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Eni: azioni in calo dopo l'annuncio della strategia di dismissione

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Eni: nuova strategia del gruppo delude il mercato, titolo in ribasso

Eni: azioni in calo dopo l'annuncio della strategia di dismissione

Debole Eni giovedì. Il titolo ha ceduto il 3,04% a 14,522 euro dopo avere oscillato tra 14,522 e 15,206 euro.

Eni, dismissioni concentrate nel settore dell'Oil e del Gas

La strategia di dismissione per un totale di 8 miliardi di euro entro il 2027 da parte di Eni si concentrerà principalmente nel settore dell'Oil e del Gas, mentre per i nuovi settori - Plenitude ed Enilive - si prevede di valorizzarli attraverso joint venture e l'eventuale quotazione in Borsa, anche se non prima del 2025.

Tuttavia, i mercati non hanno accolto con entusiasmo la nuova strategia del gruppo, come dimostrato dalla riduzione del valore delle azioni a Piazza Affari (14,522 euro). Il CEO Claudio Descalzi ha specificato che la maggior parte delle dismissioni sarà nel settore tradizionale dell'Oil e del Gas, con l'obiettivo di ridurre gli investimenti netti del 20% entro il 2027, citando i successi esplorativi e i campi marginali in fase di declino.

Oltre la metà del valore totale delle dismissioni del Gruppo proviene dal settore Upstream.

Per quanto riguarda le società affiliate come Plenitude ed Enilive, Descalzi ha parlato di creare joint venture con partner strategici per la crescita dei nuovi business.

L'IPO di Plenitude potrebbe avvenire nel 2025, seguita da un percorso simile per Enilive.

La controllata di Eni, Versalis, sarà ristrutturata per raggiungere una redditività sostenibile, con l'obiettivo di ottenere un EBITDA a pareggio nel 2025 e un EBIT positivo nel 2026, portando a un miglioramento complessivo di oltre 600 milioni di euro per il Gruppo.

Nonostante la reazione negativa del mercato alla nuova strategia, Descalzi ha rassicurato gli investitori sottolineando l'importanza di comunicare e spiegare chiaramente i dettagli del piano nei prossimi incontri e presentazioni.

Eni prevede di investire 27 miliardi di euro entro il 2027

Eni prevede di investire 27 miliardi di euro entro il 2027. Gli investimenti netti annuali del gruppo saranno in media di 7 miliardi di euro, ridotti del 20% rispetto al piano precedente grazie all'ottimizzazione della spesa e al miglioramento della qualità dei progetti.

La gestione del portafoglio contribuirà con circa 8 miliardi di euro in termini di cassa durante il periodo del piano, riflettendo l'avanzamento della strategia del modello satellitare e l'ottimizzazione dei successi esplorativi.

Eni prevede di ridurre i costi corporate di 1,8 miliardi di euro nel periodo del piano, in linea con l'evoluzione strategica del gruppo.

La strategia prevede un flusso di cassa da attività operative prima del capitale circolante di circa 13,5 miliardi di euro nel 2024 e di 62 miliardi nel periodo del piano, con un aumento del 30% rispetto al scenario attuale.

Eni intende distribuire tra il 30% e il 35% del flusso di cassa operativo annuale attraverso dividendi e buyback, con un dividendo proposto di 1 euro per azione per il 2024 e un buyback di 1,1 miliardi di euro.

Claudio Descalzi, CEO di Eni, ha dichiarato che l'azienda sarà più redditizia, diversificata e solida, potenziando la remunerazione agli azionisti e rafforzando il portafoglio di business competitivi.

La crescita si baserà sulla disciplina finanziaria e sull'ottimizzazione degli investimenti.

Resistenza chiave a 15,20 euro circa per Eni

I massimi di giovedì a 15,206 euro sono a contatto con la trend line rialzista che unisce i minimi del 20 marzo e del 28 giugno 2023, linea violata al ribasso il 18 gennaio e ora divenuta resistenza.

Il rimbalzo dai minimi del 19 febbraio potrebbe quindi configurarsi solo come un "return move" a testare dal basso l'ex linea di supporto.

Sotto area 14,40 aumenterebbe il rischio di un test del minimo della candela "hammer" (forte supporto) del 19 febbraio a 14 euro circa. Supporto successivo a 13,68, base del gap del 9 agosto 2023.

Solo al di sopra di area 15,20 il rischio di nuovi ribassi verrebbe allontanato, ma servirebbe poi la rottura a 15,45 della trend line ribassista che parte dal top di fine ottobre per ripristinare un'intonazione positiva di medio periodo.

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