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Agenzia delle Entrate: avvisi bonari ampliati a 60 giorni!

di Carla Tastini pubblicato:
3 min

Con un emendamento inserito nel Decreto Legge Ucraina Bis, il Governo ha raddoppiato i termini di pagamento degli avvisi bonari inviati dall'Agenzia delle Entrate, da trenta giorni a sessanta giorni. Scendiamo nei dettagli!

Agenzia delle Entrate: avvisi bonari ampliati a 60 giorni!

Il Decreto Legge, chiamato Ucraina Bis, ha apportato novità anche per quanto riguarda gli avvisi bonari emanati dall'Agenzia delle Entrate, grazie ad un emendamento presentato in sede di approvazione.

L'emendamento presentato apporta un'importante e vantaggiosa novità: il termine di pagamento di questi avvisi è stato ampliato a 60 giorni.

Quali sono i debiti fiscali oggetto degli avvisi bonari?

Sono quelle somme che, a seguito di controlli effettuati dall'Agenzia delle Entrate o dalla Guardia di Finanza, risultano dovute a titolo di imposta, di ritenuta, di contributi, interessi o sanzioni. Scendiamo nei dettagli e scopriamo quali sono i cambiamenti apportati dal Decreto Legge Ucraina Bis.

Somme non pagate dopo avvisi bonari, vengono iscritte a ruolo

Il Decreto 462/97, stabilisce che gli importi da pagare verso l'Agenzia delle Entrate, sono iscritti a ruolo se non vengono versati entro trenta giorni dalla notifica della comunicazione.

Se il pagamento avviene entro questo termine, l'Agenzia riduce di un terzo le sanzioni amministrative. Grazie alla decisione del Governo e al Decreto Ucraina Bis, in modo del tutto eccezionale, queste somme saranno iscritte a ruolo non più dopo trenta giorni, ma dopo sessanta giorni, permettendo dunque ai contribuenti, di avere più tempo per sistemare la loro situazione fiscale. Il lasso temporale necessario per pagare, viene letteralmente raddoppiato.

Questa è una misura del tutto straordinaria che comincerà ad essere applicata dall'entrata in vigore del decreto in poi, ovvero dal 31 agosto 2022.

Cosa sono gli avvisi bonari emessi dall'Agenzia delle Entrate?

Gli avvisi bonari sono quelli che l'Agenzia delle Entrate emana dopo aver liquidato le imposte, i contributi, i rimborsi e questo processo avviene entro l'inizio del periodo di presentazione delle dichiarazioni dei redditi.

Dopo questa liquidazione, gli importi dovuti a titolo di imposte, ritenute, contributi, interessi o sanzioni, vengono comunicati ai contribuenti, i quali di solito, hanno trenta giorni per pagare.

E qui sta la novità: con il decreto Ucraina Bis i giorni sono diventati 60: se si pagherà quanto dovuto entro sessanta giorni, le sanzioni saranno ridotte di un terzo.

Avvisi bonari ampliati a sessanta giorni solo se si paga in un'unica soluzione?

Assolutamente no! L'ampliamento del termine stabilito dal Decreto Ucraina Bis riguarda sia l'ipotesi che il contribuente paghi entro sessanta giorni tutta la somma liquidata e dovuta e sia se si decida di pagare a rate e dunque la prima tranche della rateizzazione.

I contribuenti avranno così un po' più di respiro per regolarizzare i loro debiti fiscali.

Non pagare gli avvisi bonari, porta all'iscrizione al ruolo del debito fiscale

Non pagare i propri debiti fiscali risultanti dalle liquidazioni fatte dall'Agenzia delle Entrate, porta inevitabilmente l'iscrizione al ruolo del proprio debito, e quello che ne consegue non è affatto positivo.

Innanzitutto vengono eliminate tutte le agevolazioni riguardanti sanzioni e interessi inferiori; e viene eliminata anche la possibilità di rateizzare il debito.

Si dovrà pagare l'importo dovuto, le sanzioni e gli interessi, in misura piena.

Le Commissioni riunite Finanze e tesoro e Industria, commercio, turismo del Senato, hanno già approvato il suddetto emendamento che raddoppia il tempo necessario per pagare gli avvisi bonari.

Ma ufficialmente si dovrà attendere il 20 maggio, quando il decreto ucraina bis sarà convertito in legge. La scelta di raddoppiare il termine di pagamento degli avvisi bonari è stata presa per “assicurare la necessaria liquidità alle famiglie e alle imprese in considerazione degli effetti negativi determinati dalla pandemia, nonché delle ripercussioni economiche e produttive della guerra", si legge nell'emendamento stesso.