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Dividendi: importante stacco lunedì 22 aprile. Ecco chi sono i big interessati

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
6 min

Ricche cedole in arrivo: brillano le banche, ma non solo. Sono infatti in evidenza anche le risparmio di Edison (utility) e Stellantis (automotive). Ecco il valore dei dividendi quest'anno (dividend yield) per molti dei big di Piazza Affari. Ecco cosa valutare prima di eventuali ingressi

Dividendi: importante stacco lunedì 22 aprile. Ecco chi sono i big interessati

Sono le banche le più generose sul dividendo in arrivo lunedì prossimo (22 aprile), ecco i rendimenti delle cedole ai prezzi di oggi. Ci sono anche le ricche cedole di Stellantis e delle risparmio di Edison, ecco quanto rendono. Da ricordare che però c’è una tassa del 26%

I dividendi di lunedì, molti i big, ecco il rendimento

Lunedì prossimo (il 22 aprile 2024) andranno in stacco importanti protagonisti del paniere principale di Milano, il Ftse MIB. Il pagamento sarà il 24 aprile con l'eccezione di Stellantis che pagherà poi la cedola il 3 maggio.

Società note e storiche di Piazza Affari che, nonostante la corsa degli indici dall’inizio dell’anno prima e oltre, mostrano a conti fatti un rendimento del dividendo molto interessante.

Sicuramente i calcoli da fare sono molti e sicuramente lo stacco di tutte queste cedole peserà anche sul paniere di Milano, ma intanto ecco i numeri.

 

 

SOCIETA’

Dividendo

Prezzo 19/04/2024 Ore 11:00 am circa

Dividend Yield

BANCO BPM

€ 0,5600

€ 6,31

8,87%

EDISON Rsp

€ 0,1050

€ 1,59

6,62%

STELLANTIS

€ 1,5500

€ 23,99

6,46%

BANCO DI DESIO

€ 0,2634

€ 4,57

5,76%

UNICREDIT

€ 1,8029

€ 34,59

5,21%

BFF BANK

€ 0,5410

€ 12,23

4,42%

BANCA MEDIOLANUM

€ 0,4200

€ 10,03

4,19%

BASICNET

€ 0,1500

€ 3,97

3,78%

PIAGGIO

€ 0,0800

€ 2,78

2,88%

MAIRE TECNIMONT

€ 0,1970

€ 7,64

2,58%

IVECO

€ 0,2200

€ 12,33

1,78%

PRYSMIAN

€ 0,7000

€ 50,14

1,40%

CAMPARI

€ 0,0650

€ 9,44

0,69%

CULTI MILANO

€ 0,1000

€ 14,45

0,69%

FERRARI

€ 2,4430

€ 386,60

0,63%

Dividendi, come leggere i numeri della cedola

La tabella che abbiamo montato spiega innanzitutto una cosa solo apparentemente banale. Il rendimento del dividendo – tecnicamente il dividend yield – dipende dal prezzo pagato per l’azione. In poche parole se qualcuno ha comprato una di queste azioni a un prezzo più basso guadagnerà di più, al contrario, nel caso in cui abbia valori di carico maggiori, pagherà di meno. Non è banale, anche perché i prezzi cambiano in ogni istante di contrattazione.

Il dividend yield è il valore del dividendo in rapporto al prezzo pagato per l’azione moltiplicato per cento, ossia indica quanto vale la cedola in percentuale del prezzo dell’azione. Se cambia il prezzo, cambia il dividend yield.

Dividendi, le tasse, le commissioni, le valutazioni

Come sempre con il dividend yield si indicano i rendimenti lordi. I dividendi delle azioni sono tassati al 26%, generalmente le banche per i piccoli risparmiatori agiscono da sostituto d’imposta, ossia tolgono direttamente le tasse dal dividendo e restituiscono il netto.

Va anche considerato, per chi entra in un titolo senza grandi capitali o troppa esperienza, il peso delle commissioni. Il piano standard azionario di Fineco pesa lo 0,19% sull’azionario italiano (min. € 2,95, senza considerare le nuove offerte); il piano Standard Directa è di 5 euro per eseguito (è lo 0,5% su un investimento di 1000 euro); eToro non prevede commissioni dirette ma prevede commissioni di conversione per conti diversi dall’oro; Degiro indica 1 euro di commissioni e 1 euro di gestione sui titoli di Borsa Italia (al netto della Tobin Tax - come per gli altri broker – pari allo 0,1% in Italia per società con capitalizzazione da 500 milioni in su).

Si dovrebbe poi per completezza accennare all’imposta di bollo che è di € 34,2 per i privati, ma è complessiva sui conti correnti e non viene applicata per giacenze medie annuali inferiori a 5.000 euro.

Precisato tutto questo, sono dividendi davvero interessanti, anche al netto dei costi. Su 15 società elencate 7 hanno un dividend yield superiore al 4%

Dividendi, il fattore tempo e la logica della cedola

Il prezzo di ingresso decide del rendimento del dividendo, come detto, ma c’è un fattore ancora più importante da tenere in considerazione: il tempo.

Lo stacco di un dividendo equivale a una distribuzione degli utili, quindi del patrimonio, di una società. Questo significa che parte del capitale sociale viene devoluto ai soci che hanno investito nell’azienda. Di conseguenza il valore totale dei dividendi distribuiti viene sottratto dal valore di borsa della società, per questo alla data di stacco di lunedì, tutte le società partiranno da un livello di prezzo inferiore a quello della chiusura di oggi e in particolare verrà sottratto da ogni azione il valore del dividendo stesso (lordo). Questo significa che tendenzialmente ogni azione dovrà recuperare il valore di partenza per restituire veramente il valore del dividendo ai soci. Normalmente succede in un periodo relativamente breve (una settimana, un mese, sei mesi…), ma non è una regola esatta e ci sono titoli a Piazza Affari che devono ancora recuperare il livello precedente all’ultimo dividendo di un anno da.

I dividendi sono, in generale, il frutto degli utili della società che vengono redistribuiti ai soci, quindi il recupero dei corsi deriva dalla loro performance economica. Le banche hanno dividendi ricchi derivanti dai tassi d’interesse elevati che hanno accresciuto i loro margini, ma forse già da giugno prossimo il livello dei tassi Bce inizierà a scendere.

Caso per caso insomma bisognerà valutare la capacità della singola società di distribuire utili ai soci, quindi di mantenere o magari aumentare la redditività.

Al contempo eventuali piani di buyback (riacquisti di titoli propri) possono sostenere i prezzi nel medio periodo.

Bisogna in poche parole valutare cosa si compra, dare un’occhiata ai dati di bilancio della società, avere una prospettiva di mercato, perché, anche se alcune società distribuiscono cedole trimestrali a Milano (ma nessuna delle elencate), tendenzialmente l’acquisto sul dividendo è un approccio da cassettista con ottica di investimento ad almeno un anno.

Come a dire che bisogna dare alla società il tempo di produrre quegli utili che andranno poi a dividendo. L’occasione per molti titoli di Milano, non solo bancari, è ghiotta, ma chiaramente bisognerà valutare rischi e opportunità.

Altri due argomenti vanno almeno elaborati.

Proprio in vista del recupero dei corsi che di solito segue lo stacco di una cedola, alcuni investitori preferiscono entrare nel titolo nel giorno dello stacco, quando già è sceso, per guadagnare dal suo recupero. E’ un approccio rischioso basato proprio sulla scommessa che il recupero avvenga e sull’idea che l’azione in sé sia il valore. In questo modo infatti si incorpora direttamente nell’azione in portafoglio l’ammontare della cedola, infatti se il titolo torna sui valori precedenti lo stacco, si avrà in carico il valore del dividendo. Ma questo è conveniente soltanto se si punta su ulteriori rialzi dei corsi e sulla capacità dell’azione di generare performance ancora più positive.

Altro tema è quello delle minusvalenze. Lo stacco di un dividendo non crea una minusvalenza che possa essere coperta nel cassetto fiscale, quindi essere dedotta dalla tassazione al 26% su altre operazioni di compravendita. Tecnicamente è un reddito da capitale, quindi bisogna fare attenzione anche su questo fronte.