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STM: buoni dati e stime al rialzo incoraggiano il titolo

di Giovanni Digiacomopubblicato:

Il colosso italo-francese dei chip chiude un buon trimestre e rassicura il mercato migliorando le stime e confermando la solidità della domanda nei settori strategici

Seduta brillante per STM che segna un rialzo del 2,47% a 35,86 euro dopo un allungo in avvio fino a 36,52 euro. Dietro gli acquisti la pubblicazione di risultati trimestrali superiori alle stime degli analisti e il miglioramento della guidance 2022.

Il titolo, reduce da un recupero degli affondi a 27,4 euro del 5 maggio, oggi apre le contrattazioni con un gap up che riporta l’indicatore di forza relativa RSI a 14 sedute sulla soglia dell’ipercomprato e i corsi in vista delle resistenze statiche di 36,72 euro. Nel breve è possibile (e forse probabile) un ritorno dei corsi a 35,09 euro per colmare il gap prima di avviare la ripartenza.

STM, colosso italo-francese guidato dal presidente e CEO Jean-Marc Chery, ha chiuso il secondo trimestre del 2022 con un balzo del 28,3% a/a dei ricavi a 3,837 miliardi di dollari, oltre le attese degli analisti ($ 3,75 mld secondo il consensus di Refinitiv).
Il margine lordo è cresciuto di ben 690 punti base al 47,4%, grazie a un pricing favorevole e al miglioramento del mix di prodotto solo parzialmente bilanciati dall’inflazione dei costi di input per la manifattura.

STM, quali prodotti hanno incoraggiato le performance

Effettivamente il bilancio del gruppo mostra un mix di prodotto molto bilanciato con un 38% della divisione ADG (Automotive & Discrete Group), un 33% della MDG (Microcontrollers & Digital Ics group) e il 29% di AMS (Analog MEMS & Sensors).

Il balzo dei ricavi della divisione dedicata all’automotive (ADG) è stato del 35,1% a 1,45 miliardi di dollari a conferma di come STM sia inserita a pieno titolo nel supertrend dell’elettrificazione dei trasporti e delle vetture che potrebbe portare ancora grandi soddisfazioni nei prossimi mesi e anni. Il margine operativo della divisione ADG è aumentato del 251,1% a 359,2 miliardi di dollari.

È andata molto bene anche con la divisione MDG (microcontrolli etc.), che trova vasto impiego nell’automazione industriale e nell’elettronica personale (sensoristica dei cellulari): questa unit ha visto i ricavi crescere del 39,5% a 1,25 miliardi di dollari e ha registrato un utile operativo di 424,7 milioni di dollari (+106,6%).

Balzo anche per i MEMS e si sensori (AMS), anch’essi impiegati nell’automotive, nelle applicazioni da Internet delle cose e nei dispositivi di telefonia mobile. La divisione AMS ha visto i ricavi crescere a $ 1,127 mld (+11,3%) e l’utile operativo migliorare del 42,1% a 268,4 milioni di dollari.

Tornando al conto economico consolidato, è stata notevole anche la crescita del margine operativo dal 16,3 al 26,2% in un anno.

L’utile operativo di ST supera infatti la cifra tonda del miliardo di dollari crescendo del 105% sul dato di un anno prima e del 14,4% sul trimestre precedente.
L’eps trimestrale della società dei chip passa da 0,44 dollari a 0,92 dollari e batte di misura il consensus degli analisti di Factset posto a 0,8 dollari.

Nel secondo trimestre STM ha accresciuto il cash flow delle attività operative a 1,05 miliardi di dollari, il trailing a 12 mesi è a 3,77 mld (+45,8%) e anche il free cash flow da 230 milioni quasi raddoppia i 125 dello stesso periodo del 2021. Va considerato che nel secondo trimestre STM ha pagato dividendi in contanti per 54 milioni di dollari e ricomprato azioni proprie per 87 milioni di dollari.

Al 2 luglio 2022 – date finale del secondo trimestre di ST – la posizione finanziaria netta era cresciuta a 924 milioni di dollari (dagli 840 mln di tre mesi prima) e rifletteva liquidità per 3,44 miliardi di dollari e debito finanziario netto totale di 2,52 miliardi di dollari.

