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Comparto energetico, quanto può salire ancora?

di Alessandro Chini pubblicato:
2 min

Il comparto energetico è sicuramente uno dei settori che ha contribuito concretamente al recupero dei listini azionari dai minimi del 2020. Vediamo allora se vi siano e quali siano gli ulteriori margini di apprezzamento del comparto.

Comparto energetico, quanto può salire ancora?

Quali spunti si possono trarre attualmente dal grafico di questo indice? Sono ancora ampi i margini di apprezzamento?

Per rispondere a queste domande apriamo il grafico settimanale dell'indice. Quello che spicca subito alla vista è la realizzazione di un ampio doppio minimo, estremamente preciso, che è stato disegnato dai prezzi nel corso del 2020, con i bottom toccati inizialmente a marzo in area 8550 e poi replicati in chiusura del mese di ottobre.

La configurazione è stata poi avallata dal superamento di area 12700 a marzo 2021 ed il target della stessa raggiunto a 16800 circa lo scorso marzo. L'indice ha poi proseguito la corsa fino sui 17500 punti attuali, dando l'impressione di voler risalire almeno fino sulla resistenza strategica a 18700/18800 circa.

Su tali livelli sono posizionati i massimi del 2018 e del 2019, riferimenti che il mercato ha provato ad oltrepassare almeno in 5 occasioni ma dai quali è stato poi sempre respinto. E su tali livelli è presente anche l'ultimo dei ritracciamenti significativi (Fibonacci) della discesa dai top del 2013.

Insomma una vera e propria barriera risultata insormontabile negli ultimi sei anni che ora l'indice cercherà di abbattere. Va comunque detto che per arrivare in area 18800 i corsi dovranno salire di un altro 7 per cento abbondante dai livelli attuali e che il prossimo segnale di conferma giungerà con il superamento dei massimi delle ultime settimane a 18000 circa.

Indice del comparto energetico, ecco i livelli chiave

Il quadro grafico appare ben sostenuto dalla linea che sale dai minimi dello scorso luglio, ora poco sotto 16500, un primo riferimento da monitorare con attenzione nel breve, la cui violazione comporterebbe il probabile affondo verso 15500, altro riferimento critico nel medio periodo.

L'eventuale superamento di area 18800, rappresenterebbe invece una vera e propria svolta per tutto il comparto, preludio al riavvicinamento ai record di dieci anni fa in area 25000. Un obiettivo sicuramente ambizioso e molto interessante, il cui raggiungimento implicherebbe però non poche problematiche su altri fronti:

una su tutte il fatto che il prezzo del petrolio salga corposamente rispetto al livello attuale già di per se elevato, con la conseguente ulteriore fiammata dell'inflazione e le ripercussioni del caso sull'economia, in seguito al più che probabile rialzo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, che rischierebbe di soffocare la ripresa economica.

In definitiva uno scenario, quello del rialzo dell'indice energetico, che in questo momento non è probabilmente il più auspicabile.