Reddito di cittadinanza, scopri quando sei costretto a restituirlo
pubblicato:Il reddito di cittadinanza, in alcune circostanze stabilite dalla legge, deve essere restituito dal beneficiario. Scopriamo nell'articolo in quali casi si decade da questo beneficio e bisogna restituire quanto percepito.
Il reddito di cittadinanza, introdotto con decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 come misura di contrasto alla povertà e sostegno economico ai nuclei familiari in difficoltà, consiste in un assegno mensile, di importo variabile a seconda di vari fattori, primo fra tutti il numero di componenti della famiglia.
Il beneficio può essere percepito per 18 mesi ed essere rinnovato per altri 18 mesi.
Per diventare percettori di reddito di cittadinanza bisogna rispettare gli stringenti requisiti stabiliti dalla normativa, sia nel momento in cui si presenta la domanda, sia per tutto il periodo in cui si percepisce il sussidio, altrimenti si può decadere dal reddito di cittadinanza e, peggio ancora, bisognerà restituire anche le somme indebitamente percepite.
Quindi bisogna prestare molta attenzione a non dichiarare il falso.
In quali casi si può perdere il diritto al reddito di cittadinanza?
Sempre il DL 4/2019 afferma che un percettore di reddito di cittadinanza può decadere dal sussidio, quando durante lo stesso periodo in cui si percepisce il reddito, capitano le seguenti situazioni elencate:
non si firma la dichiarazione di disponibilità al lavoro;
non si sottoscrive il Patto per il lavoro;
non si partecipa ai corsi di formazione organizzati dal Centro per l'Impiego competente;
non si accettano due offerte di lavoro congrue (se si tratta dei primi diciotto mesi), una sola offerta congrua se invece si sta beneficiando del reddito per la seconda volta;
nel caso si inizi a lavorare in modo subordinato o dipendente senza comunicarlo all'Inps;
nel caso si lavori in nero (in questo caso si rischia addirittura la reclusione).
Nei casi appena elencati si decade dal beneficio del reddito di cittadinanza e, non solo, bisognerà restituirlo con le dovute sanzioni.
Quando si è obbligati a restituire il reddito di cittadinanza percepito?
Quando si è dichiarato il falso o, peggio, si sono presentati documenti falsi. Quando si sono omesse informazioni importanti. In questi casi si decade immediatamente dal sussidio e bisognerà restituirlo.
Come abbiamo accennato prima, il reato in questo caso diventa penale e si rischia la reclusione da due a sei anni. La reclusione si rischia anche quando si omette di comunicare la variazione del reddito o del patrimonio familiare.
Che cos'è il congelamento del reddito di cittadinanza?
Con un emendamento presentato dal Movimento 5 Stelle alla Legge di Bilancio, il reddito di cittadinanza diviene un po' come la Naspi, ovvero l'indennità di disoccupazione: si congela fino se si trova un lavoro a tempo determinato di massimo sei mesi, per poi riprendere al termine del contratto.
Questa novità è importantissima perché incentiva i percettori del sussidio a trovare un lavoro e, soprattutto, a non accettare di lavorare in nero.
Chi percepisce il reddito di cittadinanza, e trova un lavoro a termine di massimo sei mesi, potrà usufruire della sospensione della misura, che poi ripartirà alla scadenza del contratto di lavoro, senza alcun ricalcolo del sussidio.
Nel caso in cui, però, si trovi un lavoro a tempo indeterminato o superiore ai sei mesi, si decadrà definitivamente dal sussidio.
Reddito di cittadinanza: c'è un incentivo anche per le aziende che assumono
Da novembre 2021 esiste un incentivo per le aziende che decidono di assumere beneficiari del reddito di cittadinanza. L'Inps permette un importante sgravio sul pagamento dei contributi se un'azienda assume percettori di reddito di cittadinanza.
Questo sgravio spetta solo alle aziende che assumono i lavoratori in modo subordinato, full time e a tempo indeterminato. Lo sgravio sui contributi sarà di massimo 780 euro al mese a dipendente assunto e si potrà percepire per i mesi restanti in cui il dipendente avrebbe continuato a percepire il reddito se non fosse stato assunto.
Reddito di cittadinanza sospeso per chi non ha presentato l'ISEE
I percettori del reddito o della pensione di cittadinanza che non hanno presentato e non sono in possesso di un ISEE valido per l’anno 2022, non hanno ricevuto la mensilità di marzo e non riceveranno quella di aprile, se non regolarizzano la loro posizione. Questa però è una sospensione, non una decadenza, e significa che nel momento in cui si presenta la nuova DSU o ISEE, il sussidio ripartirà come prima.
Alcuni beneficiari rischiano anche di prendere un assegno inferiore in questo mese di aprile a causa di un conguaglio calcolato su quanto ricevuto in più nel mese di febbraio per il mancato ricalcolo dell'assegno.