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Borse, tempesta in corso, è lontano il porto?

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

Lo S&P500 perde più del 20% dai massimi di inizio anno ed entra in "bear market". Il Ftse Mib conserva però la possibilità di un rimbalzo, ecco a quali condizioni.

Borse, tempesta in corso, è lontano il porto?

Borse giù a capofitto con rialzo rendimenti bond

Il forte calo iniziato per le borse settimana scorsa (il Ftse Mib nell'ultima ottava ha perso il 6,70%, seconda peggiore performance dall'ottobre del 2020) prosegue anche oggi, l'indice italiano infatti al momento cede il 2,85% circa, quello tedesco il 2,3%, il future sul Dow Jones è in ribasso di 600 punti. Il dato sull'inflazione Usa di maggio, che ha mostrato un rialzo dell'8,6%, contro l'8,3% atteso, ha destabilizzato il mercato dei bond, con i rendimenti che sono schizzati al rialzo (e quindi i prezzi al ribasso) coinvolgendo, o meglio, sconvolgendo, anche le borse.

Per dare un'idea dell'ampiezza dei movimenti il rendimento sui titoli di stato Usa con scadenza a due anni è ai massimi dal 2007.

Italia anello debole

Quando si parla di rialzo dei rendimenti ovviamente l'Italia, con il suo debito pubblico monstre (del quale molto è nella pancia delle banche), è l'anello debole della catena, è lo è non solo sul fronte dello obbligazioni ma anche per l'azionario, un po' per motivi psicologici (se l'Italia è vista un posto rischioso dove mettere i soldi lo è in generale, dall'estero non si fanno grosse distinzioni di asset class), un po' per motivi oggettivi, tra i quali probabilmente il grosso peso che i titoli bancari hanno all'interno del listino.

In un clima di debolezza generalizzata di bond e azioni quindi l'Italia soffre sia per motivazioni esterne, la forte correlazione che lega il nostro agli altri mercati, sia interne, la già citata mole del debito e la possibile fragilità di un sistema bancario che detiene molto di questo debito e che rischia di trovarsi ad operare in un contesto di economia debole, quindi di aumento dei crediti in sofferenza.

L’indice Ftse Mib tuttavia rimane al di sopra dei minimi di marzo, da un punto di vista grafico quindi il ribasso è preoccupante ma ancora non ha superato il punto di non ritorno.

Il dollaro resta forte nonostante la Bce

Per il momento il cambio euro dollaro, nonostante le indicazioni bellicose della Bce, continua a scendere, evidentemente gli operatori valutano che il dato sull'inflazione statunitense costringerà la Fed ad essere ancora più aggressiva della Banca europea sul fronte del rialzo dei tassi.

Sono molti gli investitori che iniziano a scontare uno o più rialzi dei tassi da parte della Fed di 75 punti base e non più da 50 punti base come nell'ultimo intervento.

La conseguenza di queste mutate aspettative sono che adesso il 70% degli economisti intervistati dal Financial Times ritiene probabile un ingresso in recessione per gli Usa già a partire dalla prima metà del 2023.

Bitcoin in caduta libera

A dare un'impressione che la discesa delle borse e dei bond delle ultime ora sia qualche cosa di più di una reazione emotiva ad un dato macro particolarmente brutto è anche l'andamento del Bitcoin, crollato in una sola seduta, quella odierna, da 27400 a 23300 dollari circa. Per ripristinare una parvenza di positività servirebbe il ritorno al di sopra dei 25000 dollari.

S&P500 in “bear market”

Ma anche l'andamento dello S&P500, in area 3800 punti, fa risuonare chiaro un messaggio: l'indice è entrato in una fase "bear", scendendo per più del 20% rispetto ai massimi da inizio anno a 4818,62. Il livello di guardia infatti e quello dei 3855 punti.

Per convenzione quando uno dei principali indici della borsa Usa perde più del 20% dai massimi gli operatori iniziano ad assumere comportamenti consoni per quel paniere con una vera e propria tendenza ribassista e non più con una semplice fase correttiva, la differenza principale è che smettono di comprare sui ribassi e iniziano a vendere sui rialzi.

Correlazione Usa Ita elevata

La correlazione tra S&P500 e Ftse Mib è elevata, attualmente a 0,8 circa (l'indice di correlazione arriva al massimo a 1, quindi un valore di 0,8 è molto significativo), l'ingresso in "bear market" da parte dello S&P500 è quindi una brutta notizia anche per il nostro indice.

Supporto chiave a 3800 per lo S&P500

E sul grafico dello S&P500 a 3810, in corrispondenza del minimo del 20 maggio, c'è un supporto chiave, il 38,2% di ritracciamento del rialzo dai minimi di marzo 2020.

In caso di una chiusura di seduta sotto area 3800 diverrebbe difficile evitare il proseguimento della discesa almeno fino al gradino successivo della scala di Fibonacci, quello del 50%, posto a 3500 circa.

Una volta su quei livelli il mercato potrebbe avere poi la tentazione di ricoprire il gap rialzista del 4 novembre 2020, a 3389 punti, prima di ragionare sui presupposti per un rimbalzo.

Se invece oggi lo S&P500 dovesse terminare la seduta al di sopra di area 3800 rimarrebbe aperto uno spiraglio per un tentativo di rimbalzo.

Ftse Mib sopra ai minimi di marzo

Per il Ftse Mib invece il supporto critico è a 21060, dove si colloca il minimo di marzo, coincidente con il 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi di marzo 2020.

Per adesso c'è ancora un discreto cuscinetto prima che l'indici arrivi a mettere sotto pressione quei livelli, il minimo odierno è stato a 21894 e adesso l'indice è rimbalzato a 21905 circa (sempre in calo del 2,85% comunque).

Sotto area 20160 il target si sposterebbe sul 61,8% di ritracciamento, a 19500 circa, ma fino a che il 50% di ritracciamento tiene si può mantenere una speranza, moderata, che la forte accelerazione ribassista delle ultime sedute possa essere almeno in parte annullata, con rimbalzi in area 23500/24000.

Comprare sul ribasso, data la condizione dello S&P500, appare in ogni caso rischioso, ma se l'indice dovesse riuscire a risalire al di sopra di area 22750/850 i più ardimentosi potrebbero iniziare a valutare la possibilità di avviare strategie rialziste di breve termine.