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Commissione UE, cosa emerge dalla fiducia di consumatori e imprese

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
5 min

Il sentiment sulla situazione economica dell’Eurozona peggiora lievemente ad aprile, ma i segnali sono contrastanti

Commissione UE, cosa emerge dalla fiducia di consumatori e imprese

La fiducia di consumatori e imprese d’Europa può essere un indicatore utile per trovare una bussola in questa complicata fase di transizione del Vecchio Continente. La Commissione UE ha aggiornato oggi le proprie rilevazioni su questo fronte.

In particolare l’indicatore ESI del sentiment economico europeo ha mostrato ad aprile una leggera flessione a 95,6 punti nell’Eurozona. Il dato è sotto le attese (96,9 punti) e si pone sotto la rilevazione precedente (96,2 punti) di 0,6 punti.

UE, la valutazione di imprese e consumatori

L’ESI è un indicatore di fiducia che viene calcolato dal 1985 - l’acronimo sta per Economic Sentiment Indicator - e cerca di rilevare in un unico indicatore valutazioni e giudizi di produttori e consumatori sull’andamento dell’economia.

In particolare l’ESI combina gli input provenienti da indicatori di fiducia relativi a industria, servizi, consumatori, costruzione e commercio al dettaglio.

Il dato di oggi indica una fiducia degli operatori leggermente minore ad aprile su industria e servizi (-10,5 punti e 6,0 rispettivamente), mentre i dati sul commercio, le costruzioni e il consumo restano ampiamenti stabili. La nota odierna rileva inoltre che questo indicatore di fiducia si è comportato in maniera diversa sui vari mercati. Ad alcune importanti flessioni in Francia (-4,8 punti) e Italia (-1,3 punti) si sono contrapposti infatti miglioramenti rilevanti in Spagna (+2,3 punti) e Germania (+1,5 punti).

UE, le componenti del sentiment di aprile

La Commissione europea ha rilevato un calo della fiducia nell’industria di 0,7 punti: i manager ritengono che in questo settore ci sia stato un forte deterioramento del livello generale degli ordini e le attese sulla produzione e sulle scorte di prodotti finiti sono rimaste stabili. Sembra anche che sia peggiorata la valutazione e percezione della produzione passata e degli ordini ricevuti.

Anche il settore servizi ha subito un leggero calo (-0,4 punti) con un peggioramento della valutazione della domanda solo parzialmente bilanciato dalla maggiore fiducia sulla situazione del business passata.

Virtualmente invariata invece (con un aumento di 0,1 punti appena) la fiducia dei consumatori. Sembra che questi ultimi abbiano migliorato le valutazioni sul passato, ma inizino a dubitare maggiormente della situazione economica generale del Paese.

Resta così stabile l’attesa sulla situazione finanziaria delle famiglie, mentre nel settore del commercio al dettaglio il leggero calo di 0,3 punti della fiducia non scuote lo scenario. Anche in questo caso il recente passato è rivalutato, ma le attese future vacillano di più. Le scorte dei commercianti al dettaglio sarebbero in gran parte invariate.

Praticamente invariata anche la fiducia nel settore delle costruzioni, 0,1 punti in meno dell’ultima rilevazione. C’è più ottimismo sull’impiego in questo campo, ma si registrano meno ordini dai costruttori, si è però ridotta la percentuale di manager delle costruzioni che denunciano un calo delle attività legato a carenza di domanda o di materiali, anche se cresce il peso negativo di carenza di manodopera o di un contesto finanziario avverso.

EU, le attese dei datori di lavoro ad aprile

Altre indicazioni arrivano dall’indicatore EEI, Employment Expectations Indicator, che misura il sentiment dei datori di lavoro in quattro settori (industria, servizi, commercio al dettaglio e costruzioni). Ad aprile c’è stato un leggero calo di 0,5 punti e si sono segnalati minori piani di impiego nell’industria e nel commercio al dettaglio. Al contempo sono peggiorate leggermente le attese dei consumatori sulla disoccupazione.

UE, segnali misti dalle attese sui prezzi

Importante rilevare un segnale arrivato sui prezzi dalle ultime rilevazioni UE. Servizi e commercio al dettaglio hanno ridotto le attese sui prezzi di vendita che invece sono rimaste invariate nelle costruzioni e nell’industria. Le attese sui prezzi sono sotto le medie di lungo termine soltanto per l’industria e rimangono invece su livelli storicamente elevati nei servizi.

I consumatori hanno leggermente ridotto le attese sui prezzi dei prossimi 12 mesi ad aprile, ma si resta su livelli elevati.

Ad aprile sono calati in Europa leggermente anche gli indicatori EUI (indicatore dell’incertezza economica) ed LHI (indicatore dell’accumulo di lavoro).

La Commissione ha svolto anche dei sondaggi trimestrali ad aprile e ha rilevato che il tasso di utilizzo della capacità nell’industria è leggermente sceso ad aprile al 78,7%, sotto la media di lungo periodo dell’80,6% È cresciuta al contempo la percentuale di manager che giudica il livello di produzione più che sufficiente e che sul fronte esterno si aspetta un aumento degli ordini e del posizionamento competitivo. Migliora la percezione degli ultimi 3 mesi, ma rimane su livelli storicamente bassi.

È leggermente aumentata infine la percentuale di manager che affermano che una domanda insufficiente è alla base dei mancati aumenti di produzione ed è ancora calata la quota di coloro che attribuiscono a carenza di materiali i limiti alla produzione. Da gennaio ad aprile la quota di manager che giustifica i limiti alla produzione con la carenza di domanda è cresciuta al 37,9%, quella di coloro che puntano l’indice sulla carenza di materie prime o attrezzature è scesa al 13,8% ed è rimasta all’elevato livello del 22,5% la quota di manager che indica il limite produttivo nella carenza di manodopera, mentre solo il 5,3% indicava il problema nelle condizioni finanziarie restrittive.

Un quadro quindi relativamente stabile si compone ad aprile e nuovi segnali dovranno spingere in una direzione o nell'altra lo scenario nelle prossime settimane.

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Economia