FTAOnline

Asia-Pacific in positivo ma Tokyo è in calo sullo yen debole

di FTA Online News pubblicato:
3 min

Dopo una seduta in deciso recupero per Wall Street (migliore dei tre principali indici newyorkesi il Dow Jones Industrial Average, apprezzatosi dell'1,22% mercoledì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza in positivo è stata confermata, nonostante il netto calo di Tokyo. I minimi pluridecennali dello yen hanno alimentato speculazioni circa un potenziale intervento del governo a sostegno della valuta. Il ministro delle Finanze Shunichi Suzuki aveva dichiarato a inizio settimana che non si escludono misure per "rispondere a movimenti disordinati del mercato dei cambi". "In realtà siamo molto vicini al fatto che intervengano. Hanno già discusso le conseguenze politiche e nessuno vuole uno yen più debole", ha sottolineato alla Cnbc Steven Englander, strategist di Standard Chartered Bank. Un intervento avrebbe lo scopo di guadagnare tempo fino a quando la Federal Reserve (Fed) non inizi a tagliare i tassi Usa o la Bank of Japan (BoJ) non aumenti ulteriormente il costo del denaro. Intanto il clima complessivamente positivo per la regione si concretizza in un rialzo intorno allo 0,40% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in marginale crescita a fronte di uno yen invariato sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde un netto 1,46% (fa anche peggio l'indice più ampio Topix, deprezzatosi dell'1,73%). Sul fronte macroeconomico, dal Summary of Opinions del meeting di 18-19 marzo emerge che la BoJ ritiene opportuno non affrettarsi nel cambiare una politica introdotta nel gennaio 2016, quando per la prima volta nella storia il costo del denaro divenne negativo. Nell'incontro la BoJ aveva portato i tassi d'interesse su un range dello 0% -0,10% in quello che è stato il primo aumento dal 2007. "Anche se la BoJ mettesse fine alla politica di tassi negativi, dovrebbe sottolineare la sua posizione cauta poiché l'economia non è in uno stato in cui sono necessari rapidi aumenti dei tassi", ha spiegato un membro del board. "È importante comunicare chiaramente che i cambiamenti nel nostro quadro di politica monetaria non porteranno a una stretta monetaria ma sono lo sforzo per raggiungere il target di prezzo", ha detto un altro membro.

Giornata in positivo tutte le piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano lo 0,59% e lo 0,52% rispettivamente, contro la netta crescita dell'1,72% dello Shenzhen Composite. Recupero anche per Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng è infatti in rialzo di circa l'1% (fa anche meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con un progresso intorno all'1,50%). A Seoul è stata dello 0,32% la flessione del Kospi, mentre a Sydney l'S&P/ASX 200 ha guadagnato lo 0,99% in chiusura dopo avere registrato nuovi massimi storici in intraday grazie soprattutto alla spinta dei titoli del settore minerario (Bhp e Rio Tinto). In febbraio le vendite retail sono salite in Australia dell'1,6% annuo, in ulteriore accelerazione rispetto all'1,2% della lettura finale di gennaio (e allo 0,8% di dicembre). Su base sequenziale (rettificata stagionalmente) le vendite al dettaglio sono invece cresciute dello 0,3% contro l'1,1% precedente e lo 0,4% del consensus.

RR - www.ftaonline.com