1,00% lunedì), con la riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza si è fatta maggiormente contrastata. In attesa dell'intervento del chairman della Federal Reserve (Fed) Jerome Powell presso l'Economic Club di Washington, gli istituti centrali restano sotto i riflettori. Come ampiamente previsto, infatti, la Reserve Bank of Australia (Rba) ha alzato i ancora i tassi d'interesse di 25 punti base al 3,35% dopo averli aumentati dello stesso ammontare a inizio e fine ottobre e in dicembre e in precedenza di 50 punti base in giugno, luglio, agosto e settembre (e prima ancora di 25 punti in maggio). "Il board prevede che nei prossimi mesi saranno necessari ulteriori aumenti dei tassi d'interesse per garantire che l'inflazione ritorni all'obiettivo e che questo periodo di alta inflazione sia solo temporaneo", ha dichiarato il governatore Philip Lowe. "Il board rimane risoluto nella sua determinazione a riportare l'inflazione al target e farà tutto il necessario per raggiungere questo obiettivo", ha aggiunto. Il clima comunque alla fine positivo per la regione è evidenziato dal rialzo intorno allo 0,10% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in ribasso di circa lo 0,10% a fronte di un progresso intorno allo 0,40% per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde solo lo 0,03% (segno opposto per l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,21%). Sul fronte macroeconomico, l'indice anticipatore del Giappone è sceso in dicembre a 97,2 punti dai 97,7 punti della lettura finale di novembre (98,8 punti in ottobre), confermandosi per il quarto mese sotto la soglia di 100 punti. L'indice di coincidenza, che sintetizza lo stato attuale dell'economia, è invece calato a 98,9 punti dai 99,3 punti precedenti (99,6 punti in ottobre). Nell'ultimo mese del 2022 i salari medi totali sono cresciuti in Sol Levante del 4,8% annuo contro l'1,9% della lettura finale di novembre (1,4% in ottobre) e il rialzo del 2,5% atteso dagli economisti. Si tratta del tasso di crescita più elevato dal gennaio 1997. I salari reali sono invece saliti dello 0,1% annuo contro il precedente declino del 2,5% (2,9% la flessione di ottobre).

Nel 2022 i ricavi generati complessivamente dall'industria del software sono balzati in Cina dell'11,2% rispetto al 2021, attestandosi a 10.810 miliardi di yuan (1.485 miliardi di euro). Il dato segna un'accelerazione rispetto al 10,4% registrato nei primi undici mesi dell'anno. Tra i singoli segmenti di business la crescita maggiore dei ricavi è stata registrata dai servizi per piattaforme di e-commerce (18,5%) e dai software industriali (14,3%). Tutte in positivo le piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano infatti lo 0,29% e lo 0,18% rispettivamente, contro una crescita dello 0,36% per lo Shenzhen Composite. Recupera anche Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng è infatti in rialzo di circa lo 0,40% (fa poco meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con un progresso intorno allo 0,50%). A Seoul è stato dello 0,55% l'apprezzamento del Kospi, mentre a Sydney l'S&P/ASX 200 ha perso lo 0,46% in chiusura.

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