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L’Eurozona scongiura la recessione (per ora)

di Giovanni Digiacomo pubblicato:
4 min

Il quarto trimestre si conferma stagnante, piccole sorprese positive da Spagna e Italia, ma il quadro generale è di rallentamento

L’Eurozona scongiura la recessione (per ora)

Seduta importante per fare il punto sulla crescita dell’Eurozona, o meglio sulla sua stagnazione nel quarto trimestre che scongiura di un soffio la recessione tecnica.

Nel terzo trimestre del 2023 infatti l’Eurozona aveva visto un Pil in calo dello 0,1% rispetto al trimestre precedente e se fosse comparso anche oggi un segno meno sarebbe stata, appunto, la recessione tecnica.

Lo 0,0% pubblicato da Eurostat però non fa gioire e conferma la fase di stagnazione del Vecchio Continente. I segni meno si confermano invece tra le maggiori economie e viene confermato il pesante -0,3% trimestre su trimestre della lettura preliminare del Pil tedesco. Indicazioni importanti sono giunte però anche dai dati di Italia, Spagna e Francia.

Nella variazione trimestre su trimestre l’ultimo periodo del 2023 vede in Irlanda la performance peggiore con un -0,7% che conclude un anno tutto in recessione, anche se l’ultimo dato è migliore del calo precedente dell’1,9% trimestre su trimestre. Dublino segna nel quarto trimestre dell’anno una flessione del 4,8% del Pil rispetto allo stesso periodo del 2022.

Solo pochi altri Paesi dell’Eurozona mostrano una variazione tendenziale negativa nel quarto trimestre: oltre alla Germania (-0,2%), Austria (-1,3%), Lettonia (-0,2%), Repubblica Ceca (-0,2%) e appunto Irlanda (-4,8%). Sono cinque come nel terzo trimestre, ma è uscita la Svezia ed entrata la Lettonia.

Gli altri dati di oggi confermano un quadro di stagnazione ma ci sono delle sorprese al rialzo sulle attese degli analisti per l’Italia e per la Spagna, mentre la Francia resta incollata allo 0,0% del consensus e del dato precedente (rivisto però leggermente al rialzo dalla prima lettura).

Vediamo l’Italia.

Italia, leggera sorpresa al rialzo per il Pil del quarto trimestre

L’Istat ha comunicato oggi che l’economia dell’Italia è cresciuta nel quarto trimestre del 2023 dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Meglio del +0,1% del trimestre precedente e anche dello 0,0% atteso dagli analisti. Ma sono dati che vanno presi con le pinze perché preliminari.

La crescita tendenziale, ossia del quarto trimestre 2023 sul quarto trimestre 2023 stupisce comunque anch’essa al rialzo: +0,5% contro il +0,1% precedente e soprattutto a fronte di previsioni di una crescita dello 0,3%

L’Istat in particolare rileva una flessione del comparto primario ed un aumento sia del settore industriale, sia dei servizi. “Dal lato della domanda – aggiunge la nota dell’Istituto di statistica nazionale - la componente nazionale misurata al lordo delle scorte è in diminuzione, mentre si stima un aumento della componente estera netta”.

Spagna, Pil migliore delle attese

Sorprende positivamente, ma con performance decisamente migliori, anche la Spagna. Il quarto trimestre si chiude con una crescita tendenziale del Pil del 2% a fronte di un dato precedente rivisto leggermente al rialzo all’1,9%. Le attese erano per una flessione su un +1,5% Sono preliminari anche le stime dell’INE spagnolo (Instituto Nacional de Estadistica), ma confermano la solidità della crescita iberica che mostra anche nel quarto trimestre una crescita dello 0,6% sul trimestre precedente (consensus +0,2%, dato precedente +0,4%).

La crescita congiunturale (trimestre sul trimestre precedente) del Pil iberico è stata di mezzo punto percentuale nei primi due quarti dello scorso anno ed era rallentata a un +0,4% nel terzo trimestre, ora riaccelera al +0,6% e la Spagna si conferma una delle più solide economie del Vecchio Continente insieme al Portogallo che nel quarto trimestre mostra un crescita tendenziale del Pil del 2,2%

Ma lo scenario generale è comunque di stagnazione e rallentamento, più vicino a quello della Germania o della Francia, che a quello iberico.

La Francia rimane ferma

Stamane è stato diffuso anche il dato del Pil della Francia. Per secondo trimestre la variazione del Pil sul trimestre precedente è rimasta invariata (0,0%).

Una frenata anche oggi in linea con le attese degli analisti e che non impedisce la chiusura di un 2023 con un +0,7% tendenziale di Pil migliore dello 0,5% dell’Italia. Ma è uno zerovirgola che non soddisfa nessuno. E ci sono delle differenze importanti nella composizione del prodotto dei vari Paesi.

Per esempio in Spagna la domanda interna apporta 0,5 punti percentuali al Pil congiunturale e la domanda estera lo 0,1%, in Francia nel trimestre la domanda domestica (al netto delle scorte) mostra un calo dello 0,1% del Pil trimestre su trimestre, mentre recupera un +1,2% lo scambio con l’estero, soprattutto grazie a un calo delle importazioni mentre l’export rimane pressoché stabile (-0,1%).

 

Per tutta l’Europa rimane quindi confermata una fase di stagnazione e rallentamento, con dinamiche specifiche da Paese a Paese, ma anche una spinta generale al ridimensionamento delle attività economiche.