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L'Angolo del Trader

di FTA Online News pubblicato:
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CNH Industrial previsioni di crescita delle vendite del 6-10% nel 2023, tonfo delle quotazioni giovedì. Il titolo ha ceduto il 7,5% a 15,05 euro. I prezzi hanno oscillato tra 14,59 e 16,67 euro. CNH Industrial ha annunciato di voler abbandonare Piazza Affari e di concentrare le sue negoziazioni azionarie solo sul NYSE. La motivazione è che la quotazione sul mercato americano è più in linea con il nuovo profilo aziendale e con la base di investitori del gruppo. La società sta valutando le iniziative attuali per semplificare la struttura regolamentare italiana e prevede di ottenere il single listing entro l'inizio del 2024. Per il 4° trimestre del 2022, CNH Industrial ha registrato ricavi consolidati di 6,943 miliardi di dollari, un utile netto di 592 milioni di dollari e un free cash flow delle attività industriali di 2,049 miliardi di dollari. Per il 2023, la società ha annunciato che le sue vendite nette di attività industriali cresceranno del 6-10%. Nonostante l'impatto dell'inflazione in alcune aree, il CEO Scott Wine ha dichiarato che i prezzi dovranno comunque aumentare come parte della strategia aziendale nel 2023. La società ha previsto un flusso di cassa libero (FCF) di attività industriali tra 1,3 e 1,5 miliardi di dollari nel 2023, rispetto ai 1,6 miliardi dell'anno scorso. Wine ha detto che non prevede un anno difficile nel 2024, ma che è improbabile che il mercato molto forte dell'agricoltura continuerà allo stesso modo. Nel recente passato, CNH si è riorganizzata per adattarsi all'obiettivo dichiarato di alimentare la crescente popolazione mondiale, accelerando gli investimenti nell'agricoltura con un focus sull'automazione e la tecnologia di precisione, come la semina automatica. L'agricoltura ha rappresentato oltre l'80% delle entrate industriali di CNH nel quarto trimestre e le vendite complessive delle attività industriali sono aumentate del 31% a cambi costanti, grazie ai trend positivi dei prezzi e ai volumi più alti. L'utile operativo rettificato di attività industriali è aumentato a 680 milioni di dollari, superando le aspettative degli analisti di 566 milioni di dollari basate su una media di Intesa Sanpaolo. CNH ha proposto un dividendo annuale in contanti di circa 0,38 dollari per azione. La società ha inoltre segnalato la fine di uno sciopero da parte di due sindacati locali presso i suoi stabilimenti in Wisconsin e Iowa. Il crollo di giovedì è stato il più grave da quello del 21 settembre 2020, i volumi scambiati sono stati ai massimi dal 27 maggio 2021. Il ribasso non è quindi certo da sottovalutare, anche se per adesso il primo supporto critico, il minimo del 16 dicembre a 14,645 euro, ha tenuto. Solo sotto quei livelli (base di onda 4 dell'impulso rialzista nato con i minimi di luglio 2022) emergerebbe il rischio di una flessione ancora più accentuata, fino in area 13,60, 50% di ritracciamento del rialzo dallo scorso luglio. La rottura di area 15,50 sarebbe un primo indizio in favore di un rimbalzo, sopra area 16 possibile poi un nuovo test del massimo di giovedì a 16,67. Resistenza successiva a 17,20 euro.

Seduta archiviata con il segno positivo quella di ieri per Moncler. La società comunicherà i risultati 2022 a fine mese (cda in programma per il 28) ma intanto Websim ha incrementato il target da 57 a 64 euro non tanto perché prevede dati migliori del consensus quanto per le indicazioni sull'andamento delle vendite di gennaio e febbraio: gli analisti puntano su segnali particolarmente favorevoli, soprattutto in Cina dopo la rimozione delle misure zero-Covid. Graficamente il titolo ha toccato nuovi massimi da febbraio 2022, dando continuità al rialzo dell'ultimo mese. I prezzi si stanno avvicinando all'area di resistenza presente attorno a 60 euro, prossimo banco di prova per saggiarne il residuo potenziale di crescita. Oltre tale livello spazio per il ritorno sui 65,00/65,50 euro, tappa intermedia lungo il cammino verso i record assoluti del 2021 a quota 70,20. I prezzi dispongono attualmente di un margine piuttosto corposo per attenuare eventuali correzioni nel breve, tanto che soltanto la violazione di area 53 comprometterebbe la solida struttura rialzista degli ultimi mesi.

Bel progresso ieri per STM, +2,99% a 45,5250 euro. Il titolo ha toccato a 46,4350 il massimo da giugno 2001 in scia alle indicazioni emerse nel corso di un roadshow del management: la crescita stimata dei ricavi 2023 (+7% nel punto centrale della forchetta) potrebbe spostarsi verso l'alto in caso di stimoli per l'economia cinese; il portafoglio ordini ha ora 6-7 trimestri di visibilità contro i 2 normali; gross margin atteso a 50% nel 2025-2027 dal 47% della guidance 2023; buone prospettive nel settore dei prodotti con carburo di silicio; maggiore equilibrio tra i clienti più importanti. Ricordiamo infine le buone indicazioni giunte ieri da Melexis (semiconduttori auto, principalmente sensori) per il 2023. L'analisi del grafico di STM mette in evidenza l'attacco alla resistenza rappresentata dal massimo del novembre 2021 a 46,33 euro, riferimento superato durante la seduta di ieri: una conferma in chiusura di seduta determinerebbe un miglioramento del quadro grafico di lungo periodo grazie alla riattivazione del movimento rialzista partito nel 2016 da area 5 con primo obiettivo a 48,80, top del maggio 2001, e successivo a 52,50-53,00, lato alto del canale ascendente ipotizzabile da inizio 2019. Il +40% circa messo a segno da inizio anno espone STM alle fisiologiche prese di profitto: primo appoggio a 39,50-40,00, massimo do metà gennaio e gap up aperto il 26/1, successivo a 37,48, minimo del 20/1.

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