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Banca MPS, a che punto è la notte? 7 Febbraio data importante

di Alessandro Chini pubblicato:
4 min

Si avvicina la data del 7 febbraio 2022, fissata dal consiglio di amministrazione di Banca Mps per la presentazione del bilancio 2021 ed aumentano le voci sulle sorti dell'attuale amministratore della banca, Guido Bastianini.

Banca MPS, a che punto è la notte? 7 Febbraio data importante

Banca MPS, le mosse del Tesoro

Il Tesoro sembrerebbe infatti aver sfiduciato l'attuale amministratore delegato della banca senese, tanto che i bene informati sostengono che avrebbe già ricevuto dal direttore generale del Tesoro stesso, Alessandro Rivera, la lettera con le indicazioni delle dimissioni.

Lato Tesoro tutto tace, nel frattempo però anche la politica è scesa in campo, ed almeno una parte di essa (Lega e M5S) si è già schierata più o meno apertamente a favore di Bastianini, ritenendo proficuo il lavoro svolto dall'attuale amministratore, capace, tutto sommato, di mantenere in piedi un carrozzone malconcio come quello di Mps e di rimetterlo in carreggiata gettando le basi per farlo tornare a camminare anche da solo.

In realtà il Tesoro non ha forse gradito il fallimento della trattativa con Unicredit, per quanto le condizioni imposte da Orcel fossero davvero difficili da accettare ed ora si trova costretto a trattare con la commissione europea una proroga per la privatizzazione dell'istituto. Proroga che potrebbe essere di almeno un anno o addirittura di 18 mesi, duranti i quali però nessuno potrà stare con le mani in mano, dal momento che per tenere in piedi la struttura sarà necessario un aumento di capitale attorno ai 2,5 miliardi di euro e dovrà essere inoltre portato avanti il piano dei tagli del personale che prevede esuberi per circa 4000 unità.

Banca MPS, le mosse della politica

A Siena per il momento, hanno esultato, seppur sotto voce, alla notizia del fallimento della trattativa con Unicredit. L'idea di un trasferimento della direzione e peggio ancora della possibile scomparsa del logo MPS in seguito al cambio di denominazione, avrebbe creato qualche malumore (eufemismo) nella città del Palio, con possibili svenimenti al passaggio di fronte alla sede storica di Piazza Salimbeni. La speranza è sempre l'ultima a morire e la speranza che in un modo o nell'altro (non a caso viene invocata la nazionalizzazione della banca) tutto cambi perchè in realtà tutto resti come prima è ben viva in un contesto territoriale in cui fino ad un decennio fa niente si muoveva se non dietro l'approvazione della banca e/o della fondazione.

Oggi, per quanto le cose siano cambiate, l'obiettivo della politica è sempre quello di mantenere l'indipendenza dell'istituto di credito senese, che in passato (ma probabilmente anche nel presente) è stato la principale fonte di consensi soprattutto a sinistra, motivo per cui potrebbe essere accettato anche un ridimensionamento sostanziale a patto che sede e logo restino al loro posto. La battaglia insomma è sempre viva e lunedì i risultati del bilancio potrebbero contribuire a spostare ancora gli equilibri.

Il bilancio annuale è previsto in crescita (nei primi 9 mesi l'utile della banca è stato di 388 milioni) ma l'ultimo trimestre sembra invece che possa riportare delle perdite, con gli analisti che si attendono un rosso che potrebbe superare anche i 100 milioni, circostanza che ridimensionerebbe il positivo andamento dei precedenti trimestri. Le eventuali dimissioni di Bastianini inoltre renderebbero tutto nuovamente complicato, alimentando le voci sul possibile sostituto che sarà chiamato a proseguire celermente il lavoro già avviato dall’attuale ad per far uscire la banca dalle secche.

Tra i nomi che vengono fatti ci sarebbero l'ex ad di BPer, Alessandro Vandelli, oltre a Victor Massiah (ex Ubi), Fabrizio Palermo (ex Cdp), Fabio Innocenzi (Carige) e Luigi Lovaglio (ex Creval).

In Borsa intanto cosa sta accadendo a Banca MPS?

Questa mattina il titolo guadagna poco meno di mezzo punto percentuale attestandosi a 0,9250 euro, a ridosso, cioè, della linea che scende dai top di luglio, prima resistenza importante nel breve periodo. I prezzi hanno trascorso gli ultimi due mesi a cavallo dei 91 centesimi di euro dopo il recupero successivo all'affondo che aveva spinto il titolo ai nuovi minimi assoluti a 0,7794 euro.

Una situazione di attesa, dunque, con conseguente compressione della volatilità che ora potrebbe essere prossima ad una nuova fiammata. Sarebbe importante che il titolo risalisse oltre quota 1 per acquisire fiducia nei propri mezzi avviando un recupero che permetterebbe di allentare le recenti tensioni, prospettando il ritorno in area 1,10/1,13.

Sotto 0,8690 invece nuove indicazioni di cedimento e via libera verso i bottom a 0,7794, circostanza che rivitalizzerebbe (graficamente) un travaglio lungo ormai 15 anni.