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Shanghai e Shenzhen in rialzo ma il Nikkei 225 perde l'1,32%

di FTA Online News pubblicato:
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Dopo una seduta contrastata per Wall Street (in positivo dei tre principali indici newyorkesi il solo Dow Jones Industrial Average, apprezzatosi dello 0,17% martedì), la tendenza mista è proseguita alla riapertura degli scambi sui mercati asiatici, consolidandosi tuttavia al rialzo. A rubare la scena è stato Jerome Powell, che ha detto di non avere visto nel 2024 nuovi progressi sull'inflazione. Ennesima conferma da parte del chairman della Federal Reserve (Fed) di quanto il passaggio a un allentamento monetario non possa considerarsi imminente in Usa. "I dati più recenti mostrano una crescita solida e una forza continua nel mercato del lavoro ma anche la mancanza di ulteriori progressi sul nostro obiettivo d'inflazione del 2%", ha ricordato martedì Powell. E se era scontato che i tassi Usa non sarebbero stati toccati nel meeting del Federal Open Market Committee (Fomc) di 30 aprile-1° maggio, ormai per il FedWatch Tool di Cme Group sono salite fino all'86,9% le probabilità che anche nella riunione di 11-12 giugno il costo del denaro rimanga sul range del 5,25% -5,50% attuale. Intanto il clima positivo per la regione si concretizza nel progresso di circa lo 0,20% dell'indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso.

Sul fronte valutario il Dollar Index Spot, paniere che monitora la divisa Usa nei confronti delle altre dieci principali monete, è in modesto declino a fronte di uno yen in marginale rafforzamento sul biglietto verde. A Tokyo il Nikkei 225 perde l'1,32% (andamento simile per l'indice più ampio Topix, deprezzatosi dell'1,26%). Sul fronte macroeconomico, in marzo l'export dal Giappone è rimbalzato del 7,3% annuo, in rallentamento rispetto al 7,8% precedente ma sopra al 7,0% del consensus di Bloomberg. Le importazioni sono invece scese del 4,9% annuo, dopo il rialzo dello 0,5% di febbraio e contro la flessione del 5,1% attesa. Il risultato è stato un ritorno della bilancia commerciale in surplus per 366,5 miliardi di yen (2,23 miliardi di euro), contro il disavanzo di 377,8 miliardi (2,30 miliardi di euro) della lettura finale di febbraio. Il dato si confronta con il surplus di 299,9 miliardi (1,83 miliardi di euro) del consensus e con il deficit di 755,1 miliardi (4,60 miliardi di euro) del marzo 2023. Il Reuters Tankan, indice che anticipa l'omonimo sondaggio trimestrale della Bank of Japan (BoJ), è sceso in aprile a 9 punti dai 10 punti di marzo (-1 punto in febbraio). L'indice si conferma comunque in positivo per il secondo mese.

Il Fondo monetario internazionale (Fmi) ha alzato dal 3,1% al 3,2% la stima di crescita del Pil globale nel 2024. Si tratterebbe di una lettura invariata rispetto al 3,2% d'espansione indicato per il 2023. Nell'edizione di aprile del World Economic Outlook, l'Fmi ha mantenuto sempre sul 3,2% già previsto in gennaio la stima per il 2025. Per quanto riguarda la Cina è stato confermato l'outlook precedente al 4,6% e al 4,1% rispettivamente per 2024 e 2025, contro la crescita del Pil del 5,2% del 2023. Decisamente contrastate le piazze cinesi. A meno di un'ora dal termine degli scambi Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 guadagnano circa l'1,70% e l'1,10% rispettivamente, contro un rally superiore al 3% per lo Shenzhen Composite. In negativo invece Hong Kong: l'Hang Seng è infatti in arretramento di circa lo 0,50% (fa poco meglio l'Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell'ex colonia britannica per la Corporate China, con una flessione intorno allo 0,40%). A Seoul è dello 0,60% la contrazione del Kospi, mentre a Sydney si è limitata allo 0,09% la perdita di un S&P/ASX 200 che ha vissuto una giornata assai altalenante.

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