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L'Angolo del Trader

di FTA Online News pubblicato:
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Seduta difficile ieri per Finecobank (-1,88% a 16,6350 euro, minimo intraday a 16,22) ma il titolo riesce nel finale a limitare i danni. Jefferies ha avviato la copertura sulle azioni della banca specializzata nel trading on line con giudizio underperform e target a 14,80 euro. Per gli analisti della banca americana il margine di interesse 2023 e 2024 sarà il 6% sotto il consensus, mentre l'utile netto 2024 stimato si colloca il 5% sotto le attese del mercato. Il report pone l'accento sul costo dei depositi, in vista di ulteriori rialzi dei tassi ufficiali: in particolare gli analisti si domandano se il beta dei depositi sia così basso come indicato dal management. Jefferies riconosce comunque a Finecobank un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza in termini di crescita di masse e minori costi. L'analisi del grafico mette in evidenza il rally partito a settembre da 10,50 euro circa in direzione del record storico del novembre 2021 a 17,51. Una vittoria confermata in chiusura di seduta sul recente massimo a 17,03 permetterebbe a Finecobank di attaccare i 17,51: in caso di successo via libera verso 18,20, lato alto del canale che conduce il rialzo degli ultimi mesi. Discese sotto 15,85 creerebbero invece le premesse per una fisiologica correzione sui minimi di dicembre a 14,65-14,70.

Anima Holding ha pubblicato i risultati del 2022 che sono stati deludenti rispetto alle aspettative: le commissioni nette sono scese del 2%, i ricavi sono calati del 28%, l'utile netto è sceso del 49%. Tuttavia, il dividendo proposto di 0,22 euro per azione ha sorpreso positivamente: lo scorso anno era stato di 0,28 euro. La raccolta netta è stata positiva per 1,6 miliardi di euro, ma in forte calo rispetto ai 6,1 miliardi del 2022. La posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre 2022 è negativa per 60,9 milioni di euro, in calo rispetto ai +25,1 milioni di euro alla fine dell'esercizio 2021. Graficamente il titolo si è fermato dopo essere venuto a contatto con la resistenza in area 4,20, la flessione di ieri è stata alla fine contenuta rispetto ai minimi visti durante la seduta a 3,948 euro ed appare compatibile con una pausa di consolidamento successiva al corposo rialzo degli ultimi mesi. Flessioni fino a 3,80 euro non muterebbero le attese per un successivo impulso rialzista verso quota 4,40, poi via libera verso 4,60 euro. Scenario grafico rialzista da riconsiderare solo in caso di violazione di quota 3,78.

Intesa Sanpaolo e Banco Bpm ribadiscono l'assenza di interesse per un'aggregazione con Monte dei Paschi. Intesa Sanpaolo e Banco Bpm ribadiscono l'assenza di interesse per un'aggregazione con Monte dei Paschi. I vertici di Intesa Sanpaolo e Banco Bpm hanno confermato che non hanno alcun interesse per una fusione con Mps. Il CEO di Intesa, Carlo Messina, ha dichiarato che una tale operazione non avrebbe alcun senso. Il CEO di Banco BPM ha affermato che la banca è troppo piccola per considerare una fusione con Monte dei Paschi e ha confermato ancora una volta di non voler fare operazioni che possano comportare un elevato livello di ristrutturazione, poiché ciò potrebbe mettere a rischio i risultati ottenuti dalla banca negli ultimi 5 anni. Il CEO di Intesa ha detto che la banca è troppo grande per poter pensare a una fusione a causa dei limiti antitrust. Il CEO di Unicredit durante la presentazione dei risultati ha dichiarato di non vedere le condizioni per una fusione che possa creare valore per gli azionisti ai prezzi attuali. Mps ha ceduto il 4,66% lunedì a 2,3735 euro. Il titolo oscilla dal minimo del 4 novembre all'interno di un canale crescente la cui base transita attualmente a 2,115 e il lato alto, toccato quotidianamente nelle ultime 4 sedute, a 2,51 circa. Una chiusura di seduta oltre area 2,50 sbloccherebbe la situazione in favore del rialzo, target in quel caso a 3 euro circa. Sotto 2,35 atteso invece il test della base del canale a 2,115. Supporto successivo a 1,80 euro circa.

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