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Finanza e Mercati: scenario migliore per taglio tassi dopo la BCE

di Simone Ferradini pubblicato:
4 min

Per sbrogliare il bandolo della matassa serviranno i dati sui rinnovi contrattuali nel primo trimestre del 2024, disponibili a maggio

Finanza e Mercati: scenario migliore per taglio tassi dopo la BCE

Finanza e Mercati: rendimenti sopra i minimi di ieri

Il rendimento del BTP decennale segna ora 3,5870%, sopra il minimo dal 29 dicembre a 3,5490% toccato ieri pomeriggio: prosegue la correzione dal massimo dal 12 dicembre a 3,9960% raggiunto il 22/2 (ricordiamo il minimo da agosto 2022 a 3,4620% toccato il 27/12 e il massimo dal 2012 a 5,04% raggiunto il 19 ottobre).

Il rendimento del Bund a 10 anni si attesta a 2,2775%, poco sopra il minimo dal 5 febbraio a 2,2490% toccato ieri pomeriggio, dopo aver raggiunto giovedì scorso il massimo dal 28 novembre a 2,5115% (ricordiamo il minimo da dicembre 2022 del 27/12 a 1,8850% e il massimo dal 2011 il 4 ottobre a 3,02%).

Il rendimento del T-Note USA a 10 anni segna 4,0780%, poco sopra il minimo dal 5 febbraio a 4,0510% toccato ieri pomeriggio: prosegue la correzione dal massimo dal 30 novembre raggiunto il 22/2 a 4,3560% (ricordiamo il minimo da luglio toccato il 27/12 a 3,7820% e il massimo dal 2007 a 5,02% il 23 ottobre). Il rendimento del T-Bond a 30 anni si attesta a 4,2290% dopo aver toccato ieri pomeriggio il minimo dal 2/2 a 4,2010% (ricordiamo il minimo da fine luglio toccato il 27/12 a 3,9430% e il top dal 2007 a 5,18% il 23/10).

Finanza e Mercati: BCE, scenario più propizio per riduzioni dei tassi

Mercati più ottimisti sulla manovra accomodante della BCE dopo il Consiglio Direttivo di ieri. Le nuove proiezioni macroeconomiche dello staff di economisti dell'Eurotower indicano che quest'anno l'inflazione è attesa a +2,3% dal +2,7% della previsione di dicembre, mentre nel 2025 è ora prevista a +2,0% da +2,1%. Confermato il +1,9% nel 2026.

In altre parole il percorso di rientro verso l'obiettivo di lungo termine si è velocizzato e consolidato, aprendo ulteriori spazi per i tagli dei tassi. Questo scenario viene rafforzato dall'ulteriore indebolimento dell'economia: il PIL eurozona 2024 è ora atteso a +0,6% dal +0,8% ipotizzato nelle precedenti. Confermata l'accelerazione a +1,5% nel 2015 e leggermente aumentata a +1,6% da +1,5% la previsione 2026.

Lagarde ottimista sui salari

A tutto ciò aggiungiamo i commenti di Christine Lagarde sulla moderazione della crescita dei salari. I principali esponenti dell'Eurotower, a partire dalla presidente, hanno a più riprese sottolineato la preoccupazione che si possa innescare una spirale salari-prezzi (i cosiddetti second round effects). Quindi, prima di avviare la fase di discesa dei tassi occorreranno rassicurazioni sul fatto che gli incrementi delle retribuzioni sono coerenti con l'avvicinamento dell'inflazione all'obiettivo di lungo periodo del 2%.

Restano sul tavolo alcune incognite: la congiuntura dovrebbe subire una significativa spinta propulsiva dal combinato tra calo dell'inflazione e crescita dei salari: il risultato sarà infatti un incremento del reddito disponibile e, conseguentemente, della domanda. Inoltre il tasso di disoccupazione è sui minimi dall'entrata in vigore della moneta unica e l'occupazione nel quarto trimestre 2023 ha fatto segnare una crescita dello 0,3%, segnando una performance migliore rispetto a quella dell'attività economica. La conseguenza è una riduzione della produttività, fattore che favorisce la persistenza delle pressioni sui prezzi finali.

Fondamentali i dati in uscita a maggio

Per sbrogliare il bandolo della matassa serviranno i dati sui rinnovi contrattuali nel primo trimestre del 2024, disponibili a maggio. Pertanto la riunione del 6 giugno del Consiglio Direttivo potrebbe essere quella decisiva per il primo taglio e quella dell'11 aprile per segnare un cambio di comunicazione da parte della BCE.

Le previsioni offerte dagli strumenti utilizzati per stimare le mosse delle banche centrali evidenziano al momento un aumento delle probabilità di primo taglio dei tassi a giugno nell'eurozona.

I future sull'Euribor a 3 mesi (riferimento per stimare le mosse della BCE) indicano -307 bp a giugno (-27 ieri), quindi riduzione da 25 bp nella riunione del 6 giugno del Consiglio Direttivo con probabilità elevata e in aumento. Per fine 2024 i future indicano -100 bp dai -92/93 bp di ieri (ovvero quattro tagli da un quarto di punto quest'anno).

Secondo i dati del CME FedWatch Tool la probabilità un taglio da 25 bp a giugno scende leggermente a 57% (58% ieri), scende al 26% quella di tassi stabili (31% ieri 26% una settimana fa). Per l'intero 2024 le probabilità di -75/100 bp scendono leggermente al 62% (ieri 63-64%) con prevalenza per -100 bp e salita al 19% dal 16% di ieri delle probabilità di -125 bp. Da segnalare che risalgono scendono al 26% (dal 17% di ieri, 25% lunedì) le possibilità di una mossa anticipata alla riunione della Fed del 1° maggio: detto scenario resta improbabile e possibile solo in caso di accelerazione al ribasso dei prossimi due dati dell'indice PCE (l'inflazione monitorata dalla Fed).

L'agenda macroeconomica prevede oggi a inizio pomeriggio gli importanti dati del mercato del lavoro USA.