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Israele spaventa l'Asia. Il Nikkei 225 perde un deciso 2,66%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo una seduta contrastata per Wall Street (in positivo dei tre principali indici newyorkesi il solo Dow Jones Industrial Average, apprezzatosi per altro di appena lo 0,06% giovedì), alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici la tendenza si è consolidata decisamente in negativo, in scia alla rappresaglia lanciata nella notte da Israele su obiettivi militari (e del programma nucleare) dell'Iran. Crescono i timori per un'escalation delle tensioni in Medio Oriente e come primo risultato c'è stata un'impennata dei corsi del greggio: i future sul Wti in consegna a maggio hanno toccato un rally superiore al 4% mentre il Brent in consegna a giugno ha superato quota 90 dollari al barile. E il clima estremamente negativo per la regione si concretizza in una perdita superiore al 2% per l'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in rialzo di circa lo 0,20% a fronte di un indebolimento di pari entità per lo yen sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde un deciso 2,66% (fa meglio l'indice più ampio Topix, deprezzatosi comunque dell'1,91%). Sul fronte macroeconomico, in marzo il tasso d'inflazione ha segnato in Giappone un calo sul 2,7% annuo dal 2,8% di febbraio (2,2% in gennaio), in linea con le attese degli economisti. Su base sequenziale l'indice dei prezzi al consumo è cresciuto dello 0,2% dopo le letture invariate di gennaio e febbraio (0,1% il rialzo di dicembre). L'inflazione core è invece scesa sul 2,6% annuo dal 2,8% precedente (2,0% in gennaio), in linea con il consensus di Reuters.

Per S&P Global Ratings lo stimolo fiscale della Cina sta diminuendo d'efficacia e appare sempre più come una strategia per guadagnare tempo a favore delle politiche industriali e sui consumi. A inizio anno il governo di Pechino aveva annunciato piani per sostenere la domanda interna con sussidi e altri incentivi per l'aggiornamento di macchinari industriali e la permuta dei prodotti di consumo. Tutte in negativo le piazze cinesi. A meno di un'ora dal termine degli scambi Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 perdono circa lo 0,40% e lo 0,80% rispettivamente, contro un declino intorno allo 0,80% anche per lo Shenzhen Composite. Male Hong Kong: l'Hang Seng è infatti in calo di oltre l'1% (e l'andamento è simile per l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China). A Seoul è intorno all'1,70% la contrazione del Kospi, mentre a Sydney è stato dello 0,98% il ribasso dell'S&P/ASX 200.

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