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Bper, seduta brillante dopo dati del trimestre

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
3 min

L’utile di Bper Banca perde il 71%, ma è gran parte dovuto al badwill dello scorso anno relativo alle filiali ex Ubi Banca. La gestione operativa cresce a due cifre. Si attendono ancora novità su Carige.

Bper, seduta brillante dopo dati del trimestre

Seduta brillante oggi (10 maggio 2022) per BPER dopo la pubblicazione dei dati del primo trimestre del 2022: l’azione della banca nel primo pomeriggio segna ancora un balzo di oltre 10 punti percentuali a 1,67 euro e ha toccato un massimo a 1,6875 che ha sfidato da vicino top del 29 marzo scorso.

Niente di eclatante in termini grafici, ma sicuramente l’azione si prepara bene in vista del dividendo da 0,06 euro che andrà in stacco il prossimo 23 maggio.

Quello che sorprende a una rapida lettura del comunicato è il crollo dell’utile per la capogruppo di oltre il 71% a 112,67 milioni di euro. Nel primo trimestre del 2021 erano stati di oltre 400 milioni, ma erano stati gonfiati da oltre un miliardo di avviamento negativo: si tratta esattamente del differenziale patrimoniale positivo o badwill o avviamento negativo da ben 1,127 miliardi di euro generato dall’acquisizione dei rami di azienda di Intesa Sanpaolo.

D’altronde in quell’occasione entrarono nel gruppo 5.107 nuove risorse e 620 sportelli su 587 filiali ex Ubi Banca che accrebbero notevolmente le dimensioni dell’istituto e imposero l’impairment test.

Tecnicamente quegli 1,127 miliardi sono l’importo determinato al termine del Purchase Price Allocation. Insomma introiti straordinari poco utili a comprendere l’evoluzione dell’operatività corrente del gruppo.

Bper: cresce del 54% la gestione operativa

Se si guarda all’ordinario però i conti trimestrali rivelano quella crescita che il mercato sembra premiare in queste ore. Il margine d’interesse è balzato del 9,58% a 376,4 milioni di euro e le commissioni sono cresciute del 37,31% a 450,55 milioni, in calo del 22,69% i risultati netti della finanza a 48,9 milioni, ma non impediscono ai proventi operativi netti una crescita del 16,64% a 883,74 milioni.

Crescono meno (ed è un bene) gli oneri operativi posti a 558,42 milioni (+2,19%), con il risultato di un risultato della gestione operativa in miglioramento del 54,03% addirittura a 325,31 milioni.

Molto interessante anche il crollo del 72,98% delle rettifiche di valore netto per rischio di credito: soli 113,16 milioni contro gli oltre 418 del primo trimestre del 2021. Più in basso nel conto economico si hanno le alterazioni dovute all’avviamento negativo di cui sopra, che però, appunto, rischiano di essere fuorvianti.

La raccolta diretta è sostanzialmente stabile a 99,37 miliardi (-1,99%), per oltre 94 miliardi riconducibile ai debiti verso la clientela. La raccolta indiretta sale a 161,3 miliardi.

Bper: nessun impatto diretto da Russia, NPE ratio al 4,9%

Bper segnala anche la mancanza di esposizioni dirette verso la Russia (nel senso di esposizioni verso controparti di stanza nel Paese), il costo del credito annualizzato, anche spesando gli impatti attesi dalle esposizioni in Russia flette da 67 pb nel 2021 a 57 pb alla fine del primo trimestre 2022. Il CET 1 ratio fully phased è al 13,64 (requisito minimo SREP all’8,3%) in miglioramento di 14 pb in tre mesi.

I crediti netti verso la clientela sono pari a € 78,7 miliardi (-0,5% da fine 2021). I crediti “performing” netti sono pari a € 77,1 miliardi (-0,5% da fine 2021), di cui € 7,5 mld di crediti garantiti dallo Stato.

Le sofferenze sono a 2,0 miliardi (-0,4% da fine 2021), le inadempienze probabili a 1,9 mld (+0,5%), gli scaduti a 109,6 milioni (-14,2%). Complessivamente sui crediti lordi verso la clientela da 81,6 miliardi, si contano 4 miliardi di deteriorati (-0,4%) con un NPE ratio lordo al 4,9%

Bper: nessuna novità su Carige in attesa del piano di giugno

Ovviamente non è da dimenticare la prevista operazione di conquista di Carige, l’ad di Bper Piero Montani ha auspicato un via libera delle autorità in tempi brevi. Lo scorso 14 febbraio il gruppo ha sottoscritto il contratto di acquisizione dell’80% della banca ligure dal Fondo Interbancario e dallo Schema Volontario di Intervento.

Come ricordato quel giorno, l’operazione prevede l’acquisizione per un euro simbolico e il versamento in conto capitale di Carige di un contributo da 530 milioni di euro al closing.

L’opa che ne dovrebbe derivare sarebbe da 0,80 euro ad azione per ogni titolo Carige e Bper dovrebbe beneficare della conversione delle DTA collegate all’acquisizione in crediti d’imposta. Nuovi dettagli forse arriveranno con il nuovo piano industriale previsto per giugno.