Dovalue tocca nuovi minimi. Pesante ribasso nell'ultima settimana

di Alessandro Chini pubblicato:
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Dovalue crolla e perde il 30% dallo stacco del dividendo. Un calo solo parzialmente giustificato dal dividendo pari al 9,4%. Cosa fare ora?

Dovalue tocca nuovi minimi. Pesante ribasso nell'ultima settimana

Settimana da dimenticare per Dovalue

Settimana da dimenticare quella appena mandata in archivio da Dovalue. Il titolo ha chiuso la seduta di venerdì in forte calo, toccando nuovi minimi assoluti. Il ribasso è arrivato dopo che il gruppo ha comunicato i risultati del primo trimestre 2023, chiuso con ricavi a 91,8 milioni di euro in calo del 21,0% rispetto allo stesso periodo del 2022.

I Risultati che hanno agevolato il crollo

L'EBITDA, esclusi elementi non ricorrenti, si è attestato a 30,1 milioni di euro, in ribasso del 23,4% su base annuale, mentre l'utile netto, esclusi gli elementi non ricorrenti, è stato pari a 0,5 milioni.

Di fatto l'utile netto è stato praticamente azzerato rispetto ai 10,4 milioni del primo trimestre 2022. L'utile netto reported, infine, è stato negativo per 2,7 milioni a fronte di un +8,9 milioni del primo trimestre 2022.

Come detto la giornata di venerdì è stata particolarmente negativa per il titolo, ma già nei giorni precedenti avevamo assistito ad un corposo ribasso. Dallo stacco del dividendo (0,60 euro) di lunedì 8 maggio i prezzi hanno intrapreso la via del ribasso fino ad attestarsi sui 4,45 euro di venerdì.

In una sola settimana si è dunque passati da 6,37 a 4,45 euro, per quanto comprensivi dei 60 centesimi di stacco cedola. Un calo del 30% solo parzialmente giustificato dallo stacco di un dividendo pari al 9,42%.

Dal grafico non emergono elementi positivi per il momento

Difficile per il momento riuscire a trovare elementi positivi sul grafico. Il supporto a 5,00 euro, che aveva tenuto botta sia nel 2020 che in più occasioni anche nel corso del 2022, è stato spazzato via.

Le possibilità di un rimbalzo nel breve sono da riporsi nell'ipervenduto in cui sono sconfinati i principali oscillatori (per quanto non ancora sui livelli minimi raggiunti a marzo 2020) e la presenza della base del canale decrescente disegnato dai top annuali del 20 febbraio, riferimento a 4,40 circa, sul quale si sono appoggiati i prezzi venerdì.

Sarà comunque molta la strada al rialzo che dovrà essere percorsa dal titolo per tornare ad una situazione di equilibrio. Solo oltre 6,20 infatti potremmo ipotizzare qualcosa di più di un semplice rimbalzo tecnico (primi segnali di ripresa nel breve oltre 5,35). Sotto 4,40 invece target 4 euro.