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Se il commercialista fa degli errori, paga lui o il contribuente?

di Carla Tastini pubblicato:
3 min

I commercialisti sono tra i professionisti più oberati di incarichi, di compiti e di responsabilità, oltre al fatto che hanno a che fare spesso con cambi repentini di normative, di regolamenti, di leggi. In una professione così complicata e delicata, può capitare di sbagliare. Ma se il commercialista sbaglia, chi paga? Lui o il suo cliente? Scopriamolo!

Se il commercialista fa degli errori, paga lui o il contribuente?

Non è semplice svolgere la professione di commercialista e consulente fiscale. Spesso questi liberi professionisti sono oberati da norme, leggi, decreti che stravolgono tutta la normativa fiscale e tributaria e non è affatto facile stare al passo.

Gli incarichi e gli adempimenti che i commercialisti devono compiere sono molteplici e, la maggior parte delle volte, molto complessi. Proprio a causa della complessità delle tante operazioni che deve svolgere, il commercialista alcune volte può sbagliare. Chi paga le conseguenze di questi errori con il Fisco? Il commercialista o il suo cliente? Scendiamo nei dettagli.

Se il commercialista commette degli errori con il Fisco, paga lui o il suo cliente?

In questa spinosa questione, bisogna affrontare più di un aspetto. Non sempre il commercialista è responsabile, dinanzi alla legge, quando ci sono errori fiscali. Si valuta la sua responsabilità solo quando il commercialista non rispetta la diligenza professionale, ovvero non mostra lealtà, correttezza, competenza e diligenza nel suo lavoro, secondo gli articoli 2229 e seguenti del Codice Civile.

Cosa significa questo? Significa che il commercialista deve rispettare le norme, la deontologia professionale, deve essere competente, informare sempre il suo cliente se corre un rischio con una determinata operazione.

Nel caso in cui il commercialista sbagli la dichiarazione dei redditi, di chi è la responsabilità?

In questo caso, per esempio, le multe e le sanzioni che l'Agenzia delle Entrate eleverà a causa di una dichiarazione dei redditi errata, saranno a carico del contribuente e sarà lui a doverle pagare entro la scadenza, nonostante l'errore sia stato del commercialista.

Il cliente, dunque, dovrà prima pagare le imposte e le sanzioni all'Agenzia delle Entrate e solo dopo potrà richiedere il risarcimento al commercialista per l'errore commesso.

Che tipo di risarcimento del danno può richiedere il cliente quando è vittima di un errore del commercialista?

Quando il proprio commercialista fa un errore con il Fisco e il proprio cliente a causa di questo errore è costretto a pagare multe, sanzioni e interessi, la responsabilità potrà ricadere sul professionista, secondo l'articolo 1176 del codice civile, solo se il cliente dimostrerà che il danno è dipeso da quest'ultimo.

In questo caso il commercialista risarcirà il suo cliente della maggiore somma versata al Fisco, rispetto alle imposte e alle tasse.

Nel caso in cui la dichiarazione dei redditi sia corretta, ma il commercialista abbia dimenticato di consegnarla o non abbia pagato le tasse, il cliente potrà richiedere il risarcimento dei danni al professionista solo dimostrando il dolo, ovvero la malafede di quest'ultimo. Quest'onere della prova è davvero molto arduo, perché non è semplice dimostrare la malafede di una persona.

È la Corte di Cassazione che provvede a chiarire la questione stabilendo che il cliente potrà richiedere il risarcimento delle sanzioni versate, al commercialista solo se dimostra la che la responsabilità è tutta del professionista ed è dolosa.

Come si sul dire "la legge non ammette ignoranza", il contribuente è il soggetto fiscale ed è lui che deve assicurarsi che il suo commercialista abbia adempiuto agli obblighi fiscali previsti.

Cosa accadrebbe se il commercialista desse un consiglio professionale sbagliato e dannoso per il cliente?

Nel caso in cui il commercialista sbagli una consulenza, ad esempio nel caso in cui il professionista suggerisca al proprio cliente una operazione fiscale che alla fine si rivela svantaggiosa e pericolosa, cosa accade?

Anche in questo caso il cliente dovrà dimostrare di aver subìto un pregiudizio economico e solo dopo potrà richiedere il risarcimento dei danni al commercialista.

Sono stati i supremi giudici della Corte di Cassazione a stabilire che deve essere il commercialista e/o il consulente fiscale a consigliare ai propri clienti la via fiscale più conveniente.

Questo non significa certo che il professionista debba consigliare azioni evasive o elusive delle tasse e delle imposte, perché questo sarebbe un reato.