Germania: crescita fragile e motori disallineati, la fotografia che emerge dagli ultimi dati macro

di Alessandro Magagnoli pubblicato:
6 min

Migliora il sentiment (Zew), ma l’inflazione in risalita e la debolezza degli ordini industriali mantengono elevata l’incertezza sul 2026

Germania: crescita fragile e motori disallineati, la fotografia che emerge dagli ultimi dati macro

Germania, crescita che rallenta, ma non si arresta

La fotografia che emerge dagli ultimi dati macro sull’economia tedesca è quella di una crescita che rallenta, ma non si arresta, con un equilibrio sempre più fragile tra un settore manifatturiero in difficoltà e un comparto dei servizi che continua a fare da argine, pur mostrando segnali di affaticamento.

Scende l’indice composito flash PMI Hcob

A dicembre, la crescita del settore privato ha perso ulteriore slancio per il secondo mese consecutivo. L’indice composito flash PMI Hcob, elaborato da S&P Global, è sceso a 51,5 punti da 52,4 di novembre, toccando il livello più basso degli ultimi quattro mesi.

Pur rimanendo sopra la soglia dei 50 punti – che separa espansione e contrazione – il dato segnala un ritmo di crescita sempre più moderato. È comunque il settimo mese consecutivo in area espansiva, un elemento che indica come l’economia tedesca stia evitando una vera e propria ricaduta recessiva, almeno sul piano aggregato.

Il problema principale resta la manifattura

Il problema principale resta la manifattura, che continua a rappresentare l’anello debole del ciclo. Il PMI manifatturiero è sceso ulteriormente in territorio di contrazione, a 47,7 punti da 48,2, segnando il minimo degli ultimi dieci mesi.

Secondo gli economisti di Hamburg Commercial Bank, non si tratta solo di un rallentamento: per la prima volta dopo diversi mesi anche la produzione è tornata a calare, un segnale coerente con il crollo degli ordini già osservato a novembre. Questa dinamica non lascia ben sperare per l’inizio del prossimo anno e conferma che la recessione industriale in Germania non è ancora alle spalle.

L’inflazione tedesca è risalita al 2,6% a novembre

A rendere il quadro più complesso contribuisce anche l’andamento dei prezzi. L’inflazione tedesca è risalita al 2,6% a novembre, dal 2,3% di ottobre, come confermato dai dati definitivi. Pur restando lontana dai picchi del passato, la risalita dell’inflazione riduce i margini di manovra per una politica monetaria fortemente espansiva, proprio mentre l’economia mostra segnali di raffreddamento.

In questo contesto, un elemento di parziale sollievo arriva dagli ordini industriali, cresciuti dell’1,5% in ottobre, ben oltre le attese: un dato che suggerisce una certa volatilità di breve, ma non ancora un’inversione strutturale del trend negativo della manifattura.

Il settore dei servizi continua a svolgere un ruolo stabilizzatore

Il settore dei servizi continua invece a svolgere un ruolo stabilizzatore. A novembre è cresciuto per il terzo mese consecutivo, anche se a un ritmo più contenuto rispetto al massimo di oltre due anni toccato a ottobre.

L’indice PMI dei servizi è sceso a 53,1 da 54,6, restando comunque in territorio di solida espansione. A dicembre il rallentamento è proseguito, con l’indice preliminare a 52,6, segnalando che la domanda resta positiva ma meno vivace, complice un comportamento di spesa più prudente da parte delle famiglie.

Nonostante ciò, l’aumento dell’occupazione nel settore indica che le imprese dei servizi continuano a credere in una tenuta dell’attività economica.

Secondo Cyrus de la Rubia, capo economista di Hamburg Commercial Bank, è proprio il comparto dei servizi che sta mantenendo la crescita tedesca “appena sopra lo zero” nel quarto trimestre, compensando almeno in parte l’aggravarsi della recessione manifatturiera. Il contributo dei servizi dovrebbe quindi essere determinante per evitare una contrazione del PIL nel finale d’anno.

L’indice ZEW di dicembre è salito a 45,8 punti

Sul piano delle aspettative, il quadro appare meno cupo. L’indice ZEW di dicembre sull’umore degli investitori e degli analisti è salito a 45,8 punti, in forte recupero rispetto a novembre, mentre la valutazione della situazione corrente resta profondamente negativa (–81), seppur in lieve miglioramento. A sostenere il clima di fiducia sono soprattutto le attese sugli effetti della politica fiscale del governo tedesco. Il miglioramento è stato particolarmente marcato nei settori finanziari e assicurativi, mentre nella chimica e in altri comparti manifatturieri continuano a pesare i timori legati ai dazi e alla debolezza delle esportazioni.

La Germania si trova in una fase di transizione delicata

In sintesi, la Germania si trova in una fase di transizione delicata: la manifattura resta in crisi profonda, i servizi rallentano ma non cedono, e l’inflazione risale moderatamente. Il risultato è un’economia che cresce ancora, ma con un margine sempre più sottile.

Molto dipenderà dall’evoluzione della domanda interna, dalle politiche fiscali e dalla capacità del settore dei servizi di continuare a compensare le difficoltà industriali nei prossimi mesi.

Sul grafico del LevDAX 3x emerge una struttura tecnica interessante

Sul grafico del LevDAX 3x emerge una struttura tecnica interessante, ma ancora non del tutto risolta.

Dopo la violenta discesa di novembre, il movimento successivo ha assunto le caratteristiche di un rimbalzo impulsivo, favorito dall’elevata leva e dal recupero rapido dell’indice sottostante.

Il minimo in area 435–440 ha rappresentato un punto di svolta importante: da lì è partito un recupero ordinato, incanalato in un canale rialzista di breve periodo, ben visibile sul lato destro del grafico.

📌 Livelli tecnici chiave

  • Il rimbalzo ha già ricoperto una porzione significativa del movimento ribassista precedente, riportando i prezzi in area 500, dove passa una zona di equilibrio tecnica: qui convergono ritracciamenti di Fibonacci (50%) e riferimenti dinamici.

  • La fascia 510–515 rappresenta ora una prima resistenza rilevante, già testata e respinta: non è un caso, perché coincide con livelli dove in passato l’offerta è tornata a farsi sentire.

  • Più in alto, l’area 530–535 (78,6% del ritracciamento) è il vero spartiacque: solo una rottura decisa di questa zona permetterebbe di parlare di una ricostruzione più ampia del trend rialzista.

📉 Scenario di rischio

Non va dimenticato che il quadro di fondo resta condizionato da una struttura precedente ancora fragile. Il movimento rialzista attuale, per quanto rapido, nasce dopo una discesa molto profonda e potrebbe ancora configurarsi come un rimbalzo correttivo all’interno di una fase laterale più ampia. In questo senso, ritorni sotto 485–480 indebolirebbero sensibilmente lo scenario positivo e riaprirebbero spazio verso la parte bassa del canale.

🧭 In sintesi

  • Il rimbalzo è tecnicamente credibile e ben costruito nel breve.

  • Tuttavia, finché i prezzi restano sotto 530–535, il movimento va letto con cautela.

  • Solo sopra quei livelli il mercato inizierebbe a “credere” davvero in una nuova gamba rialzista.

  • In uno strumento a leva come il LevDAX 3x, il timing e il rispetto dei livelli contano più della direzione.

Ancora una volta, non è tanto la direzione a fare la differenza, quanto la conferma dei livelli.

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