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Pensioni rivalutazione 2023: cambiamento in vista?

di FTA Online Newspubblicato:

L’adeguamento delle pensioni rispetto all’inflazione avverrà a partire da Gennaio

Il meccanismo di rivalutazione delle pensioni, altrimenti detto perequazione, partirà con l’arrivo del nuovo anno anche se non tutti gli assegni beneficeranno di un adeguamento “pieno”.
Vediamo nel dettaglio che cosa cambierà, come e se sono previsti “anticipi”.

Pensioni rivalutazione 2023: in cosa consiste? È previsto un anticipo?

La diretta erosione del potere d’acquisto delle famiglie continua per effetto dell’aumento delle spese energetiche e dell’aumento generalizzato dei prezzi.

Stando a quanto riporta l’Ufficio Parlamentare di bilancio l’inflazione, l’anno prossimo, non scenderà sotto il 7% ma (considerando che a agosto di sono raggiunte l’indice è salito fino all’8,4%) si potrebbe ipotizzare un aumento medio dei prezzi dell’8% il che significherebbe, per effetto del meccanismo della perequazione, un aumento della spesa pensionistica a carico dello Stato di circa 8 miliardi di euro.

In che cosa consiste questo meccanismo? Si tratta di uno strumento previsto dalla Legge per tutelare i percettori di assegno pensionistico che li mette al riparo dalla svalutazione degli emolumenti che potrebbe verificarsi proprio per effetto dell’aumento del “costo della vita”.

I primi effetti di questo “aggiustamento” si avranno già con a partire da ottobre (con l’assegno di novembre) con un aumento del 2,2% (+ 2% di anticipo sul 2023 e 0,2% di conguaglio sulla rivalutazione 2022 tenendo presente l’attuale tasso di inflazione) di quanto percepito a chi ha un reddito al di sotto dei 35mila euro secondo le seguenti le linee previste e stabilite lo scorso anno:

  • 10 euro al mese circa per chi ha la pensione minima;

  • 20 euro al mese circa per gli assegni intorno ai mille euro;

  • 50 euro al mese per le pensioni superiori a 5 volte il minimo.

Pensioni rivalutazione 2023: coinvolge anche i trattamenti assistenziali?

La rivalutazione verrà applicata anche ai trattamenti assistenziali ma senza anticipo secondo quanto previsto dal decreto Aiuti bis.

Se l’inflazione dovesse attestarsi, come ipotizzato in precedenza, al +8% gli aumenti sarebbero di:

  • 32 euro mensili circa per la pensione minima;

  • 37 euro circa per l’assegno sociale;

  • 23 euro circa per la pensione di invalidità civile.

Si tratta chiaramente di un quadro ipotetico sul 2023 ma in attesa dei dati Istat di prevedono buone notizie per i pensionati italiani.

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