FTAOnline

Dinamiche economiche: analisi delle recessioni in Europa e Giappone

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

L'economia dell'UE si sta adattando a una crescita economica molto bassa, mentre il Regno Unito è entrato in recessione

Dinamiche economiche: analisi delle recessioni in Europa e Giappone

La Germania: un'analisi della recessione economica

La Germania ha registrato per il secondo trimestre consecutivo una contrazione del PIL, scivolando così in recessione durante l'inverno, con una diminuzione dello 0,3% nei primi tre mesi del 2023 rispetto al trimestre precedente, secondo l'Ufficio federale di statistica Destatis.

Questo andamento è attribuito principalmente alla debolezza dei consumi privati, che non sono riusciti a sostenere l'economia a fronte degli alti tassi di inflazione.

La Bundesbank rimane ottimista riguardo alla prospettiva di crescita a medio termine, prevedendo una possibile ripresa nel secondo trimestre dell'anno, che potrebbe favorire anche l'economia mondiale grazie a un incremento delle esportazioni.

Si prevede che i consumi privati possano non aumentare in linea con la crescita del PIL, poiché l'inflazione rimarrà elevata nei prossimi mesi, portando i consumatori a risparmiare su molte spese.

L'economia tedesca è entrata in recessione nel 2023

L'economia tedesca è entrata in recessione nel 2023, segnando un calo dello 0,3% del PIL a causa di vari fattori, tra cui gli alti costi energetici e le difficoltà nel settore industriale.

Questo ha reso la Germania la cenerentola d'Europa.

Tuttavia, la BCE è prossima a porre fine alla politica restrittiva per combattere l'inflazione, sebbene i tempi per un taglio dei tassi non siano ancora maturi.

Le nuove previsioni della Commissione europea

Nel frattempo, le nuove previsioni della Commissione europea indicano che l'UE nel suo complesso ha evitato la recessione, ma continua a registrare una crescita economica molto bassa.

Si prevede che l'attività economica possa riprendere nel 2025.

In dettaglio le stime della Commissione europea indicano una revisione al ribasso delle proiezioni sul PIL della zona euro per il 2023, portandole allo 0,5% rispetto allo 0,6% previsto in precedenza.

Per il 2024, la stima è stata ridotta all'0,8% rispetto all'1,2% precedente. Tuttavia, nel 2025 si prevede un ritorno alla crescita con un aumento del PIL dell'1,5%.

Queste previsioni si applicano anche all'Italia, con una crescita prevista dello 0,7% nel 2023 e nel 2024, mentre nel 2025 si prevede un aumento dell'1,2%, mantenendo invariata la previsione rispetto alla precedente.

La Bundesbank ha indicato che la Germania potrebbe essere in recessione

La Bundesbank ha indicato che la Germania potrebbe essere in recessione a causa della debolezza della domanda esterna, della cautela dei consumatori e degli investimenti interni frenati dai costi elevati dell'indebitamento.

Secondo il bollettino mensile, il PIL dovrebbe diminuire leggermente nel primo trimestre del 2024, dopo il calo dello 0,3% registrato nell'ultimo trimestre del 2023.

Questo secondo calo consecutivo porterebbe l'economia in una recessione tecnica.

Gli scioperi nel settore ferroviario e dei trasporti, insieme all'incertezza geopolitica e alle tensioni nella coalizione di governo, contribuiscono agli ostacoli di inizio anno, mentre i costi di finanziamento potrebbero limitare gli investimenti.

Tuttavia, la Bundesbank non individua segnali di una recessione nel senso di un calo persistente e generalizzato.

Questa situazione persiste a seguito dell'aumento dei costi dell'energia dopo l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022, che ha influenzato negativamente l'economia tedesca, fortemente dipendente dal settore manifatturiero.

La Bundesbank prevede che la produzione possa diminuire ulteriormente nel primo trimestre del 2024, portando l'economia tedesca in una recessione tecnica se si verifica un secondo calo consecutivo.

Ciò ha sollevato preoccupazioni sulla sostenibilità del modello economico tedesco e sull'opportunità di una trasformazione economica.

Il governo respinge le proiezioni negative

Tuttavia, il governo respinge queste proiezioni negative, attribuendo la debolezza attuale a fattori temporanei come i costi energetici elevati, la domanda cinese debole e l'inflazione rapida.

Mercoledì, il ministro dell'Economia Robert Habeck presenterà la stima aggiornata del PIL per il 2024.

La Bundesbank al contrario sostiene che la debolezza continuerà, con la domanda industriale estera in diminuzione e le imprese che limitano gli investimenti a causa degli alti costi dell'indebitamento.

Nel quarto trimestre del 2023, il PIL giapponese è diminuito dello 0,1%

Nel quarto trimestre del 2023, il PIL giapponese è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,4% rispetto all'anno precedente, portando l'economia del Sol Levante a entrare "tecnicamente" in recessione dopo aver registrato un calo dello 0,8% nel trimestre precedente.

Questo dato è stato una sorpresa per il mercato, che si attendeva un modesto aumento dello 0,2%.

Tuttavia, l'aumento dell'inflazione ha influito su questi risultati, poiché in termini reali il PIL avrebbe registrato una crescita all'1,9%, rispetto all'1% del 2022.

Il PIL nominale del Giappone nel 2023 si è attestato a 4.200 miliardi di dollari, facendo scivolare il Paese al quarto posto nella classifica mondiale, dopo gli Stati Uniti e la Cina, e dopo la Germania, che ha conquistato il terzo posto con un PIL di 4.500 miliardi di dollari.

Anche l'economia del Regno Unito è entrata in recessione

Anche l'economia del Regno Unito è entrata in recessione, riportando nel quarto trimestre del 2023 un calo dello 0,3% rispetto al trimestre precedente, quando era diminuito dello 0,1%.

Anche il Regno Unito ha registrato tecnicamente una recessione, con due trimestri consecutivi di PIL negativo, ma l'anno 2023 si è chiuso con una crescita dello 0,1% rispetto al 2022.

Gli analisti ritengono che l'economia del Regno Unito abbia toccato il fondo e sia pronta per un rimbalzo nel 2024, il che rende più probabile un taglio anticipato dei tassi di interesse da parte della Banca d'Inghilterra.