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La Fed ci va giù pesante, la borsa apprezza

di Alessandro Magagnolipubblicato:

La Federal Reserve alza i tassi di 75 punti base, una vera cannonata all’inflazione, l’intervento risoluto che la borsa sperava. Attenzione però a cantare vittoria, la situazione resta complessa.

La Fed ci va giù pesante, la borsa apprezza

La Fed abbandona la prudenza

Il detto "sell the rumor and buy the fact" spesso si dimostra corretto, e anche questa volta, in occasione dell'intervento della Fed sui tassi di interesse, ha funzionato. La Federal Reserve ha alzato i tassi di 75 punti base, con un voto di 10 a 1 (il presidente della Fed di Kansas City avrebbe preferito un incremento di soli 50 punti base) il maggiore rialzo dal 1994, ma le borse hanno reagito positivamente, il Nasdaq Composite ha superato il 2% di rialzo.

I tassi sui Fed Funds sono ora nel range 1,25% - 1,75%. Il Chairman della banca, Jerome Powell, durante la conferenza stampa successiva alla decisione, non solo ha ammesso che la mossa intrapresa è "insolitamente ampia e non comune" ma ha anche aggiunto che il meeting di luglio porterà un altro rialzo, o da 50 o da 75 punti base.

Probabilmente la banca centrale ha realizzato che la volatilità dei mercati è legata più all'incertezza della politica monetaria che all'entità degli interventi: le borse hanno capito che combattere l'inflazione, che a maggio ha toccato l'8,6%, in questo momento è la priorità, vogliono quindi un intervento deciso e rapido, che permetta di tornare a ragionare su altri temi quanto prima.

La Fed “ahead of the curve”

Negli ultimi mesi la Fed è stata criticata per essersi mossa in ritardo, per essere rimasta dietro la curva dell'inflazione, adesso sembra invece che abbia deciso finalmente di anticiparla.

Le attese della banca centrale sono che i tassi saranno, in base alla media delle proiezioni, al 3,375% per la fine dell'anno (mancano 4 meeting nei quali i tassi dovranno quindi salire dell'1,75%). Alla fine del 2023 i tassi dovrebbero essere al 3,75% per poi iniziare a scendere nel 2024.

L'effetto sui mutui è stato devastante, quelli a 30 anni a tasso fisso sono già in molti casi quotati oltre il 6%, su livelli che non si vedevano dal 2008. La domanda immobiliare si sta fermando, una brutta notizia per la crescita economica.

Soft landing possibile?

Prima l'inflazione sarà sotto controllo prima i tassi potranno tornare a scendere (anche perchè nel frattempo c'è il rischio di entrare in recessione). Un "soft landing" è ancora possibile, ovvero un ritorno dell'inflazione a livelli accettabili senza che questo comporti un'entrata in recessione, ma Powell ha ammesso che "is not getting easier", non sarà facile.

I membri del Fomc si aspettano un pil in crescita dell'1,7% quest'anno e il prossimo (le precedenti proiezioni, di marzo, ipotizzavano un 2,8% nel 2022 e un 2,2% nel 2023).

La disoccupazione potrebbe salire al 3,7% a fine 2022 (dall'attuale 3,6%) per poi salire lentamente fino al 4,1% nel 2024.

L'inflazione core (al netto di alimentari ed energia) adesso è attesa al 4,3% nel 2022 dal 4,9% di aprile e dal probabile 4,7% di maggio.

Scendono i rendimenti

Un chiaro segnale che i mercati ritengono corretto l'atteggiamento della Fed è il comportamento dei bond a 10 anni, il cui rendimento si è ridimensionato al 3,39% dal 3,48% del giorno prima.

Bene i giganti high tech

A trascinare la volata del Nasdaq sono stati i grandi nomi del listino, quelli che di recente erano i più penalizzati, Microsoft, Nvidia, Amazon.com, Tesla e Netflix sono saliti tutti del 3% o più (rispettivamente +2,97%, +4,36%, +6,26%, +5,48%, +7,50%).

Nasdaq, rialzo benvenuto ma non risolutivo

Il rialzo del 2,5% del Nasdaq Composite, a 11099 punti, è sicuramente benvenuto, ma i massimi di seduta, a 11244, non sono nemmeno riusciti a ricoprire il gap ribassista di lunedì, con lato alto a 11328. E sopra quello ce ne è un altro, lasciato il 10 giugno, con limite superiore a 11752.

Solo con il superamento di queste due resistenze il mercato dimostrerebbe di volere veramente credere che la situazione, per quanto complessa, è sotto controllo e che è il momento di andare a ritracciare una porzione rilevante del ribasso degli ultimi mesi, con un primo obiettivo a 12270, sulla media mobile esponenziale a 50 giorni.

Fino a che area 11750 non sarà alle spalle il rimbalzo sarà da considerare fragile, più un'occasione per avviare strategie di copertura dell'attivo eventualmente in essere che per intraprendere strategie rialziste.

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