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Asia-Pacific contrastata. Nikkei 225 in progresso dell'1,03%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo lo stop di lunedì a Wall Street per la celebrazione dell'Indipendence Day, alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza è stata contrastata ma complessivamente di recupero, in scia a positivi dati macroeconomici e all'ottimismo sull'allentamento delle restrizioni contro il Covid-19 (anche se d'altra parte si registra una crescita dei contagi in Europa). Fattore rialzista la possibile rimozione dei dazi sull'export cinese da parte dell'amministrazione di Joe Biden. Il ministero del Commercio di Pechino ha dichiarato che il vicepremier Liu He ha parlato con la U.S. of the Treasury Janet Yellen sul coordinamento della politica economica tra i due Paesi e sul mantenimento della stabilità della supply chain. Pechino "ha espresso preoccupazione per questioni come la rimozione di tariffe e sanzioni aggiuntive imposte dagli Usa e il trattamento equo delle aziende cinesi". Le parti hanno convenuto di continuare le discussioni. Il clima positivo è confermato dal progresso intorno allo 0,40% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è sostanzialmente invariato a fronte di un declino di circa lo 0,40% dello yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna l'1,03% (fa peggio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi comunque dello 0,50%). Sul fronte macroeconomico, l'indice Pmi dei servizi del Giappone, stilato da S&P Global in collaborazione con Jibun Bank, è salito in giugno a 54,0 punti dai 52,6 punti di maggio. Il Pmi Composite è invece cresciuto a 53,0 punti dai 52,3 punti precedenti. In maggio i salari medi totali sono aumentati in Giappone dell'1,0% annuo contro l'1,3% precedente. I salari reali sono invece calati dell'1,8% annuo contro il declino dell'1,7% di aprile.

Deciso recupero per il Caixin Purchasing Manufacturers' Index (Pmi) nel settore dei servizi elaborato da S&P Global. In giugno l'indice è infatti salito in Cina a 54,5 punti dai 41,4 punti di maggio, tornando dopo tre mesi sopra la soglia di 50 punti che separa crescita da contrazione. A meno di un'ora dal termine delle contrattazioni Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono circa lo 0,50% e lo 0,60% rispettivamente, contro una flessione superiore all'1% per lo Shenzhen Composite. Andamento contrastato per Hong Kong: l'Hang Seng si muove infatti poco sopra la parità (fa peggio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, in declino di circa lo 0,20%). Progresso intorno all'1,80% per il Kospi di Seoul, mentre a Sydney è stato dello 0,25% il guadagno dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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