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Asia-Pacific in rialzo ma a Tokyo Nikkei 225 perde lo 0,06%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo un avvio d'ottava in frenata per Wall Street (peggiore dei tre principali indici newyorkesi il Dow Jones Industrial Average, deprezzatosi dello 0,41% lunedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza si è fatta più contrastata, virando di fatto in positivo, al traino soprattutto della piazza di Hong Kong e di quella di Seoul, con il Kospi che ha chiuso sui massimi dal 10 febbraio 2022 grazie alla spinta di titoli tecnologici come Sk Hynix (in rally del 4,25%). Il secondo maggiore produttore memorie al mondo (alle spalle della connazionale Samsung Electronics, in rialzo invece del 2,17%) ha seguito le performance più che positive del comparto dei chip a Wall Street, con Micron Technology migliore del Nasdaq Composite (6,28% il suo rimbalzo), grazie alla conferma del buy da parte degli analisti di Mizuho, che hanno alzato il prezzo obiettivo da 124 a 130 dollari (117,13 dollari la chiusura di lunedì). Intanto il clima complessivamente in positivo per la regione viene confermato dal progresso intorno allo 0,60% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in declino di circa lo 0,10% a fronte di uno yen in marginale recupero sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde lo 0,06% (segno opposto per l'indice più ampio Topix, apprezzatosi dello 0,11%), confermandosi comunque ancora sopra i 40.000 punti. Sul fronte macroeconomico, il tasso d'inflazione core del Giappone stilato dalla Bank of Japan (BoJ) è sceso in febbraio sul 2,3% annuo dal 2,6% di dicembre e gennaio, contro il 2,5% atteso dagli economisti. Settimana scorsa il ministero nipponico di Affari Interni e Comunicazione aveva reso noto che l'inflazione core del Sol Levante (al netto degli alimenti freschi e benchmark su cui la BoJ ha il target del 2%) è cresciuta in febbraio dal 2,0% al 2,8% in linea con il consensus di Reuters. Il mese scorso il Services Producer Price Index (Sppi, l'indice dei prezzi dei servizi alle imprese) è salito invece del 2,1% annuo, come in gennaio, contro il 2,0% previsto. Su base sequenziale l'indice è aumentato dello 0,2% (0,5% il calo di gennaio).

Secondo quanto riportano fonti citate da Reuters, Pechino sta spingendo le banche ad accelerare l'approvazione di nuovi prestiti per gli sviluppatori immobiliari privati alla disperata ricerca di liquidità, nel tentativo di ravvivare la fiducia degli acquirenti di case. La maggior parte degli istituti finora ha evitato di rafforzare significativamente l'esposizione creditizia al settore colpito dalla crisi, nonostante le pressioni delle autorità, deludendo le speranze di una ripresa in un comparto cruciale per l'economia. Tutte in positivo le piazze cinesi. Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano lo 0,17% e lo 0,51% rispettivamente, contro il progresso dello 0,18% dello Shenzhen Composite. Bene Hong Kong: a meno di un'ora dal termine delle contrattazioni l'Hang Seng è infatti in crescita di circa l'1,30% (fa anche meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con un rialzo intorno all'1,70%). A Seoul è stato dello 0,71% l'apprezzamento del Kospi, mentre a Sydney è stata dello 0,41% la flessione dell'S&P/ASX 200 in chiusura.

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