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Azioni italiane: oggi focus su Ferrari, Leonardo e Webuild

di FTA Online News pubblicato:
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Ferrari, nuovo massimo storico, diversi gli spunti. Leonardo, nuovi segnali positivi anche da DRS. Webuild, il collocamento a sconto pesa

Azioni italiane: oggi focus su Ferrari, Leonardo e Webuild

Ferrari, nuovo massimo storico, diversi gli spunti

Nuovo massimo storico per Ferrari all'indomani del successo pieno nel Gran Premio dell'Australia: vittoria per Carlos Sainz e secondo posto per il compagno di squadra Charles Leclerc, grazie anche al ritorno per problemi tecnici ai freni del dominatore Max Verstappen.

L'a.d. Benedetto Vigna ha dichiarato al Financial Times che la domanda di auto supersportive di lusso a Taiwan cresce più rapidamente che in Cina e a Hong Kong grazie all'esplosione del mercato dei chip e al conseguente arricchimento del Paese.

Oggi RBC ha incrementato il target del titolo a 463 euro, circa il 14% sopra le quotazioni attuali.

L'analisi del grafico di Ferrari mette in evidenza il trend ascendente di fondo e l'accelerazione partita a settembre (oltre +50% da allora) e l'ulteriore cambio di passo degli ultimi due mesi circa (+35% dai minimi di gennaio).

Il titolo sembra aver messo nel mirino quota 500 euro ma al momento attuale lo scenario tecnico presenta più rischi che altro. In caso di flessioni monitorare attentamente la tenuta di area 375: l'eventuale violazione di questo supporto preannuncerebbe approfondimenti sui 340-345.

Sotto questo ultimo riferimento probabile un test di 325 e soprattutto di area 300, sostegno determinante in ottica di medio periodo.

Leonardo, nuovi segnali positivi anche da DRS

Seduta positiva venerdì per Leonardo. Il titolo ha guadagnato l'1,59% a 22,36 euro. I prezzi hanno oscillato tra 21,83 e 22,58 euro.

Bank of America Global Research ha confermato il rating di acquisto e un target price di 23 euro su Leonardo Spa dopo un incontro con i vertici dell'azienda alla Global Industrial Conference organizzata dalla stessa BofA. Gli esperti ritengono che il tono dell'incontro sia stato positivo, con il management che ha sottolineato le opportunità nel risparmio dei costi.

Inoltre, si prevede un miglioramento significativo del free cash flow a partire dal 2024, il che dovrebbe portare a maggiori ritorni per gli azionisti nei prossimi anni.

Il mercato segue con attenzione anche l'andamento di Leonardo DRS, la sussidiaria di Leonardo attiva nell'elettronica per la difesa, che venerdì ha terminato la seduta a 21,89 dollari.

Durante il primo Investor Day tenutosi a New York, sono stati presentati il piano strategico per il periodo 2024-2026 e le stime per l'anno in corso.

La guidance per il 2024 prevede ricavi fino a 3 miliardi di dollari, un EBITDA tra 365 e 390 milioni di dollari, e un tasso fiscale del 22,5%, rispetto al 12,5% del 2023.

Guardando al 2026, le previsioni indicano una crescita organica dei ricavi tra il 4% e il 7%, un margine del 14%, e una conversione dall'80% al 90% dell'utile netto rettificato in free cash flow.

Il contratto della U.S. Navy per il sistema di propulsione elettrica dei sottomarini di classe Columbia dovrebbe generare ricavi annuali di circa 400 milioni di dollari a partire dal 2026.

Complessivamente, i ricavi di Leonardo DRS sono previsti tra i 3,2 e i 3,5 miliardi di dollari nell'ultimo anno del piano. Inoltre, una percentuale significativa del free cash flow sarà destinata ad operazioni che aggiungano valore, con una particolare attenzione alle fusioni e acquisizioni.

Il piano prevede anche un investimento di 120 milioni di dollari per la realizzazione di un nuovo sito produttivo a Charleston, nella Carolina del Sud, entro il 2026, dedicato alla commessa per la classe Columbia e per sfruttare opportunità nei progetti di elettrificazione delle piattaforme militari.

Il titolo Leonardo ha superato nell'ultima settimana i massimi del giugno 2007 a 21,60 euro, inviando un nuovo segnale di forza. I prezzi hanno spazio ora per puntare verso i 26 euro, resistenza sulla quale potrebbe concludersi almeno temporaneamente il ciclo rialzista iniziato a fine 2022 da area 6,90 euro.

Resistenza intermedia a 24 euro. Solo sotto area 21,50 il titolo potrebbe scendere a testare a 20,80 la media mobile esponenziale a 20 giorni, supporto critico in questa fase alla cui violazione si aprirebbero spazi di discesa verso i 18 euro almeno.

Webuild, il collocamento a sconto pesa

Forte calo venerdì per Webuild che ha archiviato le contrattazioni a 2,2720 euro, in calo del 6% circa, dopo essere sceso nell'intraday fino a quota 2,1840. Le motivazioni del ribasso sarebbero da addurre al fatto che , secondo indiscrezioni, Unicredit avrebbe ceduto una quota del gruppo pari al 4,99% tramite una procedura di accelerated bookbuilding a 2,20 euro per azione. Unicredit deteneva il 5,377% di Webuild ed era entrata nel gruppo nel corso del 2019, in occasione di un aumento di capitale da 600 milioni di euro dell'allora Salini-Impregilo.

Le quote vennero pagate 1,5 euro e la plusvalenza che Unicredit avrebbe dunque incassato con l'operazione di venerdì sarebbe superiore ai 35 milioni di euro.

Graficamente il titolo era apparso particolarmente brillante nella prima metà di marzo, tanto da mettere pressione alla resistenza in area 2,45 dove sono posizionati i massimi di del 2021 e poco oltre il 38,2% di ritracciamento della discesa dai top del 2013.

Nell'occasione la resistenza era rafforzata anche dalla parte superiore del canale che sale dall'autunno 2022, ostacoli che si sono opposti al proseguimento della corsa, agevolando poi il calo di venerdì.

Per il momento comunque la permanenza sopra 2,15 tiene viva l'ipotesi che si tratti di una semplice correzione del precedente rialzo, preludio, sulla carta, alla ripresa del trend rialzista verso gli obiettivi a 2,60 e più in alto (medio-lungo periodo) in area 3,00. Sotto 2,15 invece segnali di cedimento più evidenti, che rischierebbero di ricondurre le quotazioni fin sotto 2,00 euro.