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Borsa Usa: negativa l'ultima seduta della settimana

di FTA Online News pubblicato:
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La Borsa di New York ha chiuso l'ultima seduta della settimana in ribasso. Il Dow Jones ha perso lo 0,38%, S&P 500 l'1,04% ed il Nasdaq Composite l'1,59%.
Wall Street penalizzata dai timori di nuovi rialzi dei tassi da parte della Fed dopo i robusti dati sull'occupazione annunciato in giornata e le deludenti trimestrali di Alphabet, Amazon e Ford.
Tra i titoli in evidenza Amazon -8,43%. Il colosso dell'e-commerce ha comunicato risultati per il quarto trimestre segnati dal tracollo dei profitti netti da 14,3 miliardi a 278 milioni. Performance che, come tutto l'esercizio, è stata condizionata dalla partecipazione in Rivian Automotive, che nel primo trimestre del precedente anno fiscale aveva regalato al gruppo di Jeff Bezos una plusvalenza di 11,8 miliardi di dollari. I ricavi di Amazon sono cresciuti da 137,4 a 149,2 miliardi di dollari, contro i 145,4 miliardi del consensus di Refinitiv. A preoccupare il mercato è però soprattutto Amazon Web Services (Aws, il business dei servizi cloud), che ha segnato una crescita dei ricavi del 20% annuo (in rallentamento rispetto al 27% del terzo trimestre), a 21,4 miliardi di dollari, contro i 21,8 miliardi del consensus di FactSet.
Apple +2,44%. Il colosso di Cupertino ha comunicato risultati relativi al primo trimestre dell'esercizio 2023 segnati dal declino dei ricavi del 5,5% annuo a 117,15 miliardi di dollari, contro i 121,4 miliardi stimati dagli analisti. Si tratta della contrazione più netta in sei anni e, secondo i dati di FactSet, dal primo trimestre dell'esercizio 2018 in sole altre due occasioni Apple aveva fatto peggio delle attese del mercato in termini di ricavi. In realtà il risultato era prevedibile per gli effetti in positivo (sul precedente trimestre) e in negativo dei blocchi alla supply chain e dei lockdown in Cina.
Alphabet -2,75%. La holding di Google ha comunicato risultati per il quarto trimestre segnati da ricavi totali in rialzo da 75,30 a 76,05 miliardi di dollari, contro i 76,20 miliardi del consensus di FactSet. I ricavi al netto dei costi di acquisizione del traffico (ex-Tac) sono aumentati da 61,90 a 63,12 miliardi, appena sotto ai 63,20 miliardi attesi. Le vendite totali di pubblicità hanno però registrato un calo da 61,20 a 59,00 miliardi, sotto ai 60,44 miliardi del consensus di FactSet. Le entrate dall'advertising di YouTube sono scese da 8,63 a 7,96 miliardi. Google Cloud ha invece registrato una crescita dei ricavi da 5,54 a 7,32 miliardi.
Ford Motor -7,61%. Il gruppo automobilistico ha comunicato per il quarto trimestre profitti netti crollati da 12,3 a 1,3 miliardi di dollari. Il pari periodo del precedente esercizio era stato condizionato dalla maxi plusvalenza incassata grazie alla partecipazione in Rivian Automotive. Su base rettificata Ford ha comunque registrato un eps di 51 centesimi, sotto ai 62 centesimi del consensus di FactSet. I ricavi sono cresciuti del 17% annuo a 44,0 miliardi, contro i 41,4 miliardi stimati dagli analisti. Nell'intero esercizio Ford ha registrato un rosso di 2,0 miliardi di dollari condizionato oltre che da Rivian anche dalle svalutazioni su Argo Ai, la start-up attiva nello sviluppo di tecnologie per la guida autonoma che ha chiuso i battenti.
Sul fronte macroeconomico la crescita dei posti di lavoro a gennaio è stata pari (a esclusione del settore agricolo) a 517.000 unità, sostanzialmente raddoppiate rispetto alle 260.000 della lettura finale di dicembre (256.000 in novembre) e contro le 187.000 del consensus.Il tasso di disoccupazione ha segnato una flessione al 3,4% dal 3,5% di dicembre (3,6% in novembre), contro il 4,0% del gennaio 2022. Il dato si confronta con il progresso al 3,6% del consensus.
Il salario medio orario è salito dello 0,4% sequenziale, contro lo 0,4% della lettura finale di dicembre (e di novembre), in linea con il consensus. Su base annua i salari sono invece aumentati del 4,4% contro il 4,9% precedente (4,8% in novembre) e il 4,3% atteso dagli economisti.
L'indice S&P Global PMI servizi (lettura finale) è cresciuto a gennaio a 46,8 punti da 44,7 punti di dicembre. Il dato è migliore rispetto alla lettura preliminare (46,6 punti).
L'indice ISM non manifatturiero è cresciuto a gennaio a 55,2 punti da 49,2 punti (dato rivisto da 49,6 punti) di dicembre. Gli economisti avevano previsto un aumento a 50,4 punti.
Nell'arco della settimana il l'S&P 500 l'1,62% ed il Nasdaq Composite il 3,32%. In leggero calo il Dow Jones (-0,15%).

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