STM, le stime al rialzo

Un segnale di forza è giunto anche dalla decisione di alzare le stime.
Nel 2022 il gruppo prevede ora ricavi nel range tra 15,9 e 16,2 miliardi di dollari con un margine lordo del 47% circa.
Nel terzo trimestre l’outlook vede ricavi netti da 4,24 miliardi di dollari (+32,6% a/a) e un margine lordo del 47 per cento.

STM, le grandi domande sul contesto del tech

Ovviamente su un grande produttore di microprocessori come STM posizionato al centro di parecchie rivoluzioni digitali globali convergono i dubbi più generali del settore e del prossimo futuro.
STM è in prima linea nel mercato dell’elettrificazione dei trasporti, dell’impiantistica per le centrali da fonti rinnovabili, dell’Internet delle cose che potrebbe moltiplicare i chip casalinghi. È al centro della digitalizzazione dei processi produttivi industriali, dei percorsi di automazione, delle tecnologie per l’Industria 4.0 e per le telecomunicazioni. Senza considerare l’importante ruolo di fornitore di componentistica per dispositivi di massa come i cellulari.

A tutte queste opportunità si sommano però le numerose incertezze di questo periodo. La sbornia da chip della pandemia e dello smartworking quanto potrà ancora sostenere la domanda di elettronica ora che le porte dei negozi e degli aeroporti si riaprono? Interi settori come appunto l’automotive sono messi in crisi da una crisi nelle forniture di microprocessori che persiste ormai da più di due anni e ha messo in crisi molte produzioni. La ristrutturazione delle filiere dell’elettronica su scala globale resta però una sfida imponente e molteplice, né il reshoring potrà durare poco. Con la guerra in Ucraina e l’inflazione delle materie prime energetiche e non solo si è aperta una nuova fase di profonda incertezza. La corsa alla stretta economica delle banche centrali potrebbe portare alla recessione economica diversi grandi Paesi ancora molto indebitati, la domanda globale già profondamente ferita dalla corsa senza sosta dei prezzi potrebbe subire duri colpi e penalizzare anche la domanda di elettronica. Se ci fosse nel breve e medio periodo una recessione economica, anche l’elettronica soffrirebbe. I rialzi dei tassi sono inoltre particolarmente penalizzanti per settori come il tech che richiedono grandi investimenti. Infine Taiwan, con il suo predominio a monte della filiera globale del microprocessore e del wafer, le minacce cinesi e gli altolà statunitensi. Tutto questo ha molto a che fare con il digitale e l’evoluzione del contesto potrebbe influenzarlo su molteplici fronti.

Come risponde STM?

Ovviamente il gruppo di Ginevra non può che rispondere con i propri numeri e le proprie percezioni, che sono però positivi. Il CEO Chery ha precisato: “Il nostro portafoglio ordini alla fine del secondo trimestre copriva dai 6 agli 8 trimestri di capacità produttiva pianificata, in base al tipo di prodotto. Il book-to-bill (il rapporto tra ordini ricevuti ed evasi) è superiore alla parità, la nostra capacità produttiva è satura”.

La visibilità del backlog di STM supera i 18 mesi e i settori automotive e la parte B2B del mercato industriale (automazione, robotica e infrastrutture industriali) rimangono forti grazie alla pervasività delle applicazioni dei semiconduttori e alla trasformazione strutturale in corso.

In definitiva STM vede positivamente al futuro e i numeri forniti al mercato lo confermano.

Certamente le tensioni non mancano, il CFO Lorenzo Grandi ha dichiarato a Class CNBC che difficilmente l’equilibrio tra domanda e offerta nel mondo dei semiconduttori sarà raggiunto prima della seconda metà del prossimo anno.

Oggi la presentazione di STM ricorda anche il memorandum con GlobalFoundries per la creazione di un nuovo stabilimento a 300 mm vicino agli impianti esistenti a Crolles, in Francia: darà lavoro a circa mille persone.

Le filiere non potranno cambiare in un giorno, ma intanto STM approfitta della solidità della domanda nei settori strategici in cui opera.

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