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Gas alle stelle: euro in caduta libera

di Simone Ferradinipubblicato:

L'euro precipita sui minimi dal 2002 contro dollaro in scia al crescere delle possibilità di assistere a una recessione in Europa. Il riavvicinamento del prezzo del gas verso i livelli visti subito dopo l'inizio della guerra in Ucraina rappresenta un fattore di rischio determinante

Prezzo gas verso i massimi di marzo

Mercati finanziari in fibrillazione a causa del balzo del prezzo del gas. Il contratto Dutch TTF Gas Future per consegna agosto (quello di riferimento per volumi scambiati) attualmente segna 164,45 euro/MW, +1,0% rispetto alla chiusura di ieri ma in mattinata ha sfiorato i 176. Il rally delle ultime 3-4 settimane è notevole: la chiusura del 13 giugno è stata a 84,77 circa, ora siamo a circa il doppio. Le trattative a livello UE sulla possibilità di introdurre un tetto al prezzo del gas sembrano quindi aver sortito l'effetto opposto. Ricordiamo che il 7 marzo le quotazioni della materia prima toccarono i 345 euro/MW.

Nelle settimane successive le quotazioni persero nettamente terreno assestandosi intorno a quota 100, livelli comunque enormemente superiori a quelli della primavera di un anno prima, pari a 15-20 euro/MW. Una correzione era stata anticipata da molti osservatori dato che il periodo climaticamente più difficile stava finendo e quindi la domanda di gas avrebbe toccato i minimi annuali. Si ipotizzava anche che le tensioni sarebbero tornate sul finire dell'estate, ovvero durante la fase di accumulo delle scorte in vista dell'autunno/inverno. Purtroppo il prezzo del gas è tornato a crescere molto prima delle previsioni, ponendo a serio rischio la tenuta della congiuntura in Europa.

L'effetto sull'economia

L'aumento del prezzo dell'energia si ripercuote sull'economia tramite la riduzione del potere di acquisto dei consumatori: le bollette di elettricità e gas, già salite notevolmente, potrebbero subire ulteriori rincari causando un taglio delle spese non indispensabili (e magari anche una riduzione di quelle considerate fondamentali). Esiste, anche se con percentuali di probabilità molto basse, il rischio di razionamento dell'energia: in tal caso ci sarebbero problemi anche sul lato dell'offerta.

Euro sotto pressione

La reazione dei mercati è chiara con Borse in netta flessione, obbligazionario positivo grazie all'arrivo dei capitali in uscita dall'azionario ed euro in caduta libera. La moneta unica subisce un doppio colpo: da un lato la prospettiva di indebolimento dell'economia dell'eurozona e dall'altro il confronto con il dollaro sul quale i tassi d'interesse saliranno ulteriormente e in misura consistente grazie all'aggressività della Federal Reserve nel combattere l'inflazione. Il risultato è che EUR/USD poco fa ha toccato a 1,0248 il minimo da dicembre 2002, rompendo i supporti a 1,0340-1,0350 rappresentati dai minimi del 2016-2017 e maggio-giugno. Prossimo obiettivo in area 0,96 ed eventualmente, ottica di medio-lungo periodo, sul minimo storico dell'ottobre 2000 a 0,8230.

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