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Smartworking per i dipendenti pubblici: ecco come funziona!

di FTA Online News pubblicato:
4 min

La fine dello Stato di Emergenza ha segnato anche la fine dello smartworking semplificato, sia per il pubblico che per il privato, seppur in modo diverso. Ecco come funziona per i dipendenti pubblici.

Smartworking per i dipendenti pubblici: ecco come funziona!

La fine dello Stato di Emergenza ha segnato anche la fine dello smartworking semplificato, sia per il pubblico che per il privato, seppur in modo diverso. Ecco come funziona per i dipendenti pubblici.

La questione è piuttosto semplice, o meglio è stata affrontata come tale dal Ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. Questo approccio è per altro stato molto criticato perché ritenuto troppo in linea con l’idea, ormai superata, che “smartworking non è lavoro”. Non è “duro” lavoro, potremmo dire. Forse questa opinione è ancora molto (troppo) diffusa, ma nei fatti non è così, soprattutto se la struttura della PA mette i dipendenti in condizione di essere operativi ed efficienti anche da casa.

C’è poi anche da fare distinzione tra smartworking e lavoro agile, spesso trattati come sinonimi anche se non lo sono. Possiamo però dire che nella Pubblica Amministrazione certi meccanismi, che nel privato sono tipici e funzionano correttamente, non sono particolarmente adatti.

Inoltre, la pandemia ha costretto ad adottare questa modalità in tutta fretta ad ha in un certo senso favorito la scarsa efficienza del lavoro da casa. Vediamo com’è la situazione nella PA dal 1° aprile, quando è cessato ufficialmente lo Stato di Emergenza.

Stato di Emergenza e smartworking: come funziona(va)?

Lo Stato di Emergenza era di fatto ciò che permetteva dal punto di vista pratico di applicare alcune norme in regime “speciale”, con diverse semplificazioni. L’idea era naturalmente quella di agevolare la velocità di applicazione di alcune decisioni ritenute urgenti, soprattutto dal punto di vista sanitario.

Si vanno ad aggiungere alle decisioni sanitarie anche quelle organizzative ed operative che, tra le tante priorità, hanno riguardato anche la Pubblica Amministrazione. In questo modo, i dipendenti pubblici hanno potuto lavorare da casa con condizioni agevolate, senza dover passare da complicazioni tecniche e burocratiche palesemente incompatibili con i tempi di emergenza che stavamo vivendo.

Da quando però si è insediato il Governo Draghi, Brunetta (Ministro della PA) ha subito espresso il suo parere sullo smartworking spiegando come, una volta rientrati alla quasi normalità, esso sarebbe stato sostituito dalla solita modalità lavorativa, cioè in presenza in ufficio.

Per questo motivo nel pubblico si è tornati prima a lavorare in presenza rispetto al privato, almeno dal punto di vista normativo, perché poi naturalmente nel privato ogni azienda ha avuto la possibilità, entro certi criteri, di scegliere la soluzione migliore in base alle proprie esigenze ed alla propria operatività. Alla luce di ciò, ecco cosa è successo dal 1° aprile, quando lo Stato di Emergenza è ufficialmente terminato.

Smartworking per i dipendenti pubblici: ecco le direttive fino al 30 giugno e le differenze col privato

Fine dello Stato di Emergenza significa ritorno alla “normalità” sotto tanti punti di vista, con diverse agevolazioni pensate per il periodo di emergenza che ora non sono più attive, sono terminate proprio al 31 marzo. Tra i tantissimi aspetti che potremmo prendere in considerazione, naturalmente quello d’interesse è quello relativo allo smartworking.

In sostanza, dal 1° aprile è necessario un accordo bilaterale tra il lavoratore ed il datore di lavoro per determinare come, quando e quanto lavorare da casa. Un regime di smartworking sicuramente diverso da prima che costringe gli enti pubblici a valutare attentamente quando questa soluzione sia sensata e pratica e quando invece non sia da mettere in pratica.

Gli accordi individuali vengono siglati attraverso i sindacati e sono divenuti obbligatori proprio dal 1° aprile, con una netta differenza rispetto al settore privato in cui lo smartworking resta possibile anche senza questo step fino al 30 giugno 2022. Una differenza importante, che sottolinea come il Ministro Brunetta ed il Governo abbiano scelto questa soluzione per far tornare la PA a pieno regime in presenza.

Ogni amministrazione pubblica ha la facoltà di stabilire a quali lavoratori accordare lo smartworking ed a definirne i dettagli, garantendo però una rotazione (che sia settimanale o mensile) coerente con gli obiettivi e con i singoli accordi siglati. Ovviamente l’accordo contiene tutti i dettagli del caso.

L’unica categoria per cui lo smartworking resta agevolato, come lo era fino a marzo, è quella dei lavoratori fragili. Anche per loro la scadenza è praticamente spostata al 30 giugno 2022, in attesa di vedere l’evoluzione della situazione epidemiologica e naturalmente con la priorità di preservare questa categoria.

Smartworking per i dipendenti pubblici: cosa succederà da luglio?

Si apre quindi questa domanda importante ed in parte scomoda, perché se questa è la strada imboccata è certamente improbabile che si torni indietro. Con ogni probabilità, al 30 giugno 2022 scadrà la possibilità per chi lavora nel privato di usufruire della modalità smartworking senza l’accordo individuale, ma per quanto riguarda invece il settore pubblico resta l’incognita.

Per i soggetti fragili verrà fatta una valutazione basata sull’evoluzione epidemiologica, senza ombra di dubbio, mentre per gli altri aspetti tanto dipenderà anche dalla direzione che prenderà la riforma della Pubblica Amministrazione a cui il Ministro sta lavorando compatibilmente con quanto previsto nel PNRR.

L’idea è infatti quella di riformare il sistema per renderlo più efficiente ed efficace, ma naturalmente ci sono da discutere tanti aspetti (primo su tutti il funzionamento dei concorsi) che potrebbero andare ad intaccare direttamente o indirettamente anche l’eventualità dello smartworking per alcuni dipendenti.

Molto dipende dall’ente pubblico per cui si lavora e dalla mansione che si svolge, ma bisogna essere consapevoli che novità anche consistenti potrebbero arrivare a breve, comunque entro la fine del 2022.