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Borsa Italiana, tre titoli da scoprire

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

Amplifon: nuovi massimi di periodo
STM: carburante dai risultati di NVIDIA, ma servono conferme
Dovalue: sul grafico prove di reazione, ma servono conferme e il 2024 sarà sfidante

Borsa Italiana, tre titoli da scoprire

Amplifon, nuovi massimi di periodo

Amplifon fa un passetto indietro oggi, in controtendenza: ma si tratta di un ripiegamento che segue nuovi massimi di periodo a 32,65 euro, anche sopra la chiusura di ieri quando il titolo è cresciuto del 3,31% a 32,5 euro con oscillazioni in corso di seduta tra 31,64 e 32,57 euro. La società dei dispositivi acustici continua a beneficiare del supporto derivante dal rapporto di inizio febbraio di Jefferies, che conferma una raccomandazione buy e un target price di 33 euro. Gli analisti hanno evidenziato il positivo trend degli accessi ai punti vendita negli Stati Uniti, indicando una crescente penetrazione nel principale mercato mondiale degli apparecchi acustici.

Amplifon attualmente gestisce circa 1600 punti vendita negli USA, di cui 300 in modo diretto, conquistando una quota di mercato stimata tra il 7% e l'8%. Il gruppo presenterà i risultati del 2023 il prossimo 7 marzo.

Sul fronte grafico ci sono ragioni per credere al proseguimento del rialzo. I prezzi si sono lasciati alle spalle, dopo due mesi di tentativi, il 61,8% di ritracciamento (percentuale di Fibonacci) del ribasso dal top di maggio 2023, che passava per la resistenza in area 31,8 euro. Il prossimo ambizioso target potrebbe quindi essere all'avvio del movimento partito a maggio, ossia 36,27 euro, ma per arrivare fin là bisognerà scardinare le importanti resistenze di area 32,9 e 33,6-33,7. Il gap up di ieri che ha alimentato il superamento del citato ritracciamento di Fibonacci, potrebbe nei prossimi giorni agire invece da calamita ribassista sui supporti di area 31,6 euro. Un euro più in basso si troverebbe ulteriori sostegni oltre i quali il quadro grafico di medio periodo potrebbe però compromettersi.

STM, carburante dai risultati di NVIDIA, ma servono conferme

STM ha guadagnato ieri il 3% ma il risultato, per quanto positivo, è stato comunque inferiore rispetto a quanto visto nel corso della seduta. Il titolo è salito in scia al rally del comparto dei semiconduttori, dopo che la statunitense NVIDIA ha presentato risultati molto positivi nel quarto trimestre 2023. I ricavi sono stati pari a 22,1 miliardi di dollari, +22% t/t e +265% a/a; l'utile netto si è attestato a 12,28 miliardi, +33% t/t e +769% a/a. Nell'esercizio fiscale 2024 i ricavi sono cresciuti del 126% a 60,9 miliardi. Per il primo trimestre dell'attuale esercizio il produttore di chip leader nel settore AI prevede ricavi per circa 24 miliardi contro i 22,2 del consensus.

Il titolo STM ha provato a scardinare la resistenza a 42,80 euro salendo nell'intraday fino a 42,99 euro per poi chiudere a quota 42,24. Oggi nuovi top intraday a 42,46 e corsi a 42,24 nel pomeriggio: soltanto il superamento di quota 42,80, meglio se ribadito proprio oggi in chiusura di ottava, rappresenterebbe un valido segnale di forza che potrebbe imprimere slancio al rimbalzo partito a gennaio, proiettando obiettivi inizialmente in area 43,8 euro e più in alto a 45 circa, ultimo baluardo lungo il cammino che potrebbe ricondurre sui massimi di dicembre a 47 euro. Il potenziale rialzista verrebbe invece compromesso sotto 40,50, preludio ad un nuovo test in area 38,50, con supporto successivo a 37,00/37,20, rilevante nello scenario di medio lungo periodo.

Dovalue, sul grafico prove di reazione, ma servono conferme e il 2024 sarà sfidante

Dovalue ha guadagnato terreno ieri dopo la pubblicazione dei risultati preliminari dell'esercizio 2023: +6,08% a 2,47 euro dopo un allungo a 2,485.

I ricavi netti scendono dell'11,4% a 442,2 milioni di euro (consensus 484 mln), l'EBITDA escluse voci non ricorrenti a 178,4 milioni (-11,5%, consensus 176 mln). L'utile netto escluse voci non ricorrenti crolla a 2,7 milioni dai 50,6 milioni del 2022, includendo le voci non ricorrenti il conto economico è in rosso per 18,9 milioni da +16,5 milioni nel 2022. Le voci non ricorrenti si riferiscono soprattutto alla svalutazione dei contratti spagnoli, a minori risultati del fair value delle attività, a maggiori imposte.

Il debito netto sale a 475,2 milioni (429,9 milioni al 31 dicembre 2022, +10,6%) e la leva finanziaria a 2,7x (da 2,1x). Il management prevede che il 2024 "sarà un anno di trasformazione, razionalizzazione dei costi ed investimenti e getterà le basi a sostegno della crescita nel 2025 e nel 2026".

Il nuovo piano industriale 2024-2026 sarà presentato nel capital market day del 21 marzo. I dati sono comunque stati deludenti e anche Citigroup ha confermato l'impressione che il 2024 sarà ancora sfidante.

Il grafico di Dovalue di ieri ha comunque mostrato segnali di forza, appunto, un rialzo di oltre il 6% tra volumi superiori alla media e superati durante la seduta di oggi (oltre 1,88 milioni di contratti a ora, contro una media giornaliera mensile di meno di 750 mila azioni). Oggi comunque il titolo mostra una certa volatilità, cede un 3% abbondante in queste ore dopo un primo affondo a 2,275 euro e un rapido allungo fino a 2,515. Un trading range ampio dunque tra volumi impetuosi. L'azione di recente (16 gennaio) ha aggiornato i minimi storici a 2,12 euro e quindi ha impostato una reazione seguita da un movimento laterale. I minimi di oggi a 2,2275 hanno praticamente testato il supporto dinamico costituito dalla trendline generata dai citati minimi storici, forse è la conferma di un sostegno rialzista dinamico interessante, ma restano diversi pericoli.

Lo scenario rimane complesso e discese sotto 2,21 anticiperebbero un test di 2,12 con rischio concreto di riattivazione della tendenza ribassista verso area 1,70, base del canale discendente ipotizzabile da agosto.

Concreti segnali di forza sono attesi a seguito del superamento del massimo del 26 gennaio a 2,6650 per 2,93, dove troviamo il minimo di fine novembre e il lato alto del canale che ospita i corsi dai bottom di metà gennaio a oggi. Una vittoria su questi riferimenti determinerebbe un considerevole miglioramento del quadro tecnico di breve termine favorendo un allungo verso 3,4850, massimo di inizio anno. Ma, appunto, servono conferme.