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Le elezioni politiche sono vicine, borsa e Btp che faranno?

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
4 min

Le elezioni politiche italiane si avvicinano, la borsa sembra tutto sommato tranquilla, la stessa cosa si può dire per i rendimenti dei titoli di Stato, ma è veramente così?

Le elezioni politiche sono vicine, borsa e Btp che faranno?

Le elezioni politiche italiane si avvicinano, la borsa sembra tutto sommato tranquilla, la stessa cosa si può dire per i rendimenti dei titoli di Stato, ma è veramente così?

Prevedere non è operare

Fare previsioni guardando i grafici è un esercizio che si può tentare e che a volte può anche dare dei risultati interessanti, la cosa importante da tenere presente è che le previsioni sono una cosa, l'operatività un'altra.

L'analisi tecnica costruisce degli scenari e fornisce dei livelli al superamento dei quali la realizzazione di questi scenari diventa più probabile.

Se il primo passo è quello di costruire uno scenario fino a che non si verificano determinate condizioni non ha senso operare.

Ftse Mib e onde di Elliott

Fatta questa premessa possiamo concentrarci sulla definizione di un possibile scenario per la borsa, il Ftse Mib in particolare, e i rendimenti dei bond, prendendo come riferimento il Btp decennale.

Per definire un possibile percorso per l'indice di borsa ci serviremo della teoria delle onde di Elliott, uno strumento che necessita di una base teorica abbastanza solida per essere applicato ma le cui conclusioni possono essere apprezzate da tutti.

Seguendo questo approccio si può ipotizzare che le oscillazioni dal massimo di inizio 2000 al minimo di inizio 2009 siano state una prima fase del movimento, la prolungata fase laterale fino agli inizi del 2022 una seconda fase, e che da gennaio sia iniziata una terza fase. Le oscillazioni viste dal picco del 2000 sono contenute all'interno di un canale, ovvero una coppia di linee parallele (quella superiore unisce i massimi del 2000 e del 2007, la parallela è fatta partire dal minimo del 2002).

Target per il Ftse Mib

La base del canale attualmente transita in area 4000 (il valore è corretto, non manca un 1 all'inizio), e questo potrebbe essere il target della terza fase.

Per chi non si accontenta del risultato ma è curioso di leggere tra le righe possiamo dire di avere ipotizzato una terna correttiva tra il top del 2000 e il minimo del 2009, una sequenza A,B,C, che a sua volta forma l'onda |A| di tutta la struttura, poi un'altra sequenza A,B,C tra il 2009 e il 2022, che sarebbe l'onda |B| di tutto il movimento, e un'onda |C| appena iniziata, che appunto potrebbe dirigersi verso i 4000 punti.

Da notare, a supporto di questa teoria, il fatto che i massimi di inizio anno a 28213 punti sono sul 50% di ritracciamento del ribasso dal top del 2007 al minimo del 2009. Quando un rimbalzo si limita a ritracciare tra il 50% e il 61,8% del movimento di ribasso precedente vuol dire che quel movimento resta in forza e che sono elevate le probabilità di vederlo riprendere.

I livelli critici dello scenario

Per iniziare a vedere conferme in favore di uno scenario così ribassista servirebbe prima di tutto la violazione a 19450 circa del 61,8% di ritracciamento del rialzo dal minimo di marzo 2020, poi quella dello stesso minimo di marzo a 14153 punti.

Un primo indizio preoccupante verrebbe in caso di violazione, confermata in chiusura mensile, del massimo di luglio 2020 a 21133 punti. Il superamento di area 25000 non cancellerebbe il rischio di ribassi di lungo termine ma favorirebbe un nuovo test del picco di gennaio.

Sopra quei livelli l'indice potrebbe tentare il test del 61,8% di ritracciamento del ribasso dal top del 2007, posto a 32050 circa, praticamente coincidente con la base del canale discendente che contiene i prezzi dal 2000.

Solo oltre area 32050 il Ftse Mib segnalerebbe lo scampato pericolo.

Rendimenti Btp, quale direzione?

E cosa dire dei rendimenti dei bond decennali? Sul grafico di lungo periodo è visibile una prolungata fase laterale disegnata tra il 2015 e il 2022, il cui limite superiore è il picco dell'ottobre 2018 al 3,78% circa.

A giugno 2022 questa resistenza è stata messa brevemente alla prova, il rendimento è salito fino al 4,28% circa, ma la chiusura mensile si è posizionata molto al di sotto dei massimi, al 3,39%.

I massimi di giugno sono circa sul 50% di ritracciamento del ribasso dal top del 2011. Se il rendimento dovesse risalire oltre area 4% le oscillazioni dal minimo del 2015 potrebbero dimostrarsi una sorta di catapulta (un doppio minimo) dalla quale fare partire l'assalto ai massimi del 2011 al 7,5% circa.

Al 4,75% si colloca la prima resistenza sulla strada del rialzo.

Sotto il 2,20% il mercato dimostrerebbe di volere continuare a navigare all'interno della fase laterale e il rischio di un’impennata dei rendimenti si allontanerebbe.