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Il 98% dei chief executive Usa vede recessione in 12-18 mesi

di Raffaele Rovati pubblicato:
3 min

Il 98% dei chief executive Usa vede una recessione in 12-18 mesi. Per Bloomberg Economics siamo al 100% e c'è chi ritiene che la recessione sià già arrivata.

Il 98% dei chief executive Usa vede recessione in 12-18 mesi

Non solo Jamie Dimon. Se il numero uno di Jp Morgan Chase & Co. da tempo prevede tempi bui per l'economia, oggi è la quasi totalità dei chief executive a essere convinta che una recessione sia l'inevitabile conseguenza dell'impennata dell'inflazione cui è seguita l'aggressiva stretta monetaria da parte della Federal Reserve (Fed) (dopo due anni di pandemia e con la guerra in Ucraina come ciliegina sulla torta).

Secondo un sondaggio del Conference Board, infatti, il 98% dei chief executive Usa vede in arrivo una recessione in 12-18 mesi (la percentuale sale al 99% tra i top manager europei). “I chief executive si stanno preparando a recessioni quasi inevitabili sia in Usa che in Europa.

E se la stragrande maggioranza si aspetta ancora per gli Usa una recessione breve e superficiale, quasi sette su dieci ritengono che la Ue entrerà invece in una profonda recessione con gravi ricadute globali", ha spiegato Roger Ferguson trustee del Conference Board (già vice chairman della Fed dal 1999 al 2006). Dimon era stato più drastico.

"L'Europa è già in recessione", aveva dichiarato alla Cnbc settimana scorsa, aggiungendo che gli Usa potrebbero finirci "entro sei, nove mesi da oggi".

Per il 98% dei chief executive sarà recessione in 12-18 mesi

Per i modelli di Bloomberg Economics, invece, una recessione in Usa è certa al 100% entro i prossimi 12 mesi. Nel precedente aggiornamento degli economisti Anna Wong ed Eliza Winger (basato su 13 indicatori macroeconomici e finanziari per valutare le probabilità di una contrazione dell'economia in un arco di tempo che va da un mese a due anni nel futuro) era invece del 65% la probabilità di una recessione in 12 mesi (su 10 mesi si è passati dallo zero al 25%).

Va ricordato, per altro, che in settembre anche Raj Subramaniam, dallo scorso mese di giugno chief executive di FedEx Corporation, aveva di fatto dichiarato che la recessione è già qui. Il colosso delle spedizioni espresso di Memphis aveva ritirato la guidance per l'esercizio 2023 e successivamente annunciato tagli alla spesa compresi tra 2,2 miliardi e 2,7 miliardi di dollari, a causa di "tendenze macroeconomiche notevolmente peggiorate".

FedEx è tradizionalmente considerato un benchmark per l'andamento dell'economia globale e lo stesso Subramaniam conferma quando prospettive negative per il business del suo gruppo siano indicative di tendenze più generali. "Siamo un riflesso dei business di tutti gli altri, in particolare dell'economia globale di alto valore", aveva ricordato intervistato da Jim Cramer per la Cnbc.

Solo per il 5% dei chief executive condizioni migliori di 6 mesi fa

"La fiducia dei chief executive è scesa ulteriormente all'inizio del quarto trimestre ed è al livello più basso dai tempi della Great Recession", ha notato Dana Peterson, chief executive del Conference Board, riferendosi non alla Grande depressione del 1929-1939 bensì alla ben più recente Grande recessione del 2007-2009, quella del crac di Lehman Brothers.

"Il punto di vista dei chief executive sulle condizioni attuali e le loro aspettative è peggiorato: solo il 5% ha riferito che le condizioni aziendali sono migliori oggi rispetto a sei mesi fa e la stessa proporzione del 5% prevede un miglioramento delle condizioni nei prossimi sei mesi”, ha aggiunto Peterson.

Per precisione l'81% dei chief executive ritiene che le condizioni generali dell'economia siano peggiorate rispetto a sei mesi fa e il 52% crede che a deteriorarsi siano state invece le condizioni dei loro business.