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L'Angolo del Trader

di FTA Online News pubblicato:
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Intesa Sanpaolo perde terreno nell'ultima seduta della settimana. I risultati del primo trimestre non hanno deluso, delude invece il taglio della guidance causato della guerra in Ucraina. Il risultato netto consolidato, escludendo gli 800 milioni di rettifiche di valore per Russia e Ucraina, è pari a 1.670 milioni (+10,2% rispetto a 1,516 miliardi del primo trimestre 2021). Per il 2022 Intesa si attende un utile netto superiore ai 4 miliardi nell'ipotesi che non vi sia un drastico cambiamento nell'offerta di materie prime e di energia. In precedenza era stato indicato come raggiungibile un risultato oltre i 5 miliardi. Il titolo ha provato a mantenersi al di sopra della chiusura di giovedì a 1,9246, le quotazioni si sono infatti spinte fino a 1,94, tuttavia l'intonazione ribassista del mercato lo ha poi spinto in territorio negativo. I prezzi sono scesi al di sotto del minimo del 27 aprile a 1,8770, un supporto rilevante, dove si colloca il 61,8% di ritracciamento del rialzo dal minimo di marzo. La violazione di questo riferimento ricavato dalla successione di Fibonacci rischia di anticipare il ritorno sul minimo di marzo a 1,6816. Solo recuperi al di sopra di area 1,92 sarebbero un primo indizio in favore di un recupero che necessiterebbe poi di una conferma con la rottura dei 2 euro. In quel caso possibile il test di area 2,10.

Stellantis ha chiuso la seduta di venerdì in rialzo del 3,2%, reagendo dopo il pesante calo del giorno precedente. Il ribasso era arrivato in scia ai dati del primo trimestre, chiuso con ricavi netti per 41,5 miliardi di euro, +12% a/a e sopra le attese, nonostante un calo del 12% delle consegne "principalmente a causa della mancata evasione di ordini per l'approvvigionamento di semiconduttori". Confermata la guidance 2022 "nonostante le condizioni sfavorevoli in termini di approvvigionamenti e di inflazione, grazie al successo dei modelli e alle partnership strategiche". Equita, Banca Akros e Intesa Sanpaolo hanno ridotto i rispettivi target ma con raccomandazioni buy confermate. Graficamente il titolo ha archiviato venerdì una candela settimanale "hammer", come la precedente, dalle implicazioni rialziste con base a 12,20, sul 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi di marzo 2020, supporto già toccato il 7 marzo. Oltre 13,20 atteso il test di 13,91, lato alto del gap del 19 aprile, poi resistenza a 15,52, sul massimo del 29 marzo e dunque potenziale base per la realizzazione di un doppio minimo che possa rilanciare le ambizioni di crescita dei prezzi. Solo sotto 12,09 rischio di cali anche estesi con target fino a 10,35 circa.

Performance positiva venerdì per Sanlorenzo (+2,32% a 33,10 euro) che chiude il primo trimestre 2022 con ricavi netti nuovo a 164,4 milioni di euro (+39,3% a/a), EBITDA rettificato a 25,9 milioni (+49,6%), risultato netto di gruppo a 14,0 milioni, +69,3%. Nuovi ordini per 262,4 milioni, rispetto a 144,7 milioni l'anno scorso. Portafoglio ordini a 1.178,0 milioni da 553,4 milioni l'anno scorso. Il portafoglio riferito all'esercizio in corso è pari a 628,1 milioni e permette già ora di coprire buna parte dei ricavi attesi (700-740 milioni). L'esposizione a clienti di nazionalità russa "risulta marginale e distribuita su tre esercizi, precisando che si tratta di soggetti non colpiti da sanzioni internazionali a livello individuale (cd. "Specially Designated Nationals") e che alla data odierna nessun ordine è stato cancellato da parte dei clienti". Inoltre Sanlorenzo "non ha fornitori in Russia e nelle aree interessate dal conflitto". Guidance 2022 confermata. L'analisi del grafico mette in evidenza l'oscillazione del titolo a ridosso del supporto a 31,80 euro circa rappresentato dal ritracciamento di Fibonacci del 61,8% di quanto guadagnato dal minimo dell'8 marzo a 27,15. Si tratta di un riferimento determinante per scongiurare il rischio di inversione e ritorno sui 27,15. Il superamento di 34,35 preannuncerebbe invece l'attacco a quota 36, ostacolo oltre il quale le quotazioni potrebbero puntare verso 39,40 (massimo del 30 marzo) e sul record storico del 23 febbraio a 41,90.

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