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Asia-Pacific in positivo e il Nikkei 225 guadagna lo 0,95%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo un'altra seduta di recupero per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi il Nasdaq Composite, apprezzatosi dello 0,99% mercoledì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza in positivo è stata confermata. Principale fattore rialzista la pubblicazione dei verbali dell'incontro del Federal Open Market Committee (Fomc) di 1-2 novembre, da cui emerge una Federal Reserve (Fed) sempre più vicina a un rallentamento della sua stretta monetaria. Si fa strada quindi l'ipotesi che nel meeting del Fomc di 13-14 dicembre si scelga di aumentare i tassi di 50 punti base (ma esiste anche l'ipotesi di scendere a 25 punti), dopo i quattro consecutivi da 75 punti realizzati finora. D'altra parte sembra anche superato l'outlook di settembre, quando la Fed prevedeva che il costo del denaro avrebbe toccato un range del 4,50% -4,75% per fine 2023. E i rappresentanti della Fed sembrano meno d'accordo su quanto debbano salire i tassi: alcuni punterebbero a fermarsi intorno al 5,00% ma c'è chi ritiene si debba andare oltre. Il clima positivo per la regione viene confermato dal progresso ampiamente superiore all'1% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Bloomberg Dollar Spot Index, paniere che monitora la divisa americana nei confronti delle altre dieci principali monete, è in ribasso di circa lo 0,30% a fronte di un recupero intorno allo 0,50% per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna lo 0,95% (fa anche meglio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dell'1,21%). Sul fronte macroeconomico, ulteriore frenata per l'attività manifatturiera del Giappone, che dopo 21 mesi scivola sotto la soglia di 50 punti che separa crescita da contrazione. In novembre l'indice Pmi Jibun Bank stilato da S&P Global ha infatti segnato su base preliminare un declino a 49,4 punti dai 50,7 punti della lettura finale di ottobre (50,8 punti in settembre), contro i 50,9 punti del consensus. L'indice anticipatore del Sol Levante è invece calato in settembre a 97,5 punti dai 101,3 punti della lettura finale di agosto, ritornando dopo un solo mese sotto la soglia di 100 punti. Il dato è marginalmente superiore ai 97,4 punti della lettura preliminare diffusa a inizio mese.

Secondo quanto comunicato dalla National Health Commission di Pechino, i casi di Covid-19 registrati in Cina sono stati 31.444 nelle ultime 24 ore: si tratta del numero più elevato da quando il virus fu individuato a fine 2019 a Wuhan. E le autorità allargano i lockdown. Ai 6,6 milioni di residenti di otto distretti di Zhengzhou è stato detto di rimanere a casa per cinque giorni, tranne che per acquistare cibo o ricevere cure mediche. Contrastate le piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 hanno infatti perso lo 0,25% e lo 0,44% rispettivamente, a fronte di un progresso dello 0,13% per lo Shenzhen Composite. In positivo invece Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng è infatti in rialzo di circa lo 0,70% (e l'andamento è sostanzialmente uguale per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China). Crescita dello 0,96% per il Kospi di Seoul, mentre a Sydney è stato dello 0,14% il guadagno dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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