Con i venti di recessione che sono sempre più forti, pure per il petrolio, sui mercati delle materie prime energetiche, è arrivata una severa correzione.
Dopo una lunga fase di rally, alimentato dall'aumento dei prezzi dopo l'invasione delle truppe russe in Ucraina, le quotazioni dell'oro nero hanno infatti perso decisamente quota.
Inoltre, l'ultimissimo dato sull'inflazione negli States, con l'indice dei prezzi al consumo salito al 9,1%, rispetto ad un consenso posizionato a +8,8%, spalanca le porte ad un maxi aumento dei tassi di interesse, da parte della Federal Reserve, proprio alla fine del corrente mese di luglio del 2022.
Sembra ormai scontato, infatti, un intervento da 75 punti base, ma a questo punto non si esclude che, addirittura, la Fed possa alzare i tassi di 100 punti base al fine proprio di arginare la crescita dirompente dell'inflazione in America.
Tornando al petrolio, nell'ultimo mese l'SPDR S&P Oil & Gas Exploration & Production ETF (XOP) ha perso il 29%, mentre benchmark azionari di riferimento come l'S&P 500 nell'ultimo mese hanno perso solo il 2% in accordo con quanto è stato riportato dal portale thestreet.com. Se si guarda però ai valori di inizio anno, l'SPDR S&P Oil & Gas Exploration & Production ETF (XOP) mantiene comunque per ora un aumento a due cifre.
Precisamente, un +16% rispetto al -20% che, invece, ha fatto registrare l'ampio indice azionario americano S&P 500. Secondo Wells Fargo, pur tuttavia, la correzione è stata fin troppo severa, e per questo ha indicato ed ha selezionato ben 8 titoli del settore del petrolio e del gas naturale che, comunque, potrebbero fare bene.
Si tratta, nello specifico, di Coterra Energy (CTRA), PDC Energy (PDCE), Devon Energy (DVN), Diamondback Energy (FANG) e Pioneer Natural Resources (PXD). E nel settore del gas naturale le società Chesapeake Energy (CHK), Antero Resources (AR) ed EQT (EQT).
Secondo gli esperti di Wells Fargo, come sopra accennato, sebbene un rallentamento economico sia certamente un rischio per gli operatori del petrolio, e quindi per i prezzi delle materie prime, la recente debolezza settoriale appare esagerata.
E questo considerando anche, per il petrolio ed ancor di più per il gas naturale, i bassi livelli delle scorte. Cosa che dovrebbe permettere a molti player del settore energia di continuare a garantire la generazione di buoni flussi di cassa.
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