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Fondi Comuni: quale categoria scegliere?

di Enrico Danna pubblicato:
3 min

Per un risparmiatore, i fondi comuni di investimento possono rappresentare una modalità di allocazione delle proprie risorse finanziarie al fine di ottenere una giusta diversificazione del proprio portafoglio all’interno di una corretta pianificazione finanziaria precedentemente individuata. Non sempre, però, è facile districarsi nella giungla dei fondi. Cerchiamo di fare chiarezza

Fondi Comuni: quale categoria scegliere?

Tabella dei Contenuti

Fondo comuni: le tipologie 

Fondo comuni: le tipologie 

Volendo ragionare per sommi capi, possiamo individuare alcune macro aree nelle quali è possibile suddividere i fondi comuni di investimento: monetari, obbligazionari, bilanciati e azionari

Ognuno di essi persegue obiettivi diversi con tempistiche e gradi di rischio differenti. 

I fondi monetari sono, di norma, considerati una forma di parcheggio della liquidità che non si vuole lasciare sul conto corrente e che è in attesa di essere dirottata altrove (destinazione, tempistiche e modalità da decidersi successivamente). 

I fondi obbligazionari investono i capitali raccolti in titoli di Stato ed obbligazioni e, di norma, presentano un grado di rischio inferiore a quelli bilanciati ed azionari. 

I fondi bilanciati sono caratterizzati dal fatto di avere un bilanciamento del portafoglio tra obbligazionario ed azionario mentre i fondi azionari investono esclusivamente sui mercati borsistici di riferimento. 

Fondi: quali rendimenti possono avere? 

Parlare di rendimenti è sempre piuttosto difficile a meno che non ci si riferisca alla storicità degli stessi: in questo caso si hanno dati precisi che possono costituire sicuramente un buon riferimento ma che non danno alcuna garanzia di reiterazione. 

Il concetto di rendimento è sempre collegato a quello di rischio: tanto maggiore è la possibilità di ottenere dei ritorni economici importanti quanto più alto è il rischio che si deve correre per poterli raggiungere. 

Le domande sono: quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere? Quali sono la nostra propensione e tolleranza al rischio? Come reagiamo o potremmo reagire in caso di perdite anche elevate? 

Inoltre, è necessario uscire dagli schemi preconfezionati che, per diverso tempo, hanno dominato menti e mercati, ovvero azioni uguale rischio, obbligazioni uguale porti sicuri. 

L’anno 2022 ha dimostrato che le cose non stanno più così e che, paradossalmente, facendo un raffronto, ha subito le perdite maggiori chi era posizionato sul comparto obbligazionario piuttosto che coloro che avevano investito sulle azioni o sui fondi azionari puri o bilanciati. 

Investire nei fondi: qualche idea 

In attesa che l’anno in corso giunga finalmente al suo epilogo, si può fare qualche considerazione su dove potrebbe essere interessante allocare le proprie risorse o dirottare quelle parcheggiate in altre forme di investimento. 

Il possibile cambio di scenario economico, con la ventilata fine dei rialzi dei tassi di interesse da parte delle banche centrali, potrebbe sicuramente favorire l’azionario e concedergli una ripresa delle quotazioni dopo la parentesi negativa del 2022. 

Non è da sottovalutare, inoltre, la possibilità di monitorare a dovere i cosiddetti fondi settoriali, ovvero quelli che vanno ad investire su uno specifico comparto economico. Quelli legati alla “green economy”, per esempio, potrebbero avere interessanti margini di crescita nei prossimi anni. 

A livello di macro aree, puntare sull’America è quella scelta che, per un motivo o per l’altro non dovrebbe mai deludere, in quanto l’economia americana è quella che, indiscutibilmente, funge da traino e che si dimostra più reattiva nonché riconoscente nei confronti dei propri investitori. 

Un consiglio spassionato può essere quello di diversificare non solo per tipologia di gestori, fondi e aree di investimento ma anche da un punto di vista temporale. Utilizzare un piano di accumulo o comunque entrare sui mercati in momenti diversi, potrebbe rappresentare una scelta vincente. 

 

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