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Cosa implica il super dollaro per chi investe in azioni

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Cosa comporta la forza del dollaro per i profitti delle aziende Usa? Conviene investire nelle azioni statunitensi in questo momento?

Cosa implica il super dollaro per chi investe in azioni

Dollaro forte contro tutti

L'apprezzamento della moneta Usa, sia sull'euro sia su un paniere delle principali valute, rappresentato dal dollar index, è stato molto evidente nel 2022: l'euro dollaro è sceso del 10% circa e il dollar index è salito dell'1,5% circa (il dollaro è risultato molto forte anche contro yen).

Dollaro e utili aziendali

Per gli Usa il rafforzamento della moneta ha degli effetti ovvi ma anche altri meno ovvi. Quelli a cui tutti possono pensare sono la maggiore convenienza delle importazioni e la maggiore difficoltà ad esportare, ma è molto rilevante anche l'impatto sui profitti delle aziende. Il 40% circa degli utili delle aziende comprese nel paniere dell'S&P500 arriva infatti dall'estero, quindi una volta convertiti in dollari pesano meno sul risultato finale, rendendolo di fatto peggiore.

Alcuni casi concreti

Emblematico il caso di IBM, che ha presentato questa settimana la trimestrale. Il titolo ha sofferto molto martedì nonostante la società abbia registrato un progresso dei ricavi da 14,22 a 15,54 miliardi, contro i 15,08 miliardi attesi.

A deprimere i corsi è stata soprattutto la revisione al ribasso del free cash flow, atteso adesso a 10 miliardi di dollari, contro 10,0-10,5 miliardi della precedente guidance.

Il chief financial officer Jim Kavanaugh ha motivato la revisione con la forza del dollaro oltre che con la sospensione delle attività in Russia.

Anche Johnson & Johnson ha annunciato utili e un fatturato per il secondo trimestre del 2022 migliori delle attese degli analisti ma ha tagliato l'outlook sui profitti dell'intero anno a causa dell'impatto negativo dollaro forte.

Le stime sull'utile per azione del 2022 sono state abbassate nel range compreso tra $10 e $10,10, dalla precedente forchetta tra $10,15 e $10,35.

Il dollaro forte costa 40 miliardi di utili

Alcuni osservatori calcolano l'effetto sugli utili delle aziende del dollaro forte in una riduzione in media del 4,5% circa, non poco considerando il periodo difficile che sta vivendo l'economia. Altri quantificano in 40 miliardi di dollari, solo nel primo semestre del 2022, l'impatto del dollaro sugli utili aziendali (erano stati 8 miliardi nello stesso periodo dell'anno precedente).

Il caso delle aziende europee

Il discorso è ovviamente opposto per le aziende europee, Essilor Luxottica ad esempio, che è molto attiva negli Usa, ha visto crescere il fatturato del Nord America nel primo trimestre dell'8% circa a cambi costanti ma del 16% a cambi correnti. Per gli europei però c'è anche l'altro lato della medaglia, ovvero l'aumento dei costi delle materie prime (e quindi anche dell'inflazione) che sono per la maggior parte quotate in dollari.

Dollaro e inflazione

La forza del dollaro ha inoltre effetti deflazionistici pari a quelli di un rialzo dei tassi di interesse. In un suo intervento Lael Brainard, vice presidente della Fed, aveva quantificato che l'effetto di un rialzo del 20% del dollaro equivale a circa ad una aumento di 200 punti base dei tassi di interesse. Il movimento visto nel 2022 equivale quindi circa ad un incremento dell'1% del costo del denaro come effetto sull'economia statunitense.

Le azioni Usa restano favorite

Difficile dire quale sarà l'effetto netto del dollaro forte sulla borsa, e sull'economia, Usa e su quella europea. Tendenzialmente è possibile ipotizzare che alla fine i maggiori vantaggi li avrà chi può contare su una moneta forte, quindi per l'investitore nostrano avrebbe senso spostare l'attenzione oltre oceano sia per quello che riguarda l’andamento dei bilanci sia ovviamente per l’effetto cambio.

Il dollaro salirà ancora?

Ma fino a dove potrebbe spingersi il dollaro? Sul grafico del dollar index è visibile una figura di forma triangolare (ma non si tratta di un "triangolo" così come viene definito dagli analisti tecnici), un "pennant", disegnato tra il gennaio del 2017 e l'aprile del 2022.

Se l'ipotesi che quello disegnato sia un "pennant" è corretta allora ci si può attendere un proseguimento del rialzo almeno fino in area 112,50 con un target successivo a 118 circa. Ripiegamenti nel breve non si possono escludere, se la Bce deciderà di alzare i tassi di 50 punti base nella prossima riunione si verrebbero a creare i presupposti per uno storno, la solo movimenti al di sotto di area 103 metterebbero in discussione lo scenario rialzista.

Per quello che riguarda l'euro dollaro il "pennant", completato a fine aprile, proietta obiettivi in area 0,95 almeno, con target successivo a 0,87 dollari per euro circa. Anche in questo caso rimbalzi temporanei sono possibili, solo il superamento di area 1,0650 sarebbe tuttavia un primo indizio in favore di un cambiamento di scenario.