FTAOnline

Asia-Pacific è contrastata ma il Nikkei 225 guadagna l'1,24%

di FTA Online News pubblicato:
3 min

Dopo una partenza d'ottava in recupero per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi il Dow Jones Industrial Average, apprezzatosi dello 0,38% lunedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza si è fatta maggiormente contrastata. Riflettori soprattutto sui dati macroeconomici in arrivo da Tokyo e Pechino. In marzo la produzione industriale è crollata in Giappone del 6,7% annuo, in ulteriore peggioramento rispetto al 3,9% di febbraio (e all'1,5% di gennaio). Su base mensile, rettificata stagionalmente, la produzione industriale è tuttavia salita del 3,8% contro il precedente declino dello 0,6% e sopra al 3,4% del consensus. Le vendite al dettaglio sono invece cresciute dell'1,2% annuo, in frenata rispetto al 4,7% della lettura finale di febbraio (2,1% in gennaio) e sotto al 2,5% previsto. Su base sequenziale, rettificata stagionalmente, le vendite retail sono calate dell'1,2% contro il precedente rialzo dell'1,7% (0,2% in gennaio). Il clima misto per la regione viene confermato da un indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, che si muove intorno alla parità.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa contro le altre dieci principali monete, è in rialzo di circa lo 0,30% a fronte di un nuovo indebolimento dello yen sul biglietto verde (dopo che lunedì aveva toccato quota 160 sul dollaro per la prima volta dal 1990). A Tokyo il Nikkei 225 guadagna l'1,24% (fa decisamente meglio l'indice più ampio Topix, apprezzatosi di un netto 2,11%). Sul fronte macroeconomico, in marzo il tasso di disoccupazione è rimasto invariato in Giappone sul 2,6% già registrato in febbraio, contro il declino sul 2,5% del consensus. In marzo i nuovi cantieri edili residenziali sono crollati in Giappone del 12,8% annuo, dopo il ribasso dell'8,2% di febbraio e contro quello del 7,6% del consensus. Il dato segna la decima contrazione consecutiva. Gli ordinativi di nuove costruzioni, incassati dai 50 maggiori gruppi del settore in Sol Levante, sono invece rimbalzati del 31,4% annuo, dopo il crollo dell'11,0% di febbraio.

L'indice Pmi manifatturiero ufficiale della Cina è sceso in aprile a 50,4 punti dai 50,8 punti di marzo, confermandosi comunque sopra la soglia di 50 punti che separa espansione da contrazione. La lettura è superiore ai 50,3 punti del consensus di Reuters. L'indice Caixin Pmi, elaborato da S&P Global, è invece salito a 51,4 punti dai 51,1 punti di marzo, contro i 51,0 punti attesi. Contrastate le piazze cinesi. A meno di un'ora dal termine degli scambi Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono circa lo 0,10% e lo 0,30% rispettivamente, contro un ribasso intorno allo 0,50% per lo Shenzhen Composite. Altalenante la performance di Hong Kong: l'Hang Seng si muove infatti poco sopra la parità (segno opposto per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, in calo di circa lo 0,20%). A Seoul è intorno allo 0,30% la crescita del Kospi, mentre a Sydney è stato dello 0,35% il guadagno dell'S&P/ASX 200 in chiusura della sessione.

RR - www.ftaonline.com