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Inflazione Usa, bicchiere più che mezzo vuoto

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
3 min

Rallenta la crescita dell’inflazione ad aprile negli States ma difficilmente la Fed si lascerà impietosire da questo cambiamento e proseguirà con il rialzo dei tassi, con buona pace delle borse.

Inflazione Usa, bicchiere più che mezzo vuoto

CPI di aprile sopra le attese

Il dato sull'inflazione Usa di aprile non è stato accolto male inizialmente dagli investitori, gli indici, in particolare lo S&P500 avevano infatti cercato di tornare sui massimi della giornata precedente.

La crescita su base annua del CPI è stata infatti dell'8,3% e ha evidenziato quindi un leggero rallentamento rispetto al +8,5% di marzo, che era stato il risultato peggiore degli ultimi 40 anni. La flessione di aprile è stata la prima inversione di marcia dall'agosto del 2021.

A ben vedere tuttavia non c'è molto da festeggiare per due motivi: il primo è che le attese erano per un rallentamento ancora più marcato, all'8,1%, il secondo è che il dato "core", depurato da alimentari ed energia, è salito del 6,2%, anche in questo caso più delle attese, ferme al +6% (ma meno del precedente che era stato del +6,5%).

Prezzo benzina a nuovi record

Il rallentamento di aprile è poi da attribuire principalmente ad un calo del prezzo della benzina, che però di recente ha raggiunto nuovi massimi. Martedì il prezzo al gallone ha infatti toccato negli Usa (dato AAA per media nazionale) un nuovo record a 4,37 dollari, un rialzo del 47% rispetto ad un anno prima.

In California la benzina costa addirittura 5,84 dollari, ma in questo caso si tratta di una quotazione inferiore rispetto a quella record del 29 marzo di 5,92 dollari.

Fed, altri rialzi dei tassi in vista

In base a quello che si è visto mercoledì difficilmente la Fed deciderà di adottare un atteggiamento più morbido nei confronti dei tassi, i prossimi tre meeting di politica monetaria porteranno con buona probabilità incrementi da 50 punti base ciascuno.

Il target della Fed infatti è di una inflazione al 2% nel medio periodo, una variazione di qualche decimo non cambia la strategia di fondo, che è quella di mettere sotto controllo al più presto la crescita dei prezzi per evitare una trasmissione sui salari e quindi l’inizio di un circolo vizioso difficile da spezzare.

Borsa ancora in sofferenza

Intanto gli asset più rischiosi come le azioni e le criptovalute continuano a soffrire, e anche se il mercato non è mai a senso unico, e quindi una fase di rimbalzo è sempre possibile, pure nei momenti peggiori, è poco probabile che gli investitori decidano di comprare a questi prezzi per mantenere le posizioni, più probabili invece operazioni mordi e fuggi e chiusure di posizioni pesanti sui rimbalzi, quindi bisogna rassegnarsi ad una volatilità elevata anche in futuro.

Target a 3300 per lo S&P500

Lo S&P500 si è mosso da inizio anno all'interno di un canale ribassista di ampiezza pari a 600 punti circa. Nelle ultime tre sedute i prezzi hanno testato la base del canale, in area 3950, lasciando intravedere una possibilità di rimbalzo.

Se le quotazioni dell’indice scenderanno al di sotto di area 3900 diverrà probabile tuttavia una nuova discesa diretta verso i 3300 punti, praticamente sui minimi di ottobre 2020 (proiezione dell'ampiezza del canale verso il basso dal punto di rottura).

Se anche i prezzi riuscissero a salire oltre area 4100, prima resistenza di rilievo, ogni 100 punti circa si troverebbero a dovere affrontare altri ostacoli molto tenaci, difficili da superare a meno di un drastico miglioramento del quadro economico o geopolitico, miglioramento che per adesso sembra improbabile in tempi brevi.