L'approvazione del piano di riassetto allo studio di Pietro Labriola, del quale il board di Tim discuterà il 2 marzo, potrebbe far tornare d'attualità una successiva fusione con il competitor Open Fiber
Pietro Labriola, nuovo amministratore delegato di Telecom Italia "Il mio obiettivo è fare esprimere all'intero gruppo il suo potenziale, valorizzando gli asset nell'interesse di tutti gli azionisti", queste le parole di Pietro Labriola, nuovo amministratore delegato di Tim. Labriola è stato nominato amministratore delegato all'unanimità dal Cda e manterrà anche l'incarico di direttore generale conferitogli dal Consiglio lo scorso 26 novembre.
Labriola rimetterà agli organi sociali della controllata in Brasile Tim Sa il mandato di consigliere di amministrazione e di Ceo, che attualmente in essa detiene. Il presidente Salvatore Rossi mantiene la delega alla comunicazione per quanto relativo alla manifestazione d'interesse indicativa non vincolante pervenuta da Kkr e al processo che ne è conseguito.
L'approvazione del piano di riassetto allo studio di Pietro Labriola, del quale il board di Tim discuterà il 2 marzo, potrebbe far tornare d'attualità una successiva fusione con il competitor Open Fiber. Il progetto potrebbe essere agevolato dallo spin-off della rete fissa di Tim in una società di nuova costituzione, la "NetCo", da integrare poi con Open Fiber in tempi brevi, forse già entro la fine del 2022, per costruire una rete telefonica nazionale unica e risparmiare così miliardi di euro in investimenti duplicati.
Il piano di Labriola si presenta come alternativo all'offerta da 10,8 miliardi del fondo americano Kkr. Con la fusione della NetCo e Open Fiber (che comunque dovrebbe avere l'approvazione delle autorità di regolamentazione della concorrenza italiane ed europee) la Cassa Depositi e Prestiti SpA, che oltre ad avere il 10% di Telecom controlla anche Open Fiber, avrebbe una solida presa sulla neonata società di rete, tranquillizzando il governo sulla messa in sicurezza di un asset di rilevanza nazionale strategica.
I minimi toccati dal titolo il 19 gennaio a 0,4016 sono su un forte supporto, sul 50% di ritracciamento del rialzo dai minimi di novembre 2021 e sulla media mobile esponenziale a 100 giorni, un rimbalzo è quindi possibile. Primi segnali in questo senso sopra 0,4245, media esponenziale a 50 giorni, target in quel caso a 0,4465, lato alto del canale ribassista disegnato dal top di novembre, poi a 0,4620.
Il citato canale potrebbe anche dimostrarsi un "flag", figura di continuazione del rialzo intrapreso dai minimi di novembre, il superamento del suo lato alto sarebbe quindi un forte indizio in favore di una ripresa duratura del rialzo con obiettivi anche al di sopra di 0,4620, fino a 0,51 almeno.
Sotto 0,40, dove transita la media mobile esponenziale a 200 giorni, rischio invece di test di 0,38 euro (61,8% di ritracciamento del rialzo da novembre) e di cali verso 0,355, top del 5 novembre.
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