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Cosa dicono oggi sulle pensioni? Le novità!

di FTA Online News pubblicato:
4 min

Quali sono le ultime notizie sulle pensioni? Ecco su cosa stanno discutendo il Governo e i sindacati: flessibilità in uscita, giovani e donne sono i temi caldi di oggi. Ecco le previsioni di pensionamento per il 2023!

Cosa dicono oggi sulle pensioni? Le novità!

Il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni 2023 continua su due fronti: da un lato, occorre trovare un’alternativa a Quota 102 per evitare lo “scalone” della riforma Fornero nel 2023, ma dall’altro lato occorre anche garantire flessibilità e ulteriori garanzie per le categorie sociali più svantaggiate (i giovani e le donne).

Per tutto il 2022 è stata confermata la finestra di uscita di Quota 102, che permette ai lavoratori di uscire dal mondo del lavoro a 64 anni di età e 38 di contributi. Ma quali sono le novità sulle pensioni per i giovani e per le donne?

Il Governo pensa alla pensione di garanzia e a un meccanismo di bonus contributivi virtuali che possano coprire gli eventuali “buchi” formativi per i giovani o quelli legati alla maternità per le donne. Ecco le novità di oggi sulle pensioni!

Pensioni: quali sono le novità di oggi?

Ancora nulla di fatto sulla riforma delle pensioni 2023: Governo e sindacati si incontreranno in un successivo momento per discutere sulle possibili nuove finestre di uscita dal lavoro per i prossimi anni.

La Legge di Bilancio 2022, infatti, ha confermato fino al 31 dicembre 2022 l’opzione pensionistica di Quota 102, che va a sostituire la precedente Quota 100: la differenza tra le due sta nel limite di età che permette di accedere alla pensione, che con Quota 102 è innalzato a 64 anni. Invariati, invece, gli anni di contribuzione necessari per il pensionamento: 38 anni.

Confermate per tutto il 2022 anche Ape Sociale per i lavori usuranti, e Opzione Donna per le lavoratrici autonome e dipendenti.

Pensioni di vecchiaia, novità: uscita a 62 anni di età e 41 di contributi?

Un punto di riflessione importante sulle pensioni riguarda la flessibilità in uscita: è possibile lasciare il lavoro prima dei 62 anni?

Non appena scadrà la finestra di Quota 102 occorrerà trovare una soluzione alternativa: in caso contrario si applicheranno i limiti della riforma Fornero. Ma che cosa prevede?

Per quanto riguarda la pensione di vecchiaia, la riforma Fornero prevede un’uscita dal mondo del lavoro a 67 anni di età, che sono tantissimi considerando che l’età media pensionabile a livello europeo è di 65 anni. L’OCSE ha lanciato anche un monito all’Italia riguardo i giovani, che in futuro potrebbero vedere la pensione solo a 71 anni. È necessario intervenire per modificare l’attuale sistema.

Gli anni di contribuzione necessari per accedere alla pensione anticipata sempre secondo la Legge Fornero, invece, prevedono un’uscita con 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne: per i sindacati basterebbero 41 anni cdi contributi per tutti.

E proprio per questi motivi si inizia a pensare a una nuova finestra di uscita che permetta di accedere alla pensione con 62 anni di età oppure con 41 anni di contributi.

Le altre proposte al vaglio del Governo prevedono la conferma di Opzione Donna, che potrebbe diventare strutturale per i prossimi anni; l’introduzione di una finestra di uscita a 63 anni di età e con 41 anni di contributi (Quota 104); oppure l’uscita a 62 anni di età con almeno 25 anni di contributi versati (Opzione tutti).

Riforma pensioni 2023: novità per i giovani

Oltre alla flessibilità, nell’ambito della riforma delle pensioni è bene garantire a tutti le stesse condizioni e lo stesso trattamento. Proprio per questo motivo i sindacati hanno proposto al Governo di introdurre delle agevolazioni sulla pensione per i giovani.

Spesso capita che un giovane entri nel mondo del lavoro piuttosto tardi, a causa della formazione iniziale, oppure per lo svantaggio che le aziende associano alla giovane età o alla mancanza di esperienza.

I sindacati hanno messo sul tavolo di confronto due proposte:

  • la prima prevede l’introduzione di un meccanismo di integrazione all’assegno per coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1996 (in corrispondenza con il sistema contributivo);

  • la seconda, invece, prevede l’istituzione di un bonus versato dallo Stato per andare a coprire i vuoti contributivi per formazione (laurea, dottorato, ecc) o a causa di periodi di disoccupazione. Si tratterebbe di 1,5 o 1,6 anni di versamento.

Riforma pensioni 2023: novità per le donne

Anche le donne si trovano al centro della discussione in merito alle pensioni: come per i giovani, sono considerate una categoria svantaggiata nella ricerca del lavoro e di conseguenza anche nell’ottenimento della pensione.

Spesso a causa di maternità o assenza dal lavoro per motivi di assistenza di un familiare in casa, le donne si trovano svantaggiate in termini di contributi versati. Non solo: la retribuzione femminile è mediamente più bassa rispetto a quella maschile.

Per questo motivo, i sindacati hanno proposto l’introduzione di un bonus contributivo virtuale anche per le donne, oltre alla possibilità di ottenere una riduzione di 12 mesi di contributi versati sui requisiti pensionistici per ciascun figlio messo al mondo.