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Opzione Donna, possibile proroga dal Governo Meloni per il 2023: scenari e ipotesi

di Valentina Zappalà pubblicato:
3 min

Il nuovo Governo Meloni sarà presto chiamato ad esprimersi in merito al futuro di Opzione Donna. La coalizione sembra comunque favorevole ad un rinnovo di questa forma di pensionamento anticipato. Ecco quali saranno i possibili scenari, e in che modo le donne potranno andare in pensione in anticipo nel 2023.

Opzione Donna, possibile proroga dal Governo Meloni per il 2023: scenari e ipotesi

L’imminente Riforma Pensioni 2023 è una delle questioni più urgenti che il nuovo Governo Meloni dovrà affrontare. Tra le forme di pensionamento attualmente in scadenza, oltre alla Quota 102, c’è anche Opzione Donna.

La dibattuta opzione di pensionamento è infatti in scadenza: la Legge di Bilancio 2022 l’ha prorogata per un anno, fino al 31 dicembre 2022.

Eppure, sembra che Opzione Donna, a differenza della Quota 102 che pare avere ormai le ore contate, verrà rinnovata ancora una volta.

Opzione Donna, possibile proroga dal Governo Meloni per il 2023: scenari e ipotesi

La coalizione di centrodestra, guidata da Giorgia Meloni, si è infatti espressa più volte in favore di Opzione Donna.

Oltre all’interruzione dell’adeguamento dell’età pensionabile in automatico, in base alle aspettative di vita, e in aggiunta ad un possibile innalzamento degli importi della pensiona minima, la Meloni ha è intervenuta confermando anche il possibile rinnovo di Opzione Donna.

Il Governo Meloni sembra voler puntare su delle modalità di pensionamento flessibili, che condurranno non solo al rinnovo di Opzione Donna, ma anche dell’Ape Social.

Il centrodestra dovrà però fare i conti con l’opposizione. La Lega continua infatti ad esprimersi favorevolmente nei confronti di una possibile Quota 41 per tutti.

In questo caso, si andrebbe in pensione anticipata con 20 anni di contributi e un’età anagrafica di almeno 63 anni. Per quanto riguarda le lavoratrici donne, invece, la Lega promuove un pensionamento che dipende dal numero dei figli avuti: ogni figlio consentirebbe di abbassare di un anno l’età di accesso al trattamento pensionistico.

Come si andrà in pensione con Opzione Donna 2023

Nel caso in cui il Governo Meloni dovesse optare per un rinnovo di Opzione Donna per il prossimo anno, potranno andare in pensione le seguenti categorie di lavoratrici:

·         autonome nate nel 1963;

·         dipendenti (sia del settore pubblico che di quello privato) nate nel 1964.

Opzione Donna permette infatti l’accesso alla pensiona anticipata con determinati requisiti, che dovranno essere maturati dalla lavoratrice interessata entro la data del 31 dicembre 2022.

Questa forma di pensionamento anticipato è infatti disponibile per tutte le lavoratrici che hanno cumulato almeno 35 anni di contribuzione. È anche previsto, però, un limite di età, fissato a 58 anni per le donne lavoratrici dipendenti e a 59 anni per chi, invece, lavora autonomamente.

Per poter inoltrare la propria richiesta, nel caso delle lavoratrici dipendenti, è necessario cessare ufficialmente il proprio rapporto di lavoro.

Al contrario, le lavoratrici autonome non hanno l’obbligo di cessare la propria attività per conseguire Opzione Donna.

Ricordiamo che, all’epoca della sua prima introduzione nell’ormai lontano 2004, l’Opzione prevedeva dei limiti di età differenti, ossia 57 e 58 anni di età.

Il requisito relativo all’età anagrafica è stato però modificato nel 2019, per adeguare tale età alle aspettative di vita attuali.

Opzione Donna prevede, per le contribuenti che desiderano accedere alla pensione in anticipo, un trattamento pensionistico che si calcola con sistema contributivo.

Prima di poter essere certi della fruibilità dell’Opzione anche per il 2023, comunque, dovremo attendere la pubblicazione della Legge di Bilancio 2023 in Gazzetta Ufficiale.