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S&P500, a che punto è la notte?

di Alessandro Magagnolipubblicato:

Tutte le valutazioni di borsa tengono conto dell'andamento degli utili nel futuro, l'attuale quadro macro fa prevedere un calo di questa grandezza. Quali le conseguenze per lo S&P500?

S&P500, a che punto è la notte?

Indici Usa in bambola dopo crollo di mercoledì

Al momento i future sugli indici Usa sono in calo, quello sullo S&P500 dell'1,25% circa a 3888 punti, quello sul Nasdaq 100 dell'1,25% a 11792 punti circa. La seduta di mercoledì è stata drammatica, con gli indici che hanno fatto registrare la maggiore variazione negativa dall'11 giugno del 2020.

Quello che sta accadendo è che gli investitori stanno iniziando a scontare l'inizio di una recessione, favorita dal rialzo dei tassi delle banche centrali adottato nel tentativo di contrastare l'inflazione, quindi una diminuzione degli utili aziendali futuri.

L’importanza degli utili nella valutazione delle azioni

Tutte le valutazioni di borsa tengono conto dell'andamento degli utili nel futuro, una compressione di questa grandezza comporta un automatico aggiustamento del prezzo dell'azione.

C'è da dire che questo processo è già in corso da un po' di tempo, non per niente infatti lo S&P500 (indice) nel 2022 ha già perso il 18% circa, la peggiore performance annuale, se l'anno terminasse adesso, dal 2008.

Dal momento che il futuro per adesso è del tutto incognito, non si sa se ci sarà una recessione, non si sa quale sarà l'effetto sugli utili, non si sa quali comparti saranno maggiormente colpiti, i ribassi recenti sono da imputare più a reazioni emotive che a valutazioni quantitative.

Volatilità azioni alle stelle

Una certezza c'è, sul lungo periodo il ritorno delle azioni Usa è del 10% annuo circa, quindi comprando sui ribassi è molto probabile che alla fine ci si andrà a guadagnare, il problema è che l'orizzonte temporale è molto incerto. In questo momento la volatilità è elevata, basta citare alcuni esempi recenti presi dal comparto del retail: questa settimana in una sola seduta Target (NYSE: TGT) ha perso il 24,93%, WalMart ha perso l'11,38%, la peggiore performance giornaliera dal 1987, ma movimenti analoghi si sono visti anche su titoli come Dollar Tree (-14,42%) e Dollar General (-11,11%).

Con una volatilità così alta solo chi ha una livello di sopportazione delle perdite altrettanto alto dovrebbe operare sul mercato con posizioni al rialzo.

Utili aziende attesi in calo

A sostenere il ritorno delle azioni Usa nell'ultimo decennio è stata l'espansione dei margini, per una media annuale dell'8% circa. Attualmente, tenendo in considerazione l'aumento dell'inflazione, quello dei tassi di interesse, i colli di bottiglia alle forniture, uno scenario geopolitico molto teso (l'onda lunga della guerra in Ucraina si farà sentire non solo in Europa ma anche in molti paesi del terzo mondo, per via della carenza di grano, con imprevedibili reazioni sul fronte della pace sociale), è poco probabile che gli utili aziendali continuino a salire con lo stesso passo visto fino a dicembre 2021.

Rapporto p/e ancora alto

Per riportare i livelli di rapporto prezzo / utili (attesi) su valori accettabili (gli anni che gli investitori sono disposti a pagare per vedere ripagato il loro investimento in base agli utili prodotti) servirà quindi una robusta discesa delle quotazioni.

Il rapporto p/e calcolato non sugli utili dell'ultimo esercizio ma sulla media degli utili degli ultimi 10 esercizi è attorno a 30 per lo S&P500, a fronte di una media storica di 20 volte circa, in questo momento quindi il mercato è sopravvalutato.

Passare da questa considerazione qualitativa di "sopravvalutato" ad un livello target per lo S&P500 in caso di ritorno del p/e CAPE (Cyclically Adjusted Price Earnings) verso la media è molto difficile. Un aiuto può tuttavia venire dal confronto con il passato.

S&P500 diretto verso i minimi di marzo 2020

Nel 2000 l'indice si era trovato in una situazione simile all'attuale e nei due anni successivi aveva ritracciato i 2/3 circa del rialzo dai minimi del 1994.

Il ciclo rialzista attuale è partito nel 2009, un ritracciamento dei 2/3 di quel rialzo vorrebbe dire vedere tornare lo S&P500 almeno sui minimi di marzo 2020 in area 2200.

E' evidente che ribassi di quella portata non si possono realizzare in una singola battuta, se anche l'indice dovesse puntare realmente ai minimi del 2020 lo farà alternando fasi di ribasso e di rialzo.

S&P500, atteso rialzo nel breve

Per quello che riguarda il breve termine ad esempio i prezzi stanno disegnando un potenziale doppio minimo, una figura rialzista, con base in area 3850. Oltre area 4100 la figura verrebbe completata e l'indice avrebbe spazio per tornare in area 4350.

Se quello che abbiamo scritto sopra è vero tuttavia per un certo periodo bisognerà abituarsi a fare quello che riesco molto difficile all'investitore tipico, cioè approfittare dei rialzi per avviare posizioni short (gli strumenti sono tanti, dalle opzioni, agli Etf, ai future...).

Attenzione all’ottimismo

Nel frattempo ci sarà sempre qualcuno che ad ogni rimbalzo sarà pronto a suonare la sirena dell'uptrend, ma in quei casi bisognerà mantenere i nervi saldi e attendere eventuali segnali tecnici affidabili (ad esempio il ritorno al di sopra della media mobile esponenziale a 52 settimane, che passa in area 4300) prima di iniziare a cambiare idea in favore di una ripresa duratura.

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