Scema l'euforia scattata dopo il dato sull'inflazione USA e si torna un po' con i piedi per terra: cosa aspettarsi?
Ancora un segnale di frenata per le principali Borse che dopo la corsa delle ultime giornate tirano un po' il fiato.
Indicazioni in tal senso sono arrivate già nella sessione di ieri, quando anche Piazza Affari ha chiuso in calo, con il Ftse Mib in rosso dopo ben otto giornate consecutive in salita.
La flessione mostrata ieri da Wall Street al close contagia oggi le Borse europee che viaggiano tutte in calo, con l'unica eccezione del Dax che sale in controtendenza dello 0,24%.
Dopo l'entusiasmo alimentato la scorsa settimana dal dato sull'inflazione USA, il cui rialzo inferiore alle stime aveva fatto sperare in una Fed meno aggressiva, gli investitori si mostrano più cauti.
A far scemare l'euforia ha contribuito anche l'aggiornamento relativo alle vendite al dettaglio che a ottobre negli Stati Uniti hanno mostrato un andamento tonico.
Tanto è bastato per riportare un po' gli operatori con i piedi per terra, complici i rinnovati timori che la Fed possa alzare ancora i tassi con una certa spinta.
C'è da dire che la frenata in atto sulle Borse, tanto europee quanto statunitensi, è anche frutto di un consolidamento dopo i rialzi messi a segno nelle ultime sedute.
La domanda che molti si pongono è se questa sia semplicemente una pausa o la fine del rialzo visto fino a ora.
Secondo gli analisti di Oanda, i mercati azionari potrebbero mostrare un andamento un po' incerto fino a quando non ci sarà un'indicazione più chiara sulle prossime mosse della Federal Reserve in materia di politica monetaria.
In pratica serve capire meglio se la Banca Centrale USA potrà sospendere il rialzo dei tassi o se invece dovrà proseguire lungo questa via.
Non è facile dare una risposta a questo interrogativo e molto dipenderà dai prossimi aggiornamenti macro.
A detta degli esperti di Oanda, infatti, se i dati futuri confermeranno la traiettoria al ribasso dell'inflazione, come emerso dall'indicazione diffusa la scorsa settimana, allora si potrà dire che l'azionario statunitense avrà toccato il fondo.
La cautela dunque è d'obbligo, perché da una parte c'è qualche timido segnale sul fronte dell'inflazione che può far ben sperare in una Fed meno "cattiva", dall'altra però altre Banche Centrali dovrebbero mostrare ancora il pugno duro, come nel caso della BCE che dovrebbe alzare ancora i tassi, recuperando così il ritardo di azione su questo fronte.
Da ricordare inoltre che al sospiro di sollievo delle Borse per un'inflazione meno forte, si aggiungerà il sussulto di una recessione ormai alle porte un po' ovunque e non è ancora detto che i mercati azionari abbiano già scontato in toto uno scenario di questo tipo.
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