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Crollo del 24% delle azioni TIM: analisi delle preoccupazioni sui livelli di debito e le prospettive future

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
5 min

TIM ha delineato un nuovo piano industriale triennale, denominato "Free To Run", che prevede un aumento annuo dell'8% degli utili di base e un tasso di crescita del 3% per i ricavi fino al 2026

Crollo del 24% delle azioni TIM: analisi delle preoccupazioni sui livelli di debito e le prospettive future

Il piano di Telecom non convince gli investitori

Le azioni di Telecom Italia (TIM) hanno subito una caduta del 24% circa giovedì, causata da preoccupazioni riguardanti i livelli di debito, il flusso di cassa e il pagamento dei dividendi, in seguito alla pubblicazione dell'outlook triennale dell'azienda sotto una nuova struttura derivante dalla prevista vendita della rete.

Pietro Labriola, ha dichiarato che il calo del debito porterà a una maggiore flessibilità finanziaria

L'amministratore delegato di TIM, Pietro Labriola, ha dichiarato che il calo del debito porterà a una maggiore flessibilità finanziaria, aprendo così la strada a un possibile dividendo per gli azionisti.

Tuttavia, ha anche riconosciuto che al momento la remunerazione degli azionisti rappresenta una sfida.

Questa affermazione suggerisce che, sebbene il ridimensionamento del debito possa creare opportunità per distribuzioni di dividendi future, attualmente ci sono ostacoli che rendono difficile l'implementazione di tali piani.

Labriola ha cercato di rassicurare gli analisti

Il crollo ha rappresentato un duro colpo per l'amministratore delegato di TIM, Pietro Labriola, che cercherà un nuovo mandato alla guida dell'azienda durante l'assemblea degli azionisti del prossimo mese.

Labriola ha cercato di rassicurare gli analisti durante la giornata degli investitori di giovedì, sottolineando la capacità dell'azienda di rispettare le prospettive, che prevedono un aumento annuo dell'8% dell'utile core su base composta.

TIM mira a raggiungere nel 2026 un livello di leva finanziaria dell'1,6

Nel nuovo piano industriale di TIM, l'amministratore delegato Pietro Labriola ha sottolineato l'assenza della rete come elemento chiave per ridurre il debito aziendale.

Ha spiegato che partendo da un livello di leva finanziaria di 3,8, l'azienda mira a raggiungere nel 2026 un livello di leva finanziaria dell'1,6, il più basso tra tutti gli altri operatori del settore.

Labriola ha evidenziato che il debito elevato, superiore a 20 miliardi di euro, rappresentava un onere che limitava la capacità di innovazione di TIM, specialmente considerando l'incremento dei tassi di interesse.

La vendita della rete, quindi, consentirà di ridurre significativamente il debito aziendale, consentendo all'azienda di raggiungere un rapporto debito/EBITDA di 1,6 entro il 2026.

Questo risultato, secondo Labriola, fornirà a TIM maggiore flessibilità finanziaria e strategica.

Il debito preoccupa gli analisti

Il debito è stato a lungo un fattore limitante per TIM, insieme alla dura concorrenza nel mercato domestico.

Gli analisti hanno evidenziato che il livello di indebitamento previsto per l'azienda dopo la vendita della rete fissa nazionale è risultato superiore alle aspettative del mercato.

La vendita della rete di TIM a KKR, del valore massimo di 22 miliardi di euro e sostenuta dal governo italiano, è un pilastro degli sforzi di Labriola per ridurre il debito e riorientare la forza lavoro sulla rete.

Tuttavia, il principale azionista di TIM, Vivendi, ha sollevato dubbi sulla sostenibilità dell'azienda dopo la vendita della rete e ha avviato una sfida legale sull'accordo.

Secondo gli analisti, il livello di indebitamento più alto del previsto potrebbe essere legato ai flussi di cassa in uscita legati alla rete prima della chiusura dell'accordo, alla politica dei dividendi dell'azienda brasiliana e ad altri costi finanziari e di ristrutturazione.

Il direttore finanziario di TIM, Adrian Calaza, ha sottolineato che l'impatto della gestione dell'azienda integrata con l'attività di rete sarà probabilmente negativo per il flusso di cassa almeno fino alla metà di quest'anno, ma prevede una generazione di cassa a partire dal 2025, anche per il business domestico.

E arriveranno i dividendi?

Inoltre, gli analisti hanno notato l'assenza di un piano di distribuzione dei dividendi nella dichiarazione di previsione di TIM, una questione che Calaza ha dichiarato essere ancora prematura per discutere.

Il piano di Telecom Italia in dettaglio

Telecom Italia (TIM) ha annunciato mercoledì che prevede un aumento dell'8% nei suoi utili di base su base annua composta nei prossimi tre anni, grazie a una struttura aziendale più snella dopo la prevista vendita della sua rete fissa nazionale.

Questa operazione, supportata dal governo italiano e del valore massimo di 22 miliardi di euro (24 miliardi di dollari), mira a ridurre il debito della società e a ridurre i costi.

Il nuovo piano industriale triennale, approvato dal consiglio di amministrazione e definito dall'amministratore delegato Pietro Labriola, è denominato "Free To Run" e mira a un tasso di crescita annuale composto del 3% per i ricavi fino al 2026.

TIM prevede una crescita degli utili core del 9-10% all'anno per le sue attività domestiche, stabilizzando la sua base di ricavi grazie a partnership per offrire una vasta gamma di servizi oltre alla connettività.

Nel frattempo, il ramo enterprise continuerà a crescere grazie al mercato cloud in espansione.

L'azienda prevede di generare un flusso di cassa positivo sia in Italia che dalla sua unità quotata in Brasile fino al 2026.

Con l'approvazione della vendita della rete al fondo statunitense KKR prevista per metà anno, TIM prevede che il suo debito scenderà a 1,6-1,7 volte i suoi utili core nel 2026, rispetto alle 3,8 volte registrate l'anno scorso con la struttura attuale.

Il consiglio di amministrazione uscente ha anche presentato una lista di candidati che gli investitori dovranno votare all'assemblea degli azionisti, incluso il riconfermato Labriola come amministratore delegato e l'avvocato d'affari Alberta Figari come presidente.

Telecom sotto i supporti

La violazione del supporto di area 0,245 euro rende fragile il quadro grafico di TIM, solo un veloce recupero al di sopra di quei livelli potrebbe negare il rischio di ritorno sui minimi di ottobre 2022 in area 0,16 euro. Sopra 0,245 prima resistenza a 0,2650, poi a 0,2900 euro.

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Telecom Italia