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Perché Bitcoin e azioni sono compagni di viaggio nel bene e nel male

di Lucio Isauro pubblicato:
2 min

Vediamo perché il Bitcoin (BTC) e le azioni sono ormai compagni di viaggio nel bene ed anche nel male. Davvero nella buona come nella cattiva sorte in ragione di una palese correlazione.

Perché Bitcoin e azioni sono compagni di viaggio nel bene e nel male

Inoltre, rispetto ai mesi scorsi, l'impressione è che il legame tra l'andamento delle Borse, ed il trend dei prezzi delle criptovalute, si sia ulteriormente rafforzato.

La finanza decentralizzata dal boom del 2021 alle difficoltà di queste ultime settimane

Al riguardo, nel mondo crittografico, la finanza decentralizzata ha accolto con le braccia aperte gli investitori istituzionali. Che hanno contribuito sia a far aumentare i prezzi delle criptovalute, sia a promuovere indirettamente l'adozione del Bitcoin (BTC) a livello globale. Ma c'è al riguardo un prezzo da pagare. E sembra essere proprio quello dell'alta correlazione tra le criptomonete e asset di investimento tradizionali come le azioni.

Perché è in calo l'interesse degli investitori istituzionali verso le criptomonete

In particolare, nel 2021 hanno puntato sulle criptovalute società come la Tesla (TSLA), ma anche grandi banche di Wall Street come la JPMorgan Chase (JPM) e come la Morgan Stanley (MS) che si sono aggiunte all'operatività ed all'interesse nel settore crittografico da parte degli hedge fund. Con chiare finalità speculative.

Di riflesso, ha riportato il portale CoinDesk.com, l'anno scorso le criptovalute sono esplose con la capitalizzazione di mercato che si è attestata in crescita del 185% rispetto al 2020.

Invece ora, con il rischio di stagflazione, e con il costo del denaro che è in aumento, non solo molti investitori istituzionali hanno tirato i remi in barca, ma come detto è aumentata sensibilmente pure la correlazione tra il Bitcoin (BTC) e l'andamento del mercato azionario, a partire da quello americano.

Dove la correlazione più forte sussiste tra la criptomoneta più capitalizzata ed il listino azionario Nasdaq dove sono quotati in prevalenza le società del settore hi-tech.

In altre parole, quegli investitori istituzionali che hanno aiutato le criptovalute a prosperare un anno fa, ora sono uno dei fattori del recente crollo. A pensarla così, per esempio, è Bob Iaccino che è strategist di Path Trading Partners nonché co-portfolio manager di Stock Think Tank.

Secondo l'esperto, infatti, rispetto al passato il mercato delle criptomonete è decisamente più maturo. Proprio perché una quota maggiore di partecipanti è rappresentata da istituzioni che ora sono esposte non solo nella finanza decentralizzata, ma anche in quella tradizionale